Tassa sulle merendine giusta secondo l’esperto: “Possono provocare obesità e altre patologie”
Attaccata e messa alla berlina, la Sugar tax, la tassa sulle merendine, è diventata oggetto di ironia da parte dell’opinione pubblica e di alcuni politici. Non è la prima volta che il Ministro dell’Istruzione Fioramonti ne parla. Prima della recente apertura del presidente del Consiglio Conte infatti già se ne era discusso agli inizi di settembre, in relazione ai soft drink. Ma, al di là della necessità di trovare risorse per finanziare le manovre della legge di bilancio, l’idea di una tassa su merendine e bevande zuccherate va incontro al bisogno di tutelare la salute, soprattutto di bambini e adolescenti, e prevenire l’obesità.
Che cos'è la Sugar Tax
L'obiettivo della sugar tax è disincentivare il consumo di merendine confezionate e bibite gassate. Questo tipo di tassazione è fortemente raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire i problemi legati all’aumento di peso. L’Italia non sarebbe il primo paese ad istituirne una: nel Regno Unito esiste dal 2018, in Francia dal 2012, in Catalogna e in Portogallo dal 2017, mentre la Norvegia è stata una vera pioniera, la prima tassa è stata istituita nel 1981 e nel 2017 le condizioni sono state ulteriormente irrigidite.
Una merendina equivale quasi a un intero pasto
Quali sono i motivi per cui le merendine sono spesso sotto accusa? Antonello Paparella, professore di Microbiologia alimentare dell’Università di Teramo, spiega che da un punto di vista nutrizionale alcune tra le merendine che si trovano in commercio, sono talmente ricche di calorie, zuccheri e grassi da poter sostituire un intero pasto. “Oggi le merendine non sono più quelle degli anni ‘60, che contenevano pochi ingredienti ed erano molto simili alle torte o ai dolci fatti in casa. Oggi c’è la necessità di merendine che abbiano una scadenza più lunga e per questo è necessario renderle stabili e aggiungere emulsionanti e altre sostanze. I grassi tradizionali come l’olio o il burro sono stati sostituiti da altri grassi come l’olio di palma e l’olio di colza, sicuramente più dannosi per la salute”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare il 10% di zuccheri aggiunti nel fabbisogno calorico quotidiano, suggerendo di stare addirittura entro il 5%: “Molto spesso con una sola merendina farcita (composta da una crema che la ricopre, l’impasto e la crema della farcitura interna) – ci tiene a spiegare Paparella – questo valore rischia di essere ampiamente superato. Per questo non basta soltanto l’autolimitazione o un’esortazione a una maggiore attenzione verso l’educazione alimentare”. Oltre le merendine si è parlato anche di una tassa sulle bibite gassate e zuccherine: “Anche per i drink – afferma l'esperto – il problema deriva dagli zuccheri e dagli stabilizzanti che si trovano all’interno. Una bibita gassata, inoltre, ha un ph più acido e questo rappresenta un rischio, un’offesa per la mucosa gastrica che si trova a dover tamponare e reagire a queste sostanze. Questo tipo di bevande è altamente sconsigliato a chi soffre di reflusso gastrico oppure ha una predisposizione alla gastrite e patologie di questo genere”.
Obesità e allergie i rischi derivanti dall'abuso di merendine e zuccheri
La prima patologia che associamo a un’alimentazione scorretta, dove ci sia quindi un abuso di merendine e bibite zuccherine, (oltre la carie dentale)è sicuramente l’obesità. Molto spesso si pensa soltanto al fattore estetico, la si sottovaluta, ritenendola erroneamente una malattia dei ricchi, ma l’obesità è una patologia e contemporaneamente anche un fattore di rischio, “All'obesità – ricorda Paparella – si associano infatti anche malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus”. Seguendo per un lungo periodo un regime alimentare scorretto, con un apporto di zuccheri sbilanciato, oltre l’obesità si rischia di andare incontro a patologie croniche. “Dalla sindrome metabolica, al morbo di crohn, all’alzheimer e anche il diabete di tipo 2 – sottolinea Paparella – e inoltre non dobbiamo dimenticare che esiste purtroppo anche un legame tra gli zuccheri e l’insorgenza dei tumori. Un’alimentazione ricca di zuccheri può causare un’infiammazione cronica dell’organismo e dei tessuti. In particolare un’infiammazione permanente dell’intestino, come quella causata da un abuso di alimenti ultraprocessati, predispone a malattie oncologiche. E poi – prosegue Paparella – le cellule neoplastiche si nutrono di zucchero. Quindi, nel caso di una patologia già manifestata, gli zuccheri andrebbero a costituire il nutrimento di queste cellule”.
Zuccheri e rischio allergie
Uno dei rischi connessi a un’alimentazione sbilanciata, dove vi è un abuso di prodotti confezionati e a lunga conservazione, riguarda il sistema immunitario e la possibilità di insorgenza di allergie anche in età adulta. Se ci fermiamo poi a leggere con attenzione le etichette delle merendine noteremo anche la presenza di emulsionanti: “Non bisogna dimenticare che le merendine contengono grassi e acqua miscelati tra loro. Ed è per mantenere questa miscela stabile, quindi in grado di essere conservata il più a lungo possibile, che si usano gli emulsionanti. Ma una volta ingeriti, gli emulsionanti, continuano a svolgere la loro funzione nel nostro intestino, con delle ripercussioni negative sul nostro organismo. Questi infatti allentano il legame tra le cellule della mucosa intestinale. Immaginiamo che la mucosa sia come una rete di corda fitta, gli emulsionanti agiscono sulle corde allentandole e quindi le maglie della rete si allargano. E più larghe sono le “maglie” della mucosa, più è facile che ingerendo alimenti che contengono allergeni, questi ultimi siano in grado di attraversare la mucosa e arrivare al nostro sistema immunitario, attaccarlo e provocare quindi l’insorgere di allergie”.
Merendine: impariamo a sceglierle
Sugar tax o no, le etichette ci possono aiutare a capire quali ingredienti e in che percentuale sono contenuti nelle merendine. Ricordiamo infatti che l’elenco degli ingredienti è scritto seguendo l’ordine decrescente rispetto alla quantità contenuta. “Scegliamo le merendine che abbiano meno ingredienti possibili e che siano il più simili a quelli che useremmo noi per farle in casa. – conclude Paparella – Una merendina non dovrebbe contenere niente di diverso da latte, uova, farina e zucchero, al massimo qualche aroma naturale”. Quindi, una volta davanti agli scaffali del supermercato, non facciamo una scelta di pancia o di gola. L’etichetta sulla confezione degli alimenti deve essere la nostra guida, un irrinunciabile punto di riferimento. Proprio come in viaggio, per orientarci, abbiamo bisogno delle giuste indicazioni.