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“Razzista e diseducativa”, la campagna Versace con Gigi Hadid scatena le polemiche

Sono passati pochi giorni da quando Versace ha lanciata la nuova campagna Autunno/Inverno 2016-17 con Gigi Hadid e già sono arrivate le prime critiche. Sul web gli scatti sono stati definiti “razzisti e diseducativi”. Ecco la risposta di Donatella Versace alle accuse.
A cura di Valeria Paglionico
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Solo qualche giorno fa è stata lanciata la nuova campagna pubblicitaria per la collezione Autunno/Inverno 2016-17 di Versace e il web si è già scagliato contro il marchio. Nelle immagini, le due testimonial Gigi Hadid e Karlie Kloss vengono presentate come delle mamme mentre passeggiano mano nella mano con figli e mariti, rimandando a un’idea di “famiglia perfetta”.

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Poco dopo il lancio delle foto, gli utenti del web si sono ribellati, sottolineando che i bambini accanto alle top sono troppo grandi per essere loro figli, visto che Gigi Hadid ha 21 anni e Karlie Kloss 23. Secondo loro, la cosa darebbe un esempio antieducativo poiché è come se si incitassero le ragazze a diventare mamme in età adolescenziale. La Maison è stata dunque accusata di aver creato una campagna pubblicitaria inverosimile.

A scatenare le critiche più forti, però, è stato un altro dettaglio: il bambino di colore portato nel passeggino non viene tenuto con una cinta ma con una catena. La cosa è stata vista come una forma di razzismo poiché richiamerebbe lo schiavismo subito dalle popolazioni afroamericane nei secoli passati. Donatella Versace non ha potuto fare a meno di reagire, dichiarando al Daily Telegraph:

Il mio nome è Versace e non riesco a fare le cose in maniera tranquilla. E' questione del mio sangue e della mia famiglia. Siamo abituati a far rumore e alle polemiche, ma non torniamo indietro con le nostre idee. Questo è il motivo per cui le nostre campagne sono sempre state così audaci e perché la mia famiglia ha sempre provocato. La vita sarebbe così noiosa se tutti facessimo sempre le stesse cose.

La stilista ha dunque dimostrato quanto siano ridicole e inconsistenti le critiche rivolte nei confronti del suo brand, da sempre simbolo di provocazione e audacia. A differenza di molte altre campagne pubblicitarie lanciate all'interno del fashion system, questa non era poi così estrema e assurda e mettere sotto accusa il  marchio per l'età dei bambini o per l'uso delle catene sembra essere solo un modo per screditare il nome della Maison. A quanto pare, però, non è servito a nulla: le polemiche si sono dimostrate decisamente infondate e inconsistenti.

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