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Proteggere i bambini dai pericoli degli smartphone: come controllare senza proibire

A pochi giorni dalla tragedia di Antonella, la bambina di Palermo morta per auto soffocamento mentre si riprendeva in un video per TikTok, abbiamo chiesto alla psicologa clinica Deny Menghini, dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, come proteggere i bambini dalle insidie di smartphone e social network.
Intervista a Dott.ssa Deny Menghini
Psicologa clinica presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
A cura di Francesca Parlato
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Che gli smartphone siano degli strumenti potenzialmente pericolosi non lo scopriamo oggi. Tragedie come quelle della piccola Antonella servono purtroppo soltanto a ricordarcelo e a provare a prendere delle precauzioni. Challenge o no – ancora sono aperte le indagini per capire se si trattava davvero di una sfida su TikTok quella intrapresa dalla bambina di Palermo – dare in mano a un bambino un cellulare con le app dei social installate e connessione a internet è rischioso. "I rischi sono gli stessi di non sorvegliare un bambino piccolo che attraversa la strada o che si sporge al balcone. Il cervello di un bambino proprio per la sua struttura neuroanatomica non è in grado di poter prevedere le conseguenze e i pericoli delle azioni che compie. Per questo è sempre necessaria la supervisione di un adulto". ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Deny Menghini, psicologa clinica presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

I divieti non sempre sono utili

Sappiamo bene, soprattutto con gli adolescenti, che imporre dei divieti può essere controproducente. Per questo motivo è meglio, prima di procedere all'acquisto di uno smartphone, spiegare ai bambini e ai ragazzi quali sono tutte le regole e i limiti al loro utilizzo. "Bisogna essere molto chiari sin dal principio. Fissare degli orari di utilizzo, dei limiti di tempo, impostare il parental control e sapere che la cronologia deve restare sempre a disposizione. Bisogna spiegare ai figli che si tratta di una protezione per loro. Dirgli che in caso di truffe o raggiri, per esempio, la cronologia diventa indispensabile per poter risalire al colpevole". Vero è che alcune regole possono essere difficili da rispettare, come i limiti di tempo, per questo motivo è anche bene gratificarli a fronte di un comportamento corretto. "Se per esempio hanno rispettato le regole imposte, possiamo anche accordargli un tempo extra di utilizzo del telefono".

Il genitore deve fare il genitore

Negli ultimi anni la tendenza a diventare amici dei propri figli è diventata sempre più frequente, un dato secondo la psicologa tutt'altro che positivo. "Si tratta di un'abitudine sbagliata. Il genitore deve fare il genitore, non essere un amico. Non deve essere autoritario, ma autorevole e i bambini devono percepire nel padre o nella madre delle figure accoglienti, protettive, ma al tempo stesso in grado di porre dei limiti e di intervenire quando necessario". E altrettanto importante è che i genitori siano un modello per i propri figli, anche quando si tratta di smartphone. "Non possiamo chiedere ai nostri bambini di non usare il telefono a tavola se i genitori sono i primi a farlo. È fondamentale essere per loro un riferimento corretto".

Controllare lo smartphone dei figli: sì o no?

"Controllare è un dovere" non ha dubbi la psicologa Menghini. Impostare il parental control, verificare periodicamente che la cronologia corrisponda a quello che ci hanno detto, controllare gli account con cui interagiscono: non si tratta di regole da Grande Fratello, ma di tutele necessarie. "Anche in questo caso è fondamentale che però queste imposizioni non arrivino così all'improvviso, ma che siano il frutto di un ragionamento e di un quadro di regole chiaro imposto sin dal momento dell'acquisto. E altrettanto fondamentale è che il genitore spieghi ai figli il motivo delle regole e quali sono i rischi che si corrono sulla rete".  Un utilizzo senza controllo dello smartphone oltre a esporre il bambino ai raggiri della rete, rischia di provocare anche una dipendenza dal dispositivo. "Ce ne accorgiamo perché i suoi bioritmi inizieranno a cambiare – spiega la psicologa – farà fatica a dormire e ad alzarsi la mattina presto, mangerà di più o di meno e soprattutto sarà maggiormente irritabile".

Bambini: mai da soli con lo smartphone

La corteccia prefrontale, la zona del cervello che ci fa valutare i rischi e i pericoli delle conseguenze delle nostre azioni, impiega del tempo a svilupparsi: "La maturazione di questa zona del cervello è lenta a volte bisogna aspettare anche i 20 anni. Non dobbiamo stupirci se molti ragazzi si comportano in maniera sconsiderata, rischiando di infilarsi in situazioni anche drammatiche". I bambini e gli adolescenti non vogliono farsi vedere paurosi, non vogliono farsi vedere vulnerabili, credono di essere invincibili e non hanno paura di dimostrarlo attraverso i social. "Ma la loro incapacità di valutazione del rischio può mettere in pericolo la loro vita. Per questo quando usano i telefoni la presenza di un adulto è una regola inderogabile".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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