Social e ansia da prestazione: perché è così stressante postare un foto su Instagram
Pensate per un attimo a quanto fatica e tempo impiegate prima di pubblicare una foto o un video su Instagram. E per fare questo calcolo considerate i minuti che ci mettete per scattare e scegliere la foto giusta, selezionare il filtro perfetto, individuare l'orario migliore per il traffico online, scrivere una caption divertente/ironica/accattivante che conquisterà i follower.
Con ogni post pubblicato mettiamo in mostra una parte di noi, ci mettiamo in gioco e ovviamente ci aspettiamo che piaccia, che riceva consenso e like. Non deve sembrarci allora strano se moltissime persone provino una sorta di ansia da prestazione ogni volta che aprono Instagram con l'idea di condividere un nuovo scatto. Addirittura una star internazionale come Dua Lipa, con i suoi quasi 60 milioni di follower su Instagram, ha raccontato in un'intervista a British Vogue dell'ansia che i social e le aspettative dei follower le procuravano, tanto da aver deciso di delegare la gestione dei suoi account al suo staff.
La dittatura dei like: una questione scientifica
I like non sono mai abbastanza. Ogni foto, post, video o reel – chi ha un profilo social lo sa bene – è una sfida alla conquista di follower e commenti. "Ci sono due tipi di ansie connesse all'utilizzo dei social – ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Elisa Marcheselli, psicologa e psicoterapeuta, specializzata in cyberbullismo e web reputation – Una ha proprio a che fare con le aspettative. Ogni volta che carichiamo una foto ci chiediamo infatti se avrà l'indice di gradimento che ci aspettiamo". Una forma di ansia che diventa un condizionamento a tutti gli effetti: "Esiste anche una spiegazione scientifica – continua la psicologa – I like che noi riceviamo per ogni foto o video, attivano nel nostro cervello il circuito della dopamina, un neurotrasmettitore in grado di procurarci piacere e anche dipendenza. E funziona esattamente come una droga: più like ricevo, più dopamina viene rilasciata e più avrò voglia di condividere e usare i social".
Che cosa è la FOMO (Fear of Missing Out)
L'altro tipo di ansia legato ai social network e agli smartphone riguarda quella che in inglese viene definita FOMO (Fear of Missing Out) e che in italiano possiamo tradurre come nomofobia o paura di essere tagliati fuori. "Per molte persone, soprattutto i più giovani, disconnettersi per un giorno o qualche ora, oppure lasciare il telefono fisicamente lontano, è impossibile". Anche se ancora non è stato inserito nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la FOMO ha tutte le caratteristiche di una vera e propria sindrome. "Chi ne soffre presenta dei sintomi ansiosi e ossessivi: controlla in maniera compulsiva il telefono, le notifiche, i like e i commenti negativi arrivati".
Perché un commento negativo vale più di cento like
Non importa quanti like riceverà la foto fatta al tramonto con la descrizione originale e ispirata, se poi arriva un hater a rovinare tutto. Basta un solo commento negativo a far dimenticare tutti i complimenti ricevuti. Un solo pollice verso vale più di mille like. "Anche in questo caso la spiegazione è scientifica – spiega la psicologa – Il nostro cervello infatti registra immediatamente gli eventi negativi, mentre a quelli positivi fa molto meno caso. È un meccanismo innato. Bisogna addestrare il cervello a prestare attenzione agli aspetti positivi della nostra vita, altrimenti tenderemo sempre a sottovalutarli". Ma c'è anche un altro motivo per cui il commento negativo online ci può ferire così tanto e riguarda la nostra web reputation. "Un insulto ricevuto online ha ripercussioni più amplificate a livello emotivo nel soggetto, proprio perché il mezzo digitale amplifica la percezione di questo tipo di commenti. E ha un grande peso anche sulla valutazione che ognuno di noi fa di sé stesso attraverso il parere degli altri. Uno degli scenari più pericolosi del web, il cyberbullismo, si fonda proprio su meccanismi di questo genere". D'altra parte, tanti dati scientifici ce lo dimostrano, i più giovani misurano la propria autostima proprio in base a quanti like ricevono i loro post: "Per questo motivo le challenge di TikTok e degli altri social sono così pericolose. Se ci rendiamo conto che ci valutiamo in base a quello che siamo sui social network, non dobbiamo stupirci di provare ansia ogni volta che pubblichiamo un contenuto".
Come controllare l'ansia da social
Se ci accorgiamo che pubblicare una foto, fare la conta dei like ci procura ansia e ci rende meno sereni, è bene provare a staccare, a prendersi una pausa dai social e dedicarsi al digital detox. "Dominare il nostro rapporto con la tecnologia è sempre più difficile. E anche noi esperti abbiamo difficoltà a capire se si tratti o meno di dipendenza digitale, visto che ormai smartphone, tablet e computer pervadono ogni momento della nostra vita, dal lavoro allo svago. Siamo una società sperimentale, non sappiamo a cosa ci condurrà l'utilizzo quotidiano di questi strumenti, ma è importante ricordare che non possiamo demonizzarli, che il problema sta tutto nel nostro modo di utilizzarli". Il primo passo per provare a ristabilire un rapporto sano con la tecnologia consiste proprio nel regolamentare questa relazione: "Cerchiamo, e questo vale soprattutto per gli adolescenti che secondo gli ultimi dati trascorrono almeno sei ore al giorno connessi online, di stabilire delle fasce orarie in cui usare o non usare il telefono". Per aiutarci possiamo utilizzare ad esempio i limiti di tempo che la maggior parte degli smartphone consente di impostare su alcune app, proprio per gestirle in maniera sana. Ma altrettanto fondamentale (e anche questo consiglio si rivolge soprattutto ai più giovani) è parlare. "I ragazzi molto spesso si isolano, perdono il contatto umano, credono di poter risolvere le loro ansie da soli. Ma non è così. – conclude la psicologa – La mia esperienza con loro mi ha fatto capire che riattivare una comunicazione vera, ripristinare alcune buone abitudini, come passare del tempo in famiglia, mangiare tutti insieme a tavola, è il primo passo per iniziare a riprendere il controllo".