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Quanta acqua devono bere i bambini: tutte le regole della pediatra per una corretta idratazione

Troppo preoccupati dall’alimentazione, i genitori perdono di vista quanto bevono i loro bambini. “Nei più piccoli il senso della sete non è molto sviluppato: per questo può diventare difficile comprendere quanto e quando farli bere”. La professoressa Annamaria Staiano, pediatra e vice presidente della Società Italiana di Pediatria, ci dà alcune regole per la corretta idratazione dei bambini.
Intervista a Prof.ssa Annamaria Staiano
Pediatra, responsabile del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell'Università Federico II di Napoli e vice presidente della Società Italiana di Pediatria
A cura di Francesca Parlato
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Ormai la regola l'abbiamo imparata. Un adulto deve bere in media almeno 2 litri di acqua al giorno, l'equivalente di circa otto bicchieri. Ma esiste una regola che stabilisca quanta acqua devono bere i bambini ogni giorno? Spesso i genitori, troppo concentrati sull'alimentazione del bambino (quasi sempre una lotta senza quartiere fino all'ultimo boccone) perdono di vista l'idratazione. A una (quasi) comprensibile disattenzione del genitore si aggiunge anche il fatto che nei più piccoli il senso della sete è davvero poco sviluppato e che per questo motivo è raro che un bambino chieda di bere. Per i bambini il fabbisogno quotidiano cambia in relazione a diversi fattori: "Le indicazioni in merito all’assunzione giornaliera di acqua variano in base all’età del bambino, alla temperatura, al tasso di umidità ambientale, al regime alimentare seguito ed all’eventuale attività fisica svolta – ha spiegato a Fanpage.it la professoressa Annamaria Staiano, pediatra e docente presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e vice presidente della Società Italiana di Pediatria.

Bambini e idratazione: quanta acqua bere a seconda dell'età

Il primo fattore da tenere in considerazione per stabilire quanta acqua un bambino debba bere è proprio l'età: "In linea generale, il fabbisogno di acqua è maggiore nel neonato e nel piccolo lattante (100-190 ml per chilo al giorno), per fattori legati alla differente composizione corporea, al più elevato turnover dei liquidi ed alla crescita più rapida rispetto alle età successive. Nei bambini tra i 6 mesi ed i 3 anni 600-900 ml al giorno; in età scolare circa 1100 ml; nell’adolescente circa 1500-2000 ml". A proposito di lattanti è bene ribadire a tutte le neomamme che si chiedono se il loro latte sia sufficiente, che dare acqua ai proprio bambini non è necessario: "L’allattamento al seno è sufficiente per il neonato. Il bambino allattato al seno non ha bisogno di integrare acqua, oltre a quella che assume poppando. Nel caso in cui il latte materno non fosse disponibile, per la ricostituzione delle formule adattate si devono utilizzare acque minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore ai 50 mg/L) o oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/L), che abbiano un contenuto di nitrati uguale o inferiore ai 10 mg/L. A partire dall’anno di vita si possono inserire anche acque minerali o di fonte con un residuo fisso minore di 1500 mg/L". Tra i fattori da tenere in considerazione per quel che riguarda l'idratazione del bambino c'è anche l'attività fisica. Un bambino che gioca a basket, va a nuoto oppure gioca a calcetto avrà un fabbisogno maggiore di acqua: "Nel caso in cui il bambino svolga attività fisica, è importante incrementare gli apporti. Si consiglia una pre-idratazione, prima di iniziare l’attività sportiva, compresa tra i 90-180 ml (fino ai 40 kg di peso corporeo) ed i 180-360 ml (se il peso del bambino è superiore ai 40 kg ); durante l’attività fisica è consigliata l’assunzione di almeno 150-240 ml ogni 20 minuti; al termine dell’attività si suggerisce un introito tra i 220 e 330 ml/kg di peso per reintegrare le perdite (tenendo conto anche dell’intensità dell’attività fisica e dell’entità delle perdite)".

Acqua frizzante o naturale per i bambini: quale scegliere?

Sono tanti i bambini, che già molto piccoli, manifestano una predilezione per l'acqua con le bollicine: "Le acque minerali rese frizzanti per l’aggiunta di anidride carbonica non sono consigliabili prima dei 4 anni, mentre quelle effervescenti naturali possono essere utilizzate a partire dal primo anno, dopo averne ridotto leggermente l’effervescenza (agitandola e facilitando la fuoriuscita dei gas)". Giusto quindi optare per dell'acqua naturale, evitando di far prendere questo vizio ai più piccoli.

