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Quello dei baby influencer sui social è lavoro minorile: la Francia approva una legge per tutelarli

Bambine che sponsorizzano prodotti, bambini che guadagnano milioni sui social grazie a video e pubblicità: ma chi tutela il loro lavoro, visto che di questo si tratta? La Francia ha approvato una legge che regolamenta il lavoro in rete dei baby influencer, che anche se celebrità restano innanzitutto minori da proteggere.
A cura di Giusy Dente
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Anastasia Radzinskaya, ha 5 anni e sui social ha guadagnato circa 18 milioni di dollari nel 2019
Anastasia Radzinskaya, ha 5 anni e sui social ha guadagnato circa 18 milioni di dollari nel 2019

Da semplici strumenti di intrattenimento e condivisione i social sono diventati una fonte di guadagno. E non vale solo per gli adulti, ma anche per i bambini. La loro forte esposizione mediatica è diventata nel tempo lavoro vero e proprio con tanto di guadagni. Così è nata una nuova figura, quella del baby influencer. Da tempo si discute di questo fenomeno, non solo per salvaguardare la loro privacy ma anche per proteggerli dallo sfruttamento con leggi apposite. Perché il confine tra l'innocente svago infantile e il lavoro imposto dai genitori è molto sottile. La Francia pare sia arrivata a un dunque con una regolamentazione che riguarda i baby influencer, quelle celebrità che pur avendo un notevole seguito online restano comunque prima di tutto minori da tutelare.

Il lavoro dei baby influencer è lavoro minorile

In Francia il Parlamento adotta una nuova legge che regolamenta il lavoro dei baby influencer, equiparandolo alla disciplina in materia di lavoro minorile. Il loro lavoro, dunque, diventa tutelato al pari di quello dei baby attori e delle baby celebrities del mondo dello spettacolo. Proposta lo scorso anno, è stata votata dall'Assemblea nazionale martedì e approvata con 69 voti. Si chiama Sfruttamento dell’immagine dei bambini sulle piattaforme online e il testo si deve al parlamentare Bruno Studer (LREM). Tale legge obbliga i genitori a versare tutti i guadagni dei loro figli influencer (a volte anche milioni di euro) su un conto bloccato unicamente a loro intestato, a cui avranno poi accesso raggiunti i 16 anni di età. Introduce anche la possibilità del diritto all'oblio, cioè la rimozione di tutti i contenuti dai social se espressamente richiesto dal bambino e la definizione di un orario di lavoro inquadrato in base all'età. Bisognerà inoltre dichiarare esplicitamente il tempo che il minore dedica alla realizzazione dei video e il reddito che ne deriva. L'attenzione di questa legge è rivolta soprattutto alle piattaforme video dove i minori, ovviamente sollecitati e aiutati dai genitori, si cimentano in contenuti di varia natura, anche molto curati e tutt'altro che casalinghi, che generano tanto traffico. E tutte queste visualizzazioni si convertono in guadagni, grazie agli inserimenti pubblicitari o agli sponsor. La legge vuole anche che proprio queste piattaforme veicolino maggiore informazione sulla legislazione in vigore, per meglio combattere lo sfruttamento a fini commerciali dell'immagine dei minori ed evitare contenuti che vadano a ledere la loro dignità o integrità fisica. In caso di violazione o mancato rispetto di tali obblighi, potrebbero esserci sanzioni.

I guadagni dei baby influencer

Secondo la nuova legge francese che regolamenta i guadagni dei baby influencer, al compimento dei 16 anni troverebbero un bel gruzzoletto messo da parte piccole celebrità di Youtube come Anastasia Radzinskaya e Ryan Kajo. La prima ha 5 anni e sui social ha guadagnato circa 18 milioni di dollari nel 2019. Meglio di lei il secondo, sul canale Ryan's World da quando aveva appena 3 anni. Oggi ne ha 8: il bimbo prodigio texano con i suoi video ha guadagnato 26 milioni di dollari su Youtube nel 2019, detenendo il primato della classifica di Forbes.

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