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Billie Eilish tra autolesionismo e rifiuto del corpo: “Mi tagliavo e indossavo solo abiti larghi”

Billie Eilish è stata spesso vittima di body shaming e per questo, ora che è più matura rispetto al passato, cerca di aiutare chi subisce offese e insulti per il proprio corpo. In un’intervista ha raccontato di aver vissuto sempre in modo conflittuale il rapporto con lo specchio, arrivando anche a gesti di autolesionismo.
A cura di Giusy Dente
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La fase dell’adolescenza è quella in cui si vede il proprio corpo cambiare. Quando si è un personaggio di fama mondiale questo avviene dinanzi a milioni di occhi pronti a giudicare, rendendo ancora più difficile prendere confidenza con se stessi e accettare quei cambiamenti. Lo sa bene Billie Eilish, giunta al successo nemmeno ventenne. Parallelamente all'attenzione sulla sua voce e sul suo talento si è sviluppata anche una crescente e morbosa attenzione sul suo aspetto fisico, che lei ha vissuto in modo traumatico. A 17 anni la sua musica risuonava ovunque e il suo nome era sulla bocca di tutti. La fama e l’esposizione non sono stati sempre facili da gestire e anzi, l’hanno messa a dura prova soprattutto sul fronte del rapporto col proprio corpo, che già era conflittuale. Lo ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair: il magazine  le ha dedicato la copertina di marzo.

Billie Eilish accanto alle vittime di body shaming

Billie Eilish è una star di fama mondiale: i suoi singoli hanno scalato le classifiche, ha portato a casa premi prestigiosi e i suoi tour hanno registrato il tutto esaurito. La 19enne si batte molto per le vittime di body shaming, per chi come lei viene preso di mira per un aspetto fisico non conforme a chissà quale ideale, a chissà quali aspettative. La cantautrice ha vissuto un’adolescenza difficile, che si è complicata ulteriormente quando è arrivato il successo, perché con esso è arrivata anche l’esposizione al giudizio degli haters. A Vanity Fair la cantante ha rivelato di aver affrontato momenti di autolesionismo: "Mi tagliavo a causa del mio corpo". L’unica strada che le sembrava possibile era fare del male a quel corpo che nascondeva sotto strati e strati di vestiti larghi e che non voleva venisse sessualizzato dallo sguardo altrui. Il fondo lo ha toccato quando ha assunto dei farmaci: "Ricordo di aver preso una pillola che credevo mi avrebbe fatto perdere peso. L'unica cosa che mi ha fatto fare è pipì sul letto. Avevo 12 anni".

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La musica, un modo per salvarsi

Adesso Billie Eilish riesce in qualche modo anche a scherzare sul body shaming, su tutta quell'attenzione che c'è intorno alla sua taglia, al suo peso, ai chili presi: "Pensavo che sarei stata l'unica ad affrontare il mio odio per il mio corpo, ma vedo che anche Internet odia il mio corpo. Quindi è fantastico". La musica è stata la sua cura, le ha permesso di canalizzare l'energia in qualcosa di bello, imparando dai suoi miti, dai suoi rapper preferiti: "Li ho invidiati perché riescono a togliersi le magliette, perché sono uomini, saltano sul palco e sono sporchi e non gli importa!" ha detto nell'intervista. Ma ha dovuto seguire anche un percorso terapeutico per liberarsi dei suoi fantasmi personali e giungere a questo stadio di consapevolezza e accettazione, che le consentono di essere oggi d'esempio e d'aiuto anche ai suoi coetanei.

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