Palatoschisi: come si cura la patologia che colpisce ogni anno in Italia 600 bambini
Ogni anno in Italia circa 600 bambini nascono affetti da una labiopalatoschisi (conosciuta anche come labbro leporino): una malformazione congenita caratterizzata dalla mancata fusione del labbro, della gengiva, del palato duro e molle su un lato o tutti e due i lati del volto. "Le varianti di questa patologia sono tante – ha spiegato a Fanpage.it il professor Mario Zama, responsabile della Chirurgia Plastica e Maxillo Facciale dell'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma – Ci può essere una semplice schisi del labbro, senza coinvolgimento della gengiva o del palato, o altre forme in cui è coinvolto soltanto il palato posteriore".
La diagnosi e le cause
In alcuni casi la presenza di una patologia come questa si può diagnosticare già in epoca prenatale con l'ecografia: "Solitamente se sono coinvolte labbra e gengive, è possibile vederlo già con l'ecografia morfologica. Diverso è invece il caso in cui sia coinvolto soltanto il palato. In quel caso accorgersene prima del parto è più difficile". Non esiste un causa specifica di questa patologia: "Per questo motivo viene definita una patologia multifattoriale – spiega il professore – L'incidenza nei paesi europei è di 1 bambino su 700/750 nati vivi (in Italia si stima che ne nascano ogni anno circa 600)".
Come affrontare la labiopalatoschisi
La labiopalatoschisi e la palatoschisi possono avere delle ripercussioni su diversi aspetti della vita del bambino e non soltanto quelli estetici."Problemi di linguaggio, di udito, di respirazione e anche psicologici, possono insorgere nel corso degli anni" avverte il professor Zama. Il coinvolgimento della famiglia nell'affrontare questa patologia inizia da subito: "I genitori sono immediatamente edotti su quello che sarà il percorso da seguire. Purtroppo si tratta di una malattia che inizia da prima ancora della nascita e che termina a 18 anni. Il paziente dovrà affrontare interventi chirurgici e controlli durante a crescita". I protocolli d'intervento possono essere diversi: "Al Bambin Gesù nel caso di palatoschisi si procede con una ricostruzione del palato a sei mesi, quando il bambino sta iniziando a parlare, in modo da garantirgli la possibilità di sviluppare il linguaggio. Se invece è coinvolto soltanto il labbro, l'intervento potrà essere anticipato anche a tre mesi. Nel caso invece siano coinvolti labbro e palato, la ricostruzione avviene in due tempi, a distanza di circa tre mesi, e un ulteriore intervento avverrà tra i 7 e i 9 anni. Solitamente i bambini nati con questa patologia quando diventano più grandi chiedono anche un intervento al naso che quasi sempre si sviluppa in maniera anomala". Indispensabile sarà sicuramente anche fare logopedia: "La maggior parte dei bambini dovrà fare un training rieducativo del linguaggio e per impostare correttamente i movimenti della bocca".
L’importanza di un’équipe multidisciplinare
La resa ottimale dell'intervento chirurgico è fondamentale per la guarigione, ma è altrettanto indispensabile garantire ai bambini un'infanzia e un'adolescenza serena: "Il nostro lavoro è non solo curare ma anche prevenire l'insorgere di alcune problematiche legate alla labiopalatoschisi, come ad esempio quelle psicologiche. L'obiettivo è arrivare a fine crescita con un risultato ottimale che comprende l'aspetto fisico, il linguaggio e l'occlusione, con uno sviluppo psicomotorio e un inserimento felice nella vita sociale e lavorativa". E visto che questa patologia abbraccia tanti aspetti della vita del paziente è fondamentale scegliere accuratamente i professionisti a cui rivolgersi: "Io consiglio di affidarsi sempre a centri specializzati, dove a seguire i pazienti non ci sia solo un chirurgo, ma un'équipe multidisciplinare di esperti (pediatrici) in grado di curare e valutare ogni bisogno del paziente".