Tumore al seno: 400mila donne hanno vinto la sfida, ecco il libro
"Ho vinto io!" Mai titolo più indicato per un libro che affronta il problema che attanaglia tutte le donne. Tra la preoccupazione di poterlo scovare in qualche mammografia (lo screening è necessario ad una certa età) e le cure successive per poterlo sconfiggere, il tumore al seno è il più temuto. Ma sono 400mila le donne che sono riuscite a vincere questo male, sono otto su dieci che possono affrontare il mondo con un’altra voglia di vivere.
Il male oscuro. Questa la definizione del libro presentato martedì scorso al Senato e promosso dalla Fondazione Aiom, con il supporto di Astrazeneca. I dati sono rassicuranti. Le possibilità di riuscita esistono e non condizionano il resto della vita di queste donne. Ben 600 hanno portato a termine una gravidanza senza alcun problema, dopo due mesi dalla diagnosi 40 donne su 100 sono tornate anche a lavoro. Assolutamente particolare è il dato che riguarda il matrimonio. Una su quattro lascia il marito, ma i motivi saranno stati più che validi. Dopo una malattia del genere e una vittoria tanto clamorosa, si fanno altre valutazioni rispetto alla propria vita. È come se Dio ci permettesse di rivivere una seconda volta e ogni cosa dovrà essere diversa.
Ma fondamentale, e non finiremo mai di dirlo, è la prevenzione. Queste donne sono riuscite a debellare il male oscuro grazie ad una diagnosi precoce. A 25 anni è fondamentale una ecografia mammaria, gesto da ripetere ogni anno qualora esca pulita. La malattia rende umane e questo non è un male. "La sfida oggi è dimostrare anche attraverso vicende reali, che il cancro si può superare. Non vogliamo essere trattati tutta la vita come malati, non ha più alcun senso anche dal punto di vista scientifico", dichiara Elisabetta Iannelli, vice presidente dell'Associazione italiana malati di cancro (Aimac), tra le ex-pazienti che si raccontano nel libro. Questo è un supporto alla ricerca in quanto il ricavato dalle vendite (12,50 euro ogni volume) sarà devoluto alla ricerca scientifica. Ragazze credeteci. Dopo la crioterapia, la ricerca può fare grandi passi avanti.
Roberta Santoro