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Rifiuta di partecipare al torneo di scacchi, l’avrebbero obbligata a indossare il velo

Anna Muzychuk è una campionessa ucraina di scacchi ma di recente ha rifiutato di prendere parte a un famoso torneo in Arabia Saudita. La ragazza avrebbe dovuto indossare il velo durante le gare ma, piuttosto che accettare questa regola che viola i diritti femminili, ha preferito ritirarsi.
A cura di Valeria Paglionico
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Anna Muzychuk è una ragazza ucraina di 27 anni, è campionessa mondiale di scacchi, vanta moltissimi successi internazionali, detiene il titolo mondiale per due discipline di scacchi veloci, rapid e blitz, ma di recente ha rifiutato di gareggiare in Arabia Saudita al Rapid and Blitz Chess Campionship di Riad. La gara mette in palio un montepremi spettacolare e in soli 5 giorni le avrebbe fatto guadagnare cifre da capogiro ma, nonostante ciò, la giovane ha deciso di rinunciarci.

Il motivo è molto semplice: non ha alcuna intenzione di piegarsi alle regole del paese, di indossare il velo o di essere scortata perché donna. Ha spiegato le sue ragioni in un post condiviso su Facebook che sta facendo il giro del web. Anna ha dichiarato:

Per non giocare secondo le regole altrui, non indossare un velo, non essere scortata in giro e non sentirmi una sottospecie umana. In cinque giorni avrei guadagnato più che in una dozzina di eventi combinati. Tutto ciò è seccante, ma la cosa più triste è che a nessuno sembra davvero importare.

Non è la prima volta che capita una cosa simile, l'anno scorso anche la campionessa di scacchi Nazi Paikidze si era rifiutata di prendere parte ai Campionati mondiali femminili a Teheran poiché non voleva indossare lo hijab durante le gare, come previsto dal regolamento. A dispetto di quanto si aspettava, però, Anna sta ottenendo un grandissimo seguito, tanto che il suo post ha ottenuto oltre 54.000 condivisioni. La speranza è che la sua lotta possa portare a dei risultati concreti nel campo dei diritti femminili, così che nessuna donna si senta più obbligata a indossare il velo per questioni religiose o culturali.

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