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Sindrome di Down rivelata da test del sangue: non invasivo come amniocentesi

Un esame del sangue potrebbe sostituire l’amniocentesi per rivelare la sindrome di Down.
A cura di Ramona Granato
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gravidanza a rischio

Basterebbe un esame del sangue della mamma per scoprire se il futuro bambino è affetto da sindrome di Down. E' questa la scoperta derivante da uno studio eseguito dall'Università di Hong Kong e dal King's College di Londra e pubblicato sul British Medical Journal. Se già qualche tempo fa si era ipotizzata una mappa del Dna del feto solo con un test del sangue, ora sembra che la conferma possa accantonare definitivamente tutte le preoccupazioni legate ad esame invasivo come l'amniocentesi, finora l'unico in grado di verificare la salute del nascituro.

In realtà, l'amniocentesi non verrebbe del tutto eliminata dalle pratiche mediche, ma sarebbe eseguita solo nel caso in cui l'esame del sangue risultasse positivo, per avere quindi ulteriore sicurezza sui risultati. Molte donne sono costrette a sottoporsi a questo esame così invasivo perchè magari portano avanti gravidanze considerate a rischio e l'unico modo per accertarsi che il piccolo non abbia malattie genetiche è questo. Alle normali ansie legate al periodo di gestazione si aggiunge quella degli esiti dell'amniocentesi e quella dell'effettiva riuscita di questa tecnica che non di rado ha causato l'aborto. Tuttavia, attualmente la medicina non è ancora in grado di sopperire diversamente a bisogno di testare la salute del feto, ma questo test del sangue sarebbe in grado – secondo i ricercatori – di cercare nel sangue della madre una piccola percentuale del Dna del feto e da quello vedere la presenza o meno della sindrome di Down.

A frenare l'utilizzo di questo innovativo test del sangue sarebbe la parte economica: i costi, infatti, per ora sono troppo elevati per essere accessibile a tutti. Se addirittura l'amniocentesi è gratuita solo per le gravidanze a rischio, figuriamoci se il Servizio Sanitario Pubblico può sostenere le spese di un tale esame. Gli scienziati ipotizzano che ci vorranno altri 10 anni di studi e lavori per rendere il test così sicuro da poter dire definitivamente addio all'amniocentesi. Per quel tempo, forse potremo sperare che l'esame del sangue sia diventata una pratica di routine che protegga la salute della mamma e anche la vita del bambino che porta in grembo.

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