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Shopping sicuro: tutte le regole da seguire per la prova dei capi e in fase di acquisto

Ora che i negozi di abbigliamento hanno potuto finalmente riaprire, la questione più dibattuta riguarda la possibilità o meno di provare gli abiti. La scelta è del singolo commerciante che, però, dovrà attenersi a precise regole da rispettare. Il vapore a secco resta il metodo più efficace per la sanificazione dei vestiti.
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A cura di Beatrice Barbato
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I negozi di abbigliamento hanno potuto finalmente riaprire, seppur con non poche difficoltà. Oltre alla merce invenduta rimasta nei magazzini in questi mesi di lockdown e ai ritardi nelle spedizioni delle nuove collezioni, i commercianti hanno dovuto fare i conti anche con le varie norme di sanificazione stabilite: mascherine obbligatorie per personale e clienti, distanza di sicurezza da rispettare, pannello in plexiglass nella zona cassa, guanti per poter toccare la merce e una continua sanificazione dell'aria. La questione più dibattuta è, però, quella relativa alla prova dei vestiti.

Provare gli abiti in negozio è possibile?

La risposta arriva dall'Istituto Superiore di Sanità che ha pubblicato un rapporto in merito alla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19, che si tratti di superfici, ambienti interni e abbigliamento. «Per i clienti, l’utilizzo dei guanti o la disinfezione delle mani in entrata e in uscita, l’utilizzo della mascherina e il divieto di provare gli abiti che possano entrare in contatto con il viso (ad esempio i maglioni o altri capi che vengono infilati dalla testa) limiterebbero la probabilità di contaminazione degli indumenti», si legge nel testo. Resta a discrezione del commerciante, dunque, la possibilità di far provare o meno i capi, ma alcune precauzioni vanno seguite con attenzione, nel caso lo si permetta.

Vapore a secco e lampade UV per sanificare gli abiti

«Per il commerciante, non mettere a disposizione i capi provati per almeno 12 ore, mantenendoli in un ambiente con umidità inferiore a 65% e a una temperatura inferiore a 22°C, potrebbe rappresentare una ulteriore precauzione». Nel caso in cui risultasse necessario anche un trattamento sanificante, la soluzione consigliata è il vapore a secco, che a differenza di trattamenti a base di prodotti chimici, agisce con efficacia, senza andare a deteriorare le fibre del tessuto. Anche le lampade UV possono essere adoperate per questo scopo, ma non sono adatte a tutti i capi. Ad esempio non risultano idonee per la biancheria trattata con sbiancanti ottici o per quegli abiti in fibre naturali dai colori intensi. Pochi minuti di trattamento alla luce ultravioletta, infatti, corrispondono a qualche ora di esposizione alla luce del sole. Inoltre se il virus fosse annidato nel tessuto, si rischierebbe di non raggiungerlo. Ciascun negozio, dunque, potrà prendere le precauzioni che riterrà opportune, anche sulla base di tessuti e tipologie di capi in esposizione. Ma una cosa è certa, dopo l'acquisto si raccomanda ugualmente una igienizzazione del prodotto.

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