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Pierre Cardin raccontato dal braccio destro: «Ha sempre avuto uno stile, eleganza non provocazione»

Nel giorno della morte di Pierre Cardin, a fornire un ritratto umano e professionale dello stilista a Fanpage.it è Sergio Altieri, che ha lavorato accanto a lui per 40 anni. Lo ha ricordato come una persona semplice dalla vita poco mondana, un gran lavoratore, che guardava con un po’ di rammarico alla moda degli ultimi anni, così incline alla provocazione e poco all’eleganza.
A cura di Giusy Dente
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Un uomo dedito al lavoro, per nulla attratto dalla vita mondana, legato al concetto dell'eleganza e attento a imprimere il suo stile in ogni collezione: è questo il ritratto di Pierre Cardin che emerge dalle parole di Sergio Altieri, il quale ricorda con orgoglio a Fanpage.it quando era lui stesso a definirlo il suo braccio destro, il suo delfino. Collaboratore di vecchia data dello stilista venuto a mancare all'età di 98 anni, Altieri ha messo l'accento soprattutto sul suo amore profondo per l'arte, dalla moda al teatro all'architettura, passioni coltivate fino alla fine in modo autentico, senza mai snaturare le proprie concezioni pur di adeguarsi al panorama circostante.

«Non era il tipico stilista»

Sergio Altieri conserva bellissimi ricordi di Pierre Cardin, che ha avuto modo di conoscere e apprezzare come professionista ma anche come uomo. Era una figura molto diversa da quello che si potrebbe pensare immaginando un'icona della moda: «Si poteva bussare alla sua porta e andargli a parlare, cosa che in certi ambienti è difficile; una persona disponibile e semplice, che pur essendo cosciente della sua fama e del suo talento non si è mai atteggiata a diva, come fatto da altri stilisti. Era una bella persona, un signore: vestito sempre in modo classico ed elegante. Non l'immagine tipica dello stilista». Non aveva molte amicizie tra i colleghi e non partecipava per nulla alla vita mondana, preferendo vita semplice, poca esposizione e tanto lavoro: «Lavorava come un dannato, non sapeva cosa fosse la parola vacanza: Valentino con lo yacht, lui zero queste cose non gli interessavano. Tutto basato sul lavoro: era pieno di idee, forse aveva delle giornate di 50 ore!».

«Cardin aveva uno stile, questa cosa si è persa»

Pur rendendosi conto dei cambiamenti circostanti, secondo Altieri a fare la differenza coi colleghi era la tenacia di Cardin nel voler mantenere intatto il suo stile, assolutamente libero e senza vincoli: «Lui aveva uno stile: basta vedere una foto di un suo vestito, è subito riconoscibile». Certo, questa libertà derivava anche da una certa forza economica: «Ci sono stati tanti fallimenti nella moda, tante vendite a gruppi famosi. Armani se l'è cavata a essere indipendente, ma la maggior parte no. Lui si è potuto permettere di rimanere proprietario fino alla fine, non ha mai dovuto dipendere economicamente da nessuno: questo gli ha dato grande libertà e anche un'arroganza, perché non si può dire che fosse un gran modesto ma se lo poteva permettere». Ciò non vuol dire ignorare del tutto gli echi del proprio tempo: «Non è rimasto necessariamente solo in quella geometria di un certo tipo, ci sono state tante varianti. Per esempio è stato il primo a fare le spalline grandissime, esagerate, larghissime, un po' come si erano fatte negli anni Quaranta, ma nel suo modo moderno. È rimasto riconoscibile adattandosi: la geometria, i cerchi, ma anche certi colori, per esempio rosso e viola tipicamente Cardin».

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«Oggi l'eleganza è fuori moda, è tutto provocazione»

Nel panorama attuale sembra che il concetto di stile si sia un po' perso, a vantaggio della provocazione, della sperimentazione, della carriera: «Oggi tutto si assomiglia. Essendo scomparsi i creatori delle Maison, sono stati rimpiazzati da disegnatori che non sempre hanno rispettato lo stile iniziale. Si sono voluti affermare personalmente, penso a Galliano: si è allontanato dallo stile discreto di Christian Dior». Cardin era un attento osservatore di questi fenomeni, come racconta il suo braccio destro: «Verso la fine si era un po' stancato di vedere questo cambiamento della moda, guardava gli altri cosa facevano: questa barbarità della moda, dove l'eleganza è fuori moda. Se si vedono le vetrine di Gucci in questo momento, non si può parlare di eleganza: è una provocazione. Lui si era stancato di questo. Cardin ha sempre avuto il suo stile, però basato sull'eleganza, non la provocazione».

«Con Cardin la moda è diventata arte»

Pierre Cardin era un grande appassionato non solo di moda, ma anche di design, arredamento, architettura, teatro: insomma, di arte in ogni sua forma. Per questo un grande riconoscimento, di cui andava molto fiero, è stato per lui essere invitato all'Académie Française, una vera e propria istituzione in fatto di arte: «Lui è stato il primo, un riconoscimento enorme: ci sono i più grandi pittori, scultori, letterati. Col fatto di essere stato invitato, ha portato la moda tra le arti!».

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«Gli sarebbe piaciuto avere un figlio»

Pierre Cardin non si è mai sposato e non ha avuto figli, ma ha avuto una lunga e intensa relazione con Jeanne Moreau: «Gli sarebbe piaciuto avere un figlio con lei. Tutti sappiamo che era omosessuale, ma ha avuto questa relazione fortissima con questa donna eccezionale. Però lei non voleva, ha privilegiato la sua carriera e quindi è rimasto questo rimpianto». Difficile dire dunque cosa accadrà adesso: «Pur avendo lavorato 40 anni con lui non so cosa succederà. Lui ha sempre detto che non avrebbe mai voluto che la Pierre Cardin diventasse come Dior, con un Galliano, che venisse cioè denaturato il suo stile. Quindi si vedrà!».

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