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Sei distratto? Cosa fare per allenare la concentrazione e avere una soglia di attenzione più alta

Ormai abbiamo raggiunto la stessa soglia di attenzione del pesce rosso. 8 secondi. Dopo questa manciata di attimi perdiamo la nostra concentrazione e ci focalizziamo su altre attività. Quali sono i motivi di questo eccesso di distrazione e come allenarci per essere più attenti lo abbiamo chiesto al presidente dell’associazione Assomensana Giuseppe Iannoccari.
Intervista a Giuseppe Iannoccari
Neuropsicologo, docente di Scienze Umane all'Università Statale di Milano e Presidente dell'associazione Assomensana
A cura di Francesca Parlato
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Quante volte, quando ci presentano una persona che non conosciamo, siamo talmente concentrati sul pronunciare il nostro nome e fare una buona impressione, da non riuscire a ricordarci a distanza di pochi secondi neanche l’iniziale del suo nome. Sconosciuto era e sconosciuto, resta a causa della nostra mancanza di attenzione. Livello soglia di concentrazione 8 secondi, meno di un pesce rosso, che resiste per un secondo in più. "In ogni momento della nostra vita siamo sottoposti a mille stimoli diversi, non siamo più allenati a concentrarci su un compito per un periodo prolungato ma tendiamo ad alternare la nostra attenzione su una moltitudine di stimoli. Non a caso il premio Nobel per l'economia Herbert Simon diceva che la ricchezza di informazione crea povertà di attenzione" ha spiegato a Fanpage.it il professor Giuseppe Iannoccari neuropsicologo e presidente dell'associazione Assomensana.

Perché la nostra soglia di concentrazione è così bassa

Quale è stata l'ultima volta in cui vi siete concentrati su un'unica attività per più di un'ora? Quando è che avete messo da parte lo  smartphone o avete spento la tv per dedicarvi a qualcosa in maniera assoluta? Se non riuscite a ricordarvelo vuol dire che è passato decisamente troppo tempo. "Se vogliamo fare un paragone marino, visto che siamo ad agosto, possiamo pensare che oggi è come se tutti noi facessimo snorkeling. Viaggiamo a pelo d'acqua, vediamo tanto fondale, ma non scendiamo mai a fondo su un particolare. Al contrario invece dei sub che scendono in profondità, restano su un punto ben preciso e lo esplorano fino in fondo". Oggi si usa il termine inglese switchare per indicare il continuo passaggio da un'attività a un'altra. "Fino a qualche anno fa riuscivamo a essere concentrati su un solo argomento o su un solo compito, ci veniva più facile approfondirlo con delle ricerche per conoscerne tutti i dettagli. Oggi invece abbiamo troppi input e perdiamo continuamente l'attenzione. E siamo talmente abituati a questo shift, a questo cambio continuo, che è anche difficile restare senza stimoli". Siamo famelici non riusciamo a stare senza far niente e neanche a provare noia. "Se proprio non abbiamo nulla da fare scrolliamo in continuazione il telefono. Secondo uno studio lo facciamo almeno 150 volte al giorno, ma non per qualche esigenza lavorativa o per informarci e basta, ma per colmare il temporaneo vuoto di stimoli".

Le donne e la capacità multishifting

Si parla sempre della capacità multitasking delle donne, ma in realtà le donne più che tenere sotto controllo tante attività allo stesso momento, sono in grado di passare in maniera fluida da un'attività a un'altra. "Le donne hanno la capacità di fare più cose in rapida sequenza e questa caratteristica si chiama multishifting. L'uomo in questo fa decisamente più fatica – spiega Iannoccari – E deve fare una cosa per volta". Il vantaggio per le donne è quindi quello di riuscire anche a portare a termine più cose contemporaneamente, ma come sempre c'è anche un lato B. "Non focalizzandosi su un solo elemento per volta resta loro meno traccia di quello che hanno fatto. L'uomo invece ha una memoria più stabile di quello che ha svolto a fronte di una maggiore lentezza nel portarlo a termine". 

