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Walter Albini, il genio dimenticato della moda italiana: fu il primo a essere chiamato “stilista”

Inventò il total look disegnato da un solo stilista dalla testa ai piedi, gli abiti unisex e il pret-à-porter: nonostante ciò Walter Albini morì solo e lontano dalla fama che avrebbe meritato. La serie tv Made in Italy, in onda su Canale 5, ora riaccende i riflettori sulla storia del genio troppo in anticipo sui tempi.
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A cura di Beatrice Manca
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Una scena di Made in Italy: Gianfranco Ferré, Walter Albini e la modella Antonia
Una scena di Made in Italy: Gianfranco Ferré, Walter Albini e la modella Antonia

Prima di lui non esisteva la parola stilista: la giornalista Anna Piaggi la coniò appositamente per descrivere Walter Albini, il padre del pret-à-porter italiano, genio dimenticato dalla moda. A fare luce sul ruolo che ha avuto nel settore della moda italiana ci pensa la serie tv Made in Italy, in onda dal 13 gennaio su Canale 5 e già disponibile su Amazon Prime Video. Nella fiction lo stilista avrà il volto dell'attore palermitano Gaetano Bruno: la giornalista Rita Pasini (Margherita Buy) e la sua assistente Irene (Greta Ferro) visitano il suo atelier nel primo episodio, mentre Albini sta ultimando la preparazione della nuova collezione assistito dal giovane Gianfranco Ferré, disegnatore di accessori.

La carriera di Walter Albini, dall'incontro con Coco Chanel a Karl Lagerfeld

Nato a Busto Arsizio nel 1941, Albini lasciò il liceo per iscriversi all'Istituto d'Arte, Disegno e Moda di Torino, una scuola all'epoca quasi esclusivamente femminile. Gualtiero Angelo Albini (questo il suo vero nome) a 17 anni già disegnava per giornali e riviste: a Parigi incontrò Coco Chanel, che sarà costante fonte di ispirazione per il futuro. La sua carriera iniziò come disegnatore per le piccole industrie del nord per poi decollare alla fine degli anni Sessanta. Per tre anni lavorò al fianco di Mariuccia Mandelli, in arte Krizia (altra stilista che compare nella serie Made in Italy) e più avanti anche per l'esordiente Karl Lagerfeld. Acclamato dalla stampa italiana e straniera, all'inizio degli anni Settanta Albini decise di presentare le sue collezioni non a Firenze ma a Milano: da quel gesto di rottura sarebbe nata una straordinaria stagione di creatività nel capoluogo lombardo, ritrovo di stilisti, giornalisti e industriali. Insomma, quella fu la nascita della capitale della moda italiana.

L'attore Gaetano Bruno, che nella serie interpreta Walter Albini
L'attore Gaetano Bruno, che nella serie interpreta Walter Albini

Dal total look al pret-à-porter, le invenzioni di Walter Albini

Le sue intuizioni sarebbero state ampiamente adottate nei decenni successivi: fu tra i primi a disegnare abiti dal sapore maschile per le donne e linee unisex, nonché a proporre il "total look", composto da abiti e accessori di un solo stilista dalla testa ai piedi. La sua visione della moda era totale, e non si fermava ai vestiti: Albini disegnava tessuti, vetri, mobili. Provocatoriamente (ma non troppo) diceva che gli accessori erano più importanti degli abiti stessi. Walter Albini per primo ebbe l'idea di distinguere le collezioni in due linee: una di grande impatto ma destinata a un pubblico ristretto, seguita da una seconda più facile da portare, con un mercato più ampio. In altre parole, inventò il pret-à-porter italiano: questo ruolo gli fu riconosciuto solo a posteriori, mentre negli ultimi anni della sua vita prevalse l'immagine di un uomo incostante e burrascoso. Morì nel 1983 a 42 anni, lontano dalla fama che avrebbe meritato. Oggi la serie Made in Italy riaccende i riflettori sulla sua storia, quella di un genio troppo in anticipo sui tempi.

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