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Vaccino antinfluenzale in gravidanza: cosa dobbiamo sapere per la sicurezza di madre e bambino

Con l’arrivo della stagione influenzale arrivano anche i dubbi circa la necessità di vaccinarsi. In particolare per le donne che stanno affrontando una gravidanza. Per rispondere a tutte le domande circa la sicurezza delle vaccinazioni per le donne in dolce attesa e per i nascituri, abbiamo intervistato la professoressa Irene Cetin.
Intervista a Prof.ssa Irene Cetin
Docente di Ostetricia e Ginecologia presso l'Università degli Studi di Milano e direttore dell'Unità Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Buzzi
A cura di Francesca Parlato
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Quest'anno oltre al Coronavirus dobbiamo iniziare a fare i conti anche con l'influenza stagionale. Sulla base del virus che è circolato nell'emisfero australe, ogni anno, in questo periodo, le case farmaceutiche producono un vaccino per proteggerci dal virus, a cui solitamente si sottopongono anziani e soggetti fragili. Ma è indicato anche per le donne in gravidanza o ci sono rischi per la mamma e per il feto? "Qualche anno fa, in seguito ad alcuni studi sulla mortalità materna, è stata stabilita l'importanza del vaccino antinfluenzale per le donne in gravidanza. A differenza di altri vaccini in questi casi non viene iniettato il virus vivo e attenuato (come avviene ad esempio per quello della rosolia, che per questo motivo le donne incinte non devono assolutamente fare) ma particelle che rappresentano l'antigene e non possono in alcun modo causare la malattia. Si tratta di un vaccino che non ha alcun rischio, per la mamma o per il feto" ha spiegato a Fanpage.it la professoressa Irene Cetin, ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso l'Università degli Studi di Milano e direttore dell'Unità Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Buzzi.

Il vaccino anti-influenzale per le donne in gravidanza

Non si tratta di un vaccino obbligatorio e la scelta ovviamente spetta sempre alla madre. "Non ci sono rischi per la salute della madre e neanche del bambino – spiega la professoressa Cetin – Conosciamo questo vaccino da circa 20 anni, ma è stato solo nel 2016 che ci siamo accorti che per le donne in gravidanza si poteva rivelare davvero utile: in quell'anno infatti, uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità segnalava che una delle cause di mortalità materna (che sono comunque relativamente pochi, circa 9 su 100000) era proprio l'influenza". Durante la gravidanza infatti anche il sistema immunitario subisce delle modificazioni. "Le donne sono più esposte e diventa più facile contrarre l'influenza che può scatenare polmonite o iperpiressia (aumento della temperatura corporea) che può provocare la nascita prematura del bambino e un aumentato rischio di morte". 

Gli anticorpi per il bambino

Oltre a proteggere la mamma dal virus dell'influenza il vaccino ha anche degli effetti sul nascituro: "Gli anticorpi che la mamma produce, proteggono anche il feto e comportano quindi meno rischi per il neonato di andare incontro all'influenza e a tutte le complicazioni che si porta dietro". Il vaccino antinfluenzale si può fare in qualsiasi momento della gravidanza: "Non esiste un periodo più indicato – spiega la professoressa – Abbiamo avuto dei risultati assolutamente positivi: nelle donne che hanno fatto il vaccino si riduce il rischio di aborto (soprattutto se si fa nei primi mesi di gravidanza), il rischio di morte in utero, parto prematuro e basso peso alla nascita". Esattamente come stiamo leggendo sui giornali a proposito del vaccino per il Covid_19 che dovrebbe avere una percentuale di successo pari al 94%, anche nel caso del vaccino antinfluenzale, la percentuale di successo è alta ma esiste qualche possibilità di contrarre ugualmente l'influenza: "Il vaccino viene studiato e preparato dalle case farmaceutiche ogni sei mesi, sulla base del virus che è circolato nell'altro emisfero. I virus però possono anche mutare nel corso anche di pochi mesi, per questo la sua efficacia è altissima, al 90% circa, ma può capitare comunque di prendersi l'influenza". Dopo il vaccino può accadere di avvertire qualche leggero fastidio poche ore dopo: "Potrebbero aversi dei sintomi locali come irritazione, arrossamento e a volte (ma piuttosto raramente) può capitare che si alzi la temperatura. Ma passeranno nell'arco di uno o due giorni".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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