Se siamo distratti è anche colpa delle tecnologie

Pur senza rinnegare la loro importanza e la loro necessità non si può fare a meno di incolpare le nuove tecnologie se la nostra capacità di restare concentrati su un compito a lungo oggi è così frammentata. "Possiamo stare anche trenta, quaranta minuti con in mano il nostro smartphone a sfogliare notizie e post sui social network, senza però mentalizzare e approfondire nulla. Leggiamo un post e subito dopo lo dimentichiamo". Anche la lettura di un articolo o di un libro oggi è davvero complicata: per leggere abbiamo bisogno che sia accattivante e che sia in grado di catturare completamente la nostra attenzione. "In questo le tecnologie sono colpevoli di non aiutarci a mantenere l'attenzione su uno stesso elemento per un periodo prolungato. Mettiamo in paragone due giochi, uno sullo smartphone, Ruzzle, e un altro da tavolo, Scarabeo. Con il primo è vero alleniamo la velocità, la prontezza di riflessi e di individuare parole ma dopo due minuti finisce. Scarabeo invece, che si basa sempre sulla capacità di comporre parole di senso compiuto utilizzando le lettere a disposizione, allena e sviluppa la capacità di concentrazione perché quando giochiamo abbiamo a disposizione un tempo più lungo e meno frenetico". 

Come allenare la concentrazione

Ma visto che siamo in vacanza e abbiamo più tempo da dedicare a noi, possiamo provare ad allenare la nostra concentrazione attraverso alcuni esercizi. "Cimentiamoci nei compiti che richiedono continuità e tempo. In primis con la lettura. Impegniamoci a leggere un articolo per intero e poi, per evitare che la mente vada altrove, proviamo ad esempio a contare tutte le parole che all'interno dell'articolo iniziano con una lettera specifica. Oppure contiamo tutte le virgole o tutte le congiunzioni. Quest'esercizio fa sì che in un contesto ricco di informazioni e contenuti ci concentriamo su qualcosa di specifico. Contiamo le parole e basta, senza farci distrarre da altro. Si chiama attenzione selettiva e serve a restare concentrati su uno stesso compito". Un esercizio simile possiamo farlo anche ascoltando una canzone o un podcast. "Molto spesso tendiamo a seguire un programma o una canzone per qualche minuto e poi ci distraiamo pensando ad altro. Questo perché il nostro network di default tende a far vagare la mente. Per questo dobbiamo allenare il suo antagonista, il sistema esecutivo centrale, per far sì che lo contrasti. Allora per esempio quando ascoltiamo una canzone o un podcast per restare concentrati proviamo a ripetere in mente quello che viene detto. Creiamo una sorta di eco mentale in modo che ci sia una ripetizione delle parole che stiamo ascoltando, finalizziamo l'ascolto come esercizio". Si tratta di esercizi semplici da fare sotto l'ombrellone (e non solo, potremmo farlo diventare un'abitudine) per migliorare la nostra capacità di concentrazione.

Un trucco per memorizzare i nomi

Ma torniamo alla questione iniziale. Come fare a ricordare un nome di una persona appena conosciuta? Anche in questo caso il professor Iannoccari ha un suggerimento per tutti i distratti. "Quando ci presentiamo a qualcuno l'attenzione in realtà è sempre rivolta verso sé stessi e non verso l'interlocutore. Allora intanto impegniamoci a spostare il focus sull'altro e poi cerchiamo di non presentarci mai per primi. Aspettiamo che sia l'altro a dire il suo nome e ripetiamolo subito. Cerchiamo poi di usare il suo nome anche durante la conversazione, per consolidarne la traccia nella nostra memoria e per facilitare anche un rapporto più cordiale. E anche quando ci salutiamo ripetiamo il suo nome, così che sia quasi del tutto azzerata la possibilità di dimenticarlo". 

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