Supreme Box Logo Milano: perché compriamo a 1500 euro una maglietta che in negozio costa 44 euro?
Giovedì 6 maggio ha aperto il primo negozio Supreme in Italia a Milano, in corso Garibaldi 20: una notizia che gli appassionati del marchio di streetwear aspettavano da tempo. I primi ad entrare sono stati i fortunati possessori di ticket, assegnato automaticamente tramite un sistema di prenotazioni online: nonostante gli accorgimenti messi in atto dall'azienda, fuori dai negozi si sono creati assembramenti e code. Essere i primi non è solo una gratificazione, significa avere la possibilità di aggiudicarsi i capi più esclusivi prima che vadano sold out, come la famosa Box Logo, la t-shirt celebrativa che il brand mette in vendita per ogni nuova inaugurazione. E come è avvenuto sempre, anche questa volta è partito subito il fenomeno del resell: sul web sono state messe in vendita poche ore dopo, a prezzi vertiginosi.
Che cos'è la Box Logo e perché costa così tanto
Il marchio Supreme è nato negli anni 90 a New York come negozio di abbigliamento da skate: da subito però si è distinto per una vera e propria filosofia dei negozi, mete di pellegrinaggio per gli appassionati, e un'oculata strategia di vendite. Il brand tra gli appassionati è un vero e proprio culto, con i suoi riti: uno di questi è l'attesa della Box Logo celebrativa. A ogni nuova inaugurazione, infatti, Supreme lancia una t-shirt celebrativa, con un design ispirato al paese o alla città in cui apre il negozio. Quella di Milano ha un famoso dipinto, il Cenacolo di Leonardo Da Vinci, nel box caratteristico delle magliette.
Il prezzo di vendita in negozio è di 44 euro, ma nel giro di poche ore la t-shirt è comparsa nei vari siti di resell. Su Vestiaire Collective, ad esempio, la maglietta si trova in vendita a 1500 euro. Su StockX le offerte per la maglietta si aggirano sui 500 euro, mentre su Yahoo le aste partono da 1.041,23 euro.
Nella moda vogliamo ciò che non possiamo avere
Supreme ha tredici negozio in tutto nel mondo: nonostante la crescente domanda dei prodotti con il logo rosso, l'offerta è rimasta molto contenuta. Questa scarsità sul mercato ha reso il brand estremamente esclusivo. I capi Supreme quindi sono molto ricercati specialmente sul mercato secondario, il reselling, dove una maglietta in edizione limitata può essere venduta anche a dieci, venti volte il prezzo di partenza. Per evitare questa pratica l'azienda ha regole molto severe: è espressamente vietato, ad esempio, sostare nei prezzi del negozio per fare operazioni di compravendita o transazioni commerciali. Questo ovviamente non limita in alcun modo le operazioni online. A questo punto però c'è da chiedersi: perché siamo disposti a pagare più di mille euro per una maglia in cotone che ne costa meno di cinquanta?
La questione è molto complessa e intreccia varie dinamiche di mercato: la prima è una banale legge dell'economia, se l'offerta è scarsa il prezzo sale. Supreme non è diventato il marchio più desiderato del momento per il design dei suoi capi o per i materiali ricercati, ma perché negli anni si è costruito un'immagine cool a suon di testimonial e di collaborazioni con il mondo del lusso (un nome su tutti: Louis Vuitton). L'esclusività di Supreme non sta nei prezzi – tutto sommato abbordabili – dei vestiti del marchio, ma nel fatto che sono introvabili. Possederne una indica uno status che va al di là dei soldi: è un po' lo stesso principio delle borse di Hermés, non basta essere ricchi per averle. Questo dimostra una verità fondamentale del mondo della moda: tutti vogliono ciò che non possono avere.