Acqua fredda? No grazie

Quando il caldo avanza, l'acqua fredda diventa un miraggio, una fonte per rinfrescarsi. Ma attenzione: i bambini devono bere soltanto acqua a temperatura ambiente. "I bambini sono molto sensibili alla temperatura dell’acqua che bevono. – spiega la Staiano – Bere acqua fredda può provocare disturbi gastrici, talvolta anche severi come la congestione. Per questo motivo bisognerebbe offrire sempre acqua a temperatura ambiente, il più simile possibile alla temperatura corporea, preferibilmente a piccoli sorsi e in più riprese". Il rischio più grave è che bevendo acqua troppo fredda il bambino possa subire una congestione: "Così come non è consigliabile farli immergere in acqua troppo fredda subito dopo aver mangiato, è preferibile evitare di far bere loro dell’acqua molto fredda durante la digestione. Infatti, quando una grande quantità di sangue viene reclutata a livello intestinale per sostenere i processi digestivi, un’alterazione repentina della temperatura dell’organismo (causata dall’acqua fredda ingerita o dall’immersione in acqua fredda) può portare ad uno squilibrio circolatorio, con conseguente scarso afflusso ematico agli organi, quali cervello ed intestino".

Tisane, bibite rinfrescanti: tutte le alternative all'acqua

Infusi, te, tisane: sono tanti i neonati a cui vengono somministrati questo tipo di bevande, con l'obiettivo di calmarli o di conciliare il sonno: "Fare bere al neonato questo tipo di bevande è inutile oltre che potenzialmente dannoso: sia perché possono interferire con la regolarità del ritmo fame-sazietà (dipendente anche alla dilatazione dello stomaco, che si riempie anche soltanto di acqua), sia perché gli si fanno assumere sostanze non previste nella naturale alimentazione del neonato". E anche per quel che riguarda i bambini un po' più grandi le regole sono piuttosto rigide: "A partire dai 6 mesi, con lo svezzamento può essere introdotta l’acqua. Ma in generale bambini al di sotto dei 5 anni non dovrebbero bere nient’altro". Bibite come succhi di frutta possono essere concesse, ma con alcune restrizioni: "I succhi di frutta sono da evitare del tutto nel primo anno di vita – avverte la Staiano – Tra 1-3 anni è ammessa una quantità non superiore a 120 ml/die; tra 4-5 anni si può arrivare al massimo a 180 ml/die". Infine una nota a parte sui soft drinks: "Non possono essere assolutamente considerati come una sorgente di acqua e per questo motivo non possono rappresentarne un sostituto".

Bere durante i pasti

Molti genitori vietano ai propri figli di bere durante i pasti perché credono che l'acqua possa spezzare l'appetito: "Bere ai pasti non è vietato. Un'adeguata assunzione di acqua migliora la consistenza degli alimenti rendendoli più digeribili. L’Istituto Superiore di Sanità suggerisce di assumere modiche quantità di acqua durante il pasto, che nell’adolescente non devono superare i 600-700 ml (circa due o tre bicchieri)"L'unico rischio di un eccesso di acqua durante un pasto riguarda la digestione: "Si consiglia di non esagerare, in quanto eccessive quantità di liquidi possono incrementare la produzione dei succhi gastrici allungando i tempi necessari per la digestione".

Cosa succede se un bambino è disidratato

Torniamo al problema iniziale: molto spesso il genitore non fa caso a quanta acqua il proprio figlio abbia bevuto nell'arco della giornata. E in estate, quando le temperature sono particolarmente alte, il rischio di disidratazione si fa più alto: "Una idratazione inadeguata si associa ad un peggioramento dello stato mentale, fisico ed  emotivo e ad un peggioramento delle performance generali". Un bambino disidratato si riconosce da alcuni sintomi piuttosto specifici: "Quando uno o più di questi sintomi si manifesta bisogna sempre rivolgersi a un medico: perdita di peso in breve tempo; scarsa reattività; pelle secca e fredda;  labbra screpolate e bocca asciutta; sonnolenza o irritabilità; diminuzione del volume delle urine che assumono un colorito scuro; occhi infossati e, nel piccolo bambino, fontanella sulla testa infossata; pianto senza lacrime". Le conseguenze della disidratazione dipendono dall'entità della diminuzione dell'acqua corporea: "Nei casi più estremi, dove c'è una riduzione maggiore del 10% del peso corporeo, abbinata a un'elevata temperatura ambientale, può esporre anche ad un serio pericolo di vita a causa del cosiddetto colpo di calore (ipertermia)". 

I consigli per educare i bambini a bere

L'abbiamo detto all'inizio: nei bambini il senso della sete è meno sviluppato e per questo motivo può essere complicato, praticamente impossibile, comprendere il loro fabbisogno. "È fondamentale educarli a bere correttamente fin dai primi anni di vita, in modo si abituino ad avere con frequenza un bicchiere o una bottiglietta di acqua in mano". E come sempre è indispensabile che anche i genitori siano un modello da seguire: "Le mamme e i papà rappresentano il primo esempio per i bambini: è con i loro comportamenti e le loro raccomandazioni che parte l’educazione dei più piccoli ad una corretta idratazione". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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