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Camihawke risponde a chi insinua che sia incinta: “Non c’è la giusta sensibilità sul tema maternità”

Camihawke ha deciso di affrontare un argomento delicato nelle sue Instagram Stories. In seguito al commento di una follower, che ipotizzava una sua gravidanza, ha voluto ribadire quanto certe supposizioni o domande possano ferire chi è dall’altra parte. “Il fatto che anni fa si facessero domande senza scrupoli sulla maternità non significa che fosse giusto” ha scritto, invitando a una maggiore sensibilità, soprattutto quando non si conosce la storia di chi si ha di fronte.
A cura di Giusy Dente
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Le donne sono ancora troppo spesso vittime di un'ingiustificata pressione sociale che le vorrebbe inquadrate in determinati stereotipi. Le parole "matrimonio" e "maternità" sono dietro l'angolo arrivate a una certa età e con esse le domande scomode e le affermazioni indelicate di chi si sente in diritto di esprimersi senza alcun tatto, senza conoscere la storia e il passato di chi c'è dall'altra parte. Camilla Boniardi, la famosa Camihawke dei social, è solo l'ultima ad aver subito questa mancanza di sensibilità e per questo ha voluto dire la sua sull'argomento, ribadendo quanto bisogno ci sia oggi più che mai di accortezze quando ci si rivolge all'altro, senza sputare sentenze, ipotesi e deduzioni.

Camihawke come Paola Turani

Proprio perché la nostra società tende ancora a identificare la donna come madre, l'infertilità è un argomento tabù, che mette molto a disagio le donne in primis. Hanno difficoltà a parlare apertamente di qualcosa su cui si sentono così tanto giudicate e che quindi le fa sentire come "sbagliate". Paola Turani si è esposta moltissimo sui social di recente, raccontando la sua esperienza. Da tempo, soprattutto in seguito al matrimonio, era costantemente bersaglio di domande in merito alla maternità del tipo: "E un figlio quando?". Si è sfogata raccontando le sue frustrazioni per quel figlio che tardava ad arrivare, il dolore provato ogni volta che qualcuno dava la lieta notizia di una gravidanza interrogando poi lei sul perché non facesse altrettanto. "Fate male. E lo dico per tutte le donne che come me non sono madri. Ci sono coppie che hanno dei problemi e stanno intraprendendo un percorso delicato tra visite/ospedali/cure ecc. e il loro silenzio va rispettato; ci sono poi coppie che purtroppo non potranno mai avere dei figli propri e voi siete insistenti, sfacciate e irrispettose facendo così". Lei aveva deciso di intraprendere la strada della PMA (procreazione medico assistita) quando la vita le ha riservato una sorpresa: una gravidanza naturale! Proprio come lei anche un'altra influencer ha voluto aprirsi sull'argomento, ribadendo quanto certe osservazioni facciano soffrire.

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Domande e insinuazioni sulla gravidanza fanno male

Camihawke ha deciso di aprirsi un po' di più con i suoi follower. L'influencer è solita portare su Instagram ironia e comicità, ma soprattutto naturalezza. Stavolta, però, ha voluto affrontare un argomento un po' più delicato. È bastato dire, in una Story, di aver avvertito delle nausee mattutine di recente dovute ad alcuni alimenti, per scatenare l'insinuazione di una gravidanza. Questo l'ha irritata e addolorata insieme, consapevole di quanto frasi come "Ho pensato a una bella pancina" possano fare male. Perché rivolgersi in questo modo a una donna, senza conoscerne i trascorsi?

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Camihawke ha ribadito che tante donne soffrono nel sentirsi costantemente al centro di pressioni sulla gravidanza: c'è chi figli non può averne, c'è chi semplicemente invece ha fatto una scelta di vita diversa. Sono tutte donne che meritano uguale rispetto e che invece si sentono dire frasi prive di delicatezza e tatto.  "Il fatto che anni fa si facessero domande senza scrupoli sulla maternità non significa che fosse giusto. Le società si evolvono e credo che la sensibilità di ognuno debba evolvere con loro" ha scritto l'influencer.

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Ha invitato a non fare ipotesi e deduzioni dal nulla, quando non si sa minimamente chi si ha di fronte e cosa ha passato: "Credo che chi pone queste domande con leggerezza non abbia mai avuto a che fare con qualcuno che soffre per non riuscire ad avere figli. Io ci ho avuto a che fare invece e ho imparato a conoscere e rispettare quel dolore e decidere di rispettarlo mi sembra il minimo sindacale" ha aggiunto. Una società, per dirsi civile, non può non avere questo tipo di rispetto verso il prossimo, soprattutto oggi, dove invece è facile avere una comunicazione urlata e gridata, magari nascosti dietro gli schermi di tablet e smartphone. Il valore della sensibilità andrebbe riscoperto anche in queste piccole cose, in questi piccoli ma importanti gesti capaci di fare la differenza.

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