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Bagni no gender in un liceo di Piacenza, per includere anche chi non si sente né maschio né femmina

Gli studenti di un liceo di Piacenza hanno chiesto e ottenuto di rendere i bagni dell’istituto più inclusivi, così da far sentire tutti realmente rappresentati e parte di una comunità. Lo scopo è far sentire a proprio agio anche le persone non binarie, quelle che non si riconoscono né nel genere maschile né nel genere femminile.
A cura di Giusy Dente
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Nessuna distinzione, solo inclusione. In questa direzione si è mosso un liceo di Piacenza, che ha deciso di stravolgere le convenzioni in un'ottica di apertura, così da far sentire a proprio agio davvero tutti gli studenti. Al momento non è così: molti hanno difficoltà ad allinearsi a schemi tradizionali da cui si sentono esclusi. La rigida separazione tra maschile e femminile non è più rappresentativa, dunque il rischio è di emarginare chi in questo binarismo di genere non trova collocazione. Per questo la scuola piacentina ha scelto di fare qualcosa di nuovo, per agevolare chi fino a questo momento non si è sentito realmente parte della comunità. L'iniziativa è partita dal basso, dagli studenti, ed è stata accolta dai professori e dal preside, che ne hanno consentito l'attuazione a partire dall'anno scolastico in corso.

Chi sono le persone non binarie

Tradizionalmente esistono due generi: maschile e femminile. Questo sistema, il cosiddetto binarismo di genere, al momento appare uno schema molto limitato, non adeguato a rappresentare la reale varietà umana, che è ben più complessa. C'è differenza, infatti, tra il proprio sesso biologico e la propria identità di genere, cioè come l'individuo percepisce se stesso. Ci sono persone che non si sentono strettamente rappresentate né dal maschile né dal femminile: queste sono appunto le identità non binarie (non binary). Le sfumature sono tante. C'è chi non si identifica né come uomo né donna (a gender), c'è chi pensa a se stesso come qualcosa di più variabile e mutevole nel tempo (gender fluid). Quale collocazione dare dunque, quando ci si trova davanti un omino in pantaloni e uno con la gonna e si deve scegliere quale porta aprire?

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Rivoluzione gender free a scuola

Bagni per uomini, contraddistinti da un omino in pantaloni e bagni per donne, contraddistinti da una figura stilizzata che indossa un gonna: sono i simboli tradizionali che è possibile trovare all'ingresso di qualunque bagno pubblico. Ma il dilemma si pone per chi non si sente rappresentato né dalla figura sulla destra né da quella sulla sinistra. Per questo motivo un liceo di Piacenza ha deciso di annullare qualunque distinzione tra maschio e femmina, rendendo la toilette dell'istituto no gender, insomma adeguata a chi non si sente né maschio né femmina.

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Da qualche mese, gli studenti all'ingresso trovano comunque le icone tradizionali ma sono invitati a entrare nel bagno che li rappresenta davvero, in nome dell'inclusione. È infatti stato aggiunto un cartello con un messaggio inclusivo gender free. Lo stesso istituto è promotore anche di un'altra iniziativa ammirevole, rivolta alle ragazze che non riescono a sostenere la spesa dei prodotti igienici o che semplicemente sono sprovviste di assorbenti in quel momento: nei bagni sono state messe le cosiddette tampon box. Sono scatole da cui prelevare gratuitamente gli assorbenti, messi a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Questi piccoli gesti fanno la differenza e dimostrano una grande attenzione ai temi sociali del momento, dove sicuramente una delle grandi battaglie da vincere è quella di una vera e sana inclusione, senza stereotipi e senza tabù nocivi.

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