Si torna al museo senza obbligo di prenotazione: 5 mostre a Milano dove l’arte è donna
Quasi non ci si ricorda più cosa si prova a entrare nella sala di un cinema odorosa di popcorn per vedere un film, o sedersi sulle poltrone rosse di un teatro affollato. E che dire dei musei: per mesi esposizioni e mostre sono state sospese o rimandate, perché la pandemia ha costretto tutti i luoghi di aggregamento e quelli dedicati alla cultura a chiudere. Dopo le scuole, i bar e i ristoranti finalmente anche per i musei si parla di riaperture. Tutta Italia si prepara ad accogliere i visitatori in quelle sale rimaste vuote e buie fino ad oggi e che finalmente potranno tornare a ospitare eventi. Milano si conferma una delle città più vive sotto questo punto di vista. Se fino a pochi giorni fa c'era ancora l'obbligo della prenotazione, adesso invece i cittadini potranno recarsi al museo in qualunque momento, senza bisogno di acquistare il biglietto online in anticipo.
Si torna al museo: cosa è cambiato
Il decreto del governo dello scorso 18 maggio ha dato l'ok alla alla cessazione dell'obbligo di prenotazione per i musei che nel 2019 non hanno superato il milione di visitatori. Dunque a partire da sabato 22 maggio i musei civici di Milano potranno essere visitati anche senza la prenotazione, chiaramente nei limiti di contingentamento fissati dalla normativa in vigore e sempre nel rispetto di quelle norme di sicurezza con cui abbiamo imparato a convivere (mascherina, distanziamento, igienizzazione). La prenotazione più che un obbligo è al momento un consiglio, vista la prevedibile affluenza che si potrebbe trovare alle casse, così da evitare il crearsi di lunghe file all'ingresso delle strutture (soprattutto durante il fine settimana). L'orario di chiusura di alcuni musei è stato spostato, così da prolungare il tempo di permanenza dei visitatori nelle sale e consentirne l'ingresso fino a oltre le ore 21.00. Il Mudec è uno di questi: tutti i giovedì e il sabato l'ingresso è consentito fino alle 21.30 con chiusura alle 22.30. Le mostre di Palazzo Reale invece hanno le biglietterie aperte fino alle 20.30, con chiusura delle sale alle 21.30.
Prima, donna. Margaret Bourke-White
Palazzo Reale ospita la mostra Prima, donna. Si tratta di una selezione delle più belle immagini (oltre 100) di Margaret Bourke-White, raccontata non solo attraverso le sue foto, con cui è entrata nella storia del fotogiornalismo (realizzando reportage per Fortune e Life), ma anche attraverso documenti, video e testi autobiografici. Fotografa sì, ma anche donna: la retrospettiva, infatti, indaga la visione artistica di questa figura ma anche la sua vita emblematica e controcorrente, pronta alle sfide e di mentalità aperta. Ha raccontato l'apartheid, i conflitti razziali e la seconda guerra mondiale, ha immortalato Stalin e Gandhi: un lavoro portato sempre avanti con profondità d'animo e passione.
Donne, Messico e libertà
Donne, Messico e libertà è la mostra di Tina Modotti allestita al Mudec (Museo delle Culture di Milano). La fotografa italiana è una delle più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del XX secolo, di fama mondiale. Per lei, donna moderna ed emancipata, l'arte andava di pari passo con l'impegno civile e infatti nei suoi scatti trova spazio soprattutto la sua perenne ricerca della libertà e il suo impegno politico costante. Dotata oltre che di un innegabile talento artistico anche di una grande bellezza, la Modotti ha lavorato anche come attrice e modella, senza che il suo attivismo venisse mai messo in secondo piano. Tra gli scatti della mostra anche uno di quelli più iconici della sua produzione: Prospettiva con fili elettrici (1925), il cui originale è stato venduto all'asta alcuni mesi fa per oltre 616.000 euro.
Frida Kahlo. Il caos dentro
È stata prorogata dal 25 maggio al 25 luglio la mostra fotografica e interattiva Frida Khalo. Il caos dentro allestita alla Fabbrica del Vapore: un viaggio a 360 gradi nella vita di una donna dalla vita tormentata, che solo attraverso l'arte riusciva a dare forma ai suoi pensieri e alla sua anima. Divisa per percorsi tematici, l'esposizione comprende centinaia di fotografie personali, ritratti d’autore, lettere, pagine di diario, abiti e gioielli che raccontano il mondo dell'artista: il rapporto col suo corpo, gli amori, la pittura, le relazioni intellettuali, la politica. Frida Khalo è un'icona dell'arte contemporanea: ha fatto della sua vita una forma d'arte, dando alle sue ossessioni, ai suoi dolori, ai suoi pensieri un'espressione creativa potentissima.
Painting is back. Anni 80, la pittura in Italia
Le Gallerie d’Italia presentano Painting is back. Anni 80, la pittura in Italia, una mostra interamente dedicata alla pittura italiana degli anni Ottanta, ma con uno sguardo inedito: quello di artisti e grandi protagonisti di quel decennio che hanno inteso la pittura come occasione di una vitalità nuova. Arte, moda, divertimento, disign diventano un tutt'uno nella visione di queste personalità di spicco dell'epoca, che hanno colto il fermento di quegli anni con uno spirito appassionato, certi di vivere in un contesto irripetibile per la sua energia. Sono 57 le opere esposte. Spiccano i nomi di Mario Merz, Ernesto Tatafiore, Valerio Enrico Baj e Carol Rama. Quest'ultima (vincitrice del Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003) è famosa soprattutto per i suoi Bricolage (definizione data da Edoardo Sanguineti): la tela si compone di segni e macchie uniti a materiali applicati sopra, come denti, unghie e occhi di vetro. Ma l'artista è nota anche per i suoi nudi femminili carichi di erotismo realizzati con la tecnica dell'acquerello: dipinti coraggiosi e audaci, dove inserisce anche corpi amputati ed elementi fallici. La sua arte così trasgressiva per l'epoca era inaccettabile: non a caso, una sua mostra fu bloccata nel 1945, con sequestro di tutte le opere.
Le signore dell'arte. Storie di donne tra 500 e 600
Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni: sono solo alcune delle artiste talentuose e donne moderne in mostra a Palazzo Reale. Quelle esposte in Le signore dell'arte. Storie di donne tra 500 e 600 non sono solo le loro 130 opere, ma le testimonianze di un'appassionata ricerca creativa che inevitabilmente è legata molto al contesto sociale dell'epoca. Benché quello dell'arte fosse un mondo prevalentemente al maschile, alcune di queste 34 artiste sono state capaci di imporsi e di affermarsi presso le grandi corti internazionali. Altre erano e sono meno conosciute al grande pubblico, ma hanno contribuito a dare corpo a questa storia tutta al femminile fatta di coraggio, passione, estro e determinazione. Il successo di queste donne testimonia l'ardente volontà di non restare confinate in un angolo a guardare da lontano una fama apparentemente riservata solo agli uomini. Artemisia Gentileschi è stata la prima a tenere testa ai colleghi, a imporsi come donna, artista e imprenditrice e per questo è ancora oggi, a distanza di secoli, icona di consapevolezza, femminismo e lotta al patriarcato.