Ruth Bader Ginsburg, il giudice che combatteva le disuguaglianze: una vita spesa accanto alle donne
Una vita dedicata ai diritti delle donne, alla difesa dell’uguaglianza di genere: Ruth Bader Ginsburg, nata a Brooklyn nel 1933, col suo instancabile lavoro si è guadagnata un posto nella storia. Lo scorso 18 settembre è venuta a mancare, a causa di un tumore al pancreas. Oggi il mondo la celebra ricordandone le battaglie, quelle sentenze emanate presso la Corte Suprema che hanno permesso alla società di fare dei passi avanti in materia di discriminazioni tra uomo e donna. Lei stessa aveva pagato sulla sua pelle le “conseguenze” dell’essere nata donna in una società maschilista. A causa del suo sesso ebbe difficoltà a trovare lavoro dopo la laurea, conseguita in Giurisprudenza alla Columbia University. E anche i suoi primi incarichi come docente presso la Rutgers University le vennero retribuiti con uno stipendio inferiore rispetto ai colleghi maschi.
Giudice e icona liberal della Corte Suprema
Ruth Bader Ginsburg ottenne la carica di giudice della Corte Suprema nel 1993: ad oggi possono vantare questo titolo prestigioso solo quattro donne. Durante la sua carriera la Ginsburg ebbe particolarmente a cuore i diritti delle donne, calpestati in ogni ambito: da quello sanitario a quello lavorativo. La sua missione è stata difenderle dalla discriminazione, dal sessismo e dalle disuguaglianze di genere. In un discorso tenuto alla Stanford's Memorial Church, a chi le chiedeva come volesse essere ricordata dopo la sua morte rispose:
Come un giudice che ha lavorato il più duramente possibile e al meglio delle proprie capacità per fare la cosa giusta.
Le sentenze storiche
Ruth Bader Ginsburg ha discusso davanti alla Corte Suprema innumerevoli cause per discriminazione di genere. Ad esempio è ricordata per aver dichiarato incostituzionali le regole del Virginia Military Institute, che non ammetteva l'ingresso di allieve. A proposito, invece, della differenza di salario tra uomini e donne, a lei dobbiamo il Lilly Ledbetter Fair Pay Act redatto dal Congresso. Tutela i lavoratori dalla discriminazione basata sul sesso (ma anche sull’età, la religione, la nazionalità) ed è stato il primo disegno di legge che Barack Obama ha firmato quando è entrato in carica nel 2009. È stata poi una convinta sostenitrice del diritto all'aborto, ribadendo che si tratta di una scelta sofferta e dolorosa che però ogni donna deve poter prendere in totale libertà e autonomia. Nessun Governo dovrebbe mai controllare questa decisione al suo posto. La Ginsburg sognava un Congresso realmente al lavoro per il bene del Paese e meno legato a logiche di partito, così da garantire al popolo una legislatura degna degli Stati Uniti. «Spero che quando questo giorno arriverà io sarò ancora viva»: così non è stato, anzi quel giorno è ancora lontano dall'arrivare.