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Un’italiana contro il sessismo del dizionario inglese: fa eliminare “cagna” come sinonimo di donna

Maria Beatrice Giovanardi aveva lanciato, circa un anno fa, una petizione su Change.org affinché il prestigioso Oxford English Dictionary aggiornasse la propria definizione del termine “donna”. Il vocabolario recava un ventaglio di sinonimi dispregiativi e degli esempi discriminatori che inquadravano la donna in ottica sessista. L’italiana ha vinto la sua battaglia e ottenuto la revisione.
A cura di Giusy Dente
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La battaglia per la parità passa anche attraverso una ridefinizione del linguaggio, che ora come ora è intrinsecamente ancora sporcato da declinazioni che possono risultare piuttosto svilenti per una donna. E che dunque ne ostacolano la liberazione da quegli stereotipi che si sta cercando di superare. Se ne è accorta, nel suo studio della lingua inglese, la manager italiana Maria Beatrice Giovanardi, da tempo impegnata nel portare avanti battaglie per i diritti delle donne. La sua attenzione si è soffermata, in particolare, sulla definizione della parola “donna” data dal prestigioso Oxford English Dictionary, il vocabolario di lingua inglese redatto dalla Oxford University Press. Vi ha trovato dei concetti sessisti e offensivi che l’hanno spinta a lanciare una petizione su Change.org, affinché chi di dovere provvedesse ad aggiornare quelle righe che, tra le altre cose, recavano come sinonimi del termine “donna” parole degradanti come "cagna", "stronza", "cavalla".

La vittoria di Maria Beatrice Giovanardi sul linguaggio inglese sessista

Qual è la definizione di “donna” secondo uno dei più autorevoli dizionari del mondo? Ebbene: è “la moglie, la fidanzata, l'amante di un uomo". Certo, è un "essere umano adulto femminile”, ma anche una “cagna”. Sembra impossibile eppure è così, anzi lo era, perché le cose sono cambiate grazie alla battaglia portata avanti da Maria Beatrice Giovanardi. La sua petizione ha raccolto un ampio consenso: oltre 34 mila firme e i suoi obiettivi sono stati raggiunti. La 29enne voleva che l'Università inglese eliminasse tutte le definizioni discriminatorie nei confronti delle donne e gli esempi che le connotavano come oggetti sessuali di proprietà di un uomo. E voleva inoltre maggiore rappresentanza delle minoranze. Il dizionario inglese infatti è stato ora aggiornato con una terminologia meno offensiva e più inclusiva, così da dare adeguata rappresentanza anche alla comunità LGBT. Adesso la donna figura come "la moglie, la fidanzata, l'amante di una persona”. La revisione messa in atto rende maggiormente giustizia all'universo femminile, liberandolo da connotazioni negative. Mentre negli esempi per la voce "uomo" (numericamente molto superiori) si faceva ampio riferimento alla sfera professionale, i campi semantici utilizzati per la donna erano quelli casalinghi o sessuali: la donna-oggetto che sta a casa ad aspettare il ritorno del marito mentre si dedica alle pulizie e alla cucina.

Cambiare il linguaggio per migliorare la società

Maria Beatrice Giovanardi si è sentita molto offesa come donna nel trovare certe definizioni e certi esempi e si è resa conto di quanto tutto questo fosse assolutamente inaccettabile in una società dove si cerca invece di andare oltre queste differenziazioni di genere. Nel lanciare la sua petizione aveva scritto: «Questo è completamente inaccettabile da una fonte rispettabile come la Oxford University Press, ma è ancora più preoccupante se si considera quanta influenza hanno nel fissare norme sulla nostra lingua. Queste definizioni misogine si sono diffuse perché motori di ricerca come Google, Bing e Yahoo concedono in licenza l'uso dell'Oxford Dictionary per le loro definizioni». Ne deriva, dunque, anche un incentivo al dispregiativo modo di parlare della donna in rete, che è proprio il luogo dove maggiormente si annidano il sessismo, il maschilismo, le offese di genere, le discriminazioni gratuite. La problematica del dizionario inglese è in realtà una problematica anche italiana: ecco perché ora la Giovanardi vorrebbe una revisione lessicale anche sui vocabolari nostrani, che potrebbe incentivare la battaglia per la parità e per un linguaggio non sessista in corso da tempo anche nel nostro Paese.

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