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Perché a Natale il dolore per un lutto è più forte: 3 consigli dello psicologo per affrontarlo

A Natale i lutti e le mancanze sembrano insuperabili. Per molte persone la tristezza diventa un motivo di isolamento e il rischio è lasciarsi andare al dolore. Lo psicologo e psicoterapeuta Davide Algeri spiega come affrontare questo momento difficile e come evitare che la malinconia prenda il sopravvento.
Intervista a Dott. Davide Algeri
Psicologo e psicoterapeuta
A cura di Francesca Parlato
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Il Natale è quel momento dell'anno fatto di riti, tradizioni, famiglie che si riuniscono. Ma non per tutti questo è sinonimo di gioia e felicità. Per chi ha subito un lutto, più o meno recente, quei riti diventano infatti un meccanismo in grado di riaccendere i ricordi, e le memorie passate riaffiorano con tutto il loro dolore. "Chi ha vissuto un lutto vedrà interrotto il clima di gioia che era solito associare al Natale. E per questo motivo avrà difficoltà a vivere le feste con leggerezza" ha spiegato a Fanpage.it lo psicologo e psicoterapeuta Davide Algeri.

Non rinunciare al Natale

Chi ha perso un proprio caro quest'anno sa bene cosa vuol dire dover rinunciare alla vicinanza di parenti e amici e anche di un rito come il funerale: "Il saluto, individuale e collettivo, è venuto meno. Avevano entrambi un forte aspetto simbolico, di accompagnamento della persona cara nel passaggio dalla vita alla morte. E il funerale era importante anche per sentire la vicinanza delle persone più care. Oggi invece la vicinanza è qualcosa da temere e per questo la tristezza rischia davvero di prendere il sopravvento". E per evitare di essere sopraffatti dalla malinconia, in un periodo delicato come le festività natalizie, è bene provare a fare un piccolo sforzo su sé stessi. Rinunciare al Natale e a tutti i suoi riti rischia di essere controproducente: "Meglio cercare di fare qualcosa per poterlo comunque collegare in futuro a un ricordo positivo. Bisogna ridefinire il Natale anche in piccolo, in modo da non associarlo a un ricordo triste". Evitiamo di lasciarci andare al malumore e al magone, così da proteggere anche i prossimi Natali. "Certo, soprattutto chi ha vissuto un lutto recente dovrà fare un po' di sforzo in più, a volte si prova un senso di colpa soltanto all'idea di festeggiare. Ma non bisogna fare grandi cene, come se non fosse successo nulla. Dobbiamo semplicemente tenere in considerazione il fatto che alcune emozioni, come la gioia, ci aiutano proprio ad affrontare i momenti più complicati".

1. Non isoliamoci

Se le mancanze diventano troppo pesanti da affrontare, se il Natale sta riaccendendo i dispiaceri, possiamo provare a mettere in atto alcune piccole strategie per evitare di essere sopraffatti dalla tristezza. Il primo consiglio dello psicologo riguarda la solitudine. Evitiamo di passare troppo tempo da soli (senza infrangere le disposizioni di sicurezza del Governo) e circondiamoci di persone a cui vogliamo bene. "Facciamo videochiamate, scriviamo, sentiamoci al telefono: evitiamo di chiuderci in noi stessi".

2. Dedichiamo un tempo al ricordo

Quando perdiamo una persona cara tutti noi ci pensiamo in continuazione. "Pensiamo a quello che è stato, a quello che poteva essere e a quello che non sarà più". E rischiamo di passare le nostre giornate avvolti nel ricordo, dimenticandoci di vivere. "Dedichiamoci al ricordo all'interno di un preciso momento della giornata, per 15 o 20 minuti. Concediamoci quel dolore, concentriamo lì tutto il nostro pensiero. Possiamo ad esempio recuperare delle foto, piangere se ne sentiamo la necessità. Ma l'importante è circoscrivere il dolore all'interno di quel tempo". Al contrario invece quando desideriamo uscire dal dolore e ci sforziamo di non pensare alla persona che non è più con noi, rischiamo di fare peggio e di soffrire ancora di più. "Se ce lo concediamo vuol dire che possiamo farne a meno. E potremmo riuscire a elaborare la perdita. Elaborare un lutto vuol dire infatti trattenere il ricordo ma lasciare andare via il dolore".

3. Scrivere una lettera

L'ultimo consiglio consiste nello scrivere una lettera alla persona che non abbiamo più. "A volte ci sono dei sospesi. Soprattutto per chi ha perso un parente in questo periodo in ospedale e non ha avuto la possibilità di dire Ti voglio bene o di chiedere scusa. Scrivere una lettera potrebbe aiutare a buttare giù tutto quello che avremmo voluto dire. Sembra banale ma invece aiuta molto. La persona in questo modo si libera". E una volta scritta la lettera ci sono due possibilità, riporla in un cassetto oppure scrivere anche una risposta. "A volte si può provare a creare un dialogo. E scrivere la risposta della persona che è venuta a mancare. Quando perdiamo qualcuno la comunicazione si interrompe e in questo modo possiamo provare a riattivare questo canale".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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