Non ci sono lavori da donne e da uomini, Angelica Donati: “Competenze prima di tutto”
Finanza, costruzioni, edilizia, innovazione: la carriera di Angelica Donati si è snodata in settori diversi, settori che considerati tradizionalmente "maschili". Questo non l'ha scoraggiata, grazie anche all'appoggio della sua famiglia, pronta a sostenere le sue scelte professionali, a lasciarla libera di seguire i propri sogni. Difficoltà e pregiudizi non sono mancati: una storia comune a tutte le donne che riescono a raggiungere posizioni importanti, ma il cui valore pare debba necessariamente essere sminuito per la giovane età o per l'avvenenza. Tutto è cominciato con una formazione accademica nel Regno Unito, per poi tornare in Italia e dedicarsi al business familiare nella Donati S.p.A. Nel corso dell'intervista ha raccontato come è riuscita a realizzarsi professionalmente, ammettendo di non aver avuto in realtà le idee sempre chiare. Anzi, ha sperimentato molto: all'esperienza manageriale Angelica Donati, figlia di Milly Carlucci e dell'imprenditore Angelo Donati, ha affiancato anche l'impegno nell'associazionismo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma su una cosa non ha mai avuto dubbi: nessun interesse per il mondo dello spettacolo!
Non esistono lavori da donne e da uomini
Le mamme fanno certe cose e i papà certe altre: ci hanno insegnato così. Ma oggi questi pregiudizi pesano un po' di più eppure resistono in alcuni settori. Scienza, imprenditoria, tecnologia: qui l'inserimento femminile soprattutto ai vertici è ancora guardato con sospetto. Questa percezione l'ha sperimentata anche Angelica quando ha cominciato a inserirsi nel mondo del lavoro, anche se non è stata per lei un peso o un impedimento: "Bisogna fare un lavoro molto importante proprio a partire da scuole elementari e medie per spiegare ai bambini che non ci sono lavori per un genere o per un altro, che siamo tutti qualificati e capaci per fare tutto".
I pregiudizi verso una donna giovane e bella
Angelica è sempre stata incoraggiata a seguire i propri sogni, a fare ciò per cui si sentiva portata, ma sa benissimo che non per tutte è così. E in ogni caso, lo scontro con gli stereotipi presto o tardi avviene sempre. Essere una giovane donna che ha fatto carriera, espone a tutta una serie di pregiudizi di cui lei stessa è stata vittima: "Una volta avevo una riunione, la persona che dovevo incontrare pensava fossi la segretaria e mi ha chiesto di portargli un caffè. È legato non solo al genere, ma anche all'età. Ci sono pregiudizi sui giovani che vanno superati". E oltre all'età, anche l'aspetto fisico ha la sua incidenza: "C'è tanta strada da fare perché ci sia neutralità sul genere di una persona quando la si valuta".
Le competenze contano più del genere
Quando si è trattato di scegliere il Consiglio di ANCE Lazio (Associazione Regionale dei Costruttori Edili) Angelica si è soffermata unicamente sulle competenze, senza guardare il sesso e può orgogliosamente affermare che la maggioranza è costituita da donne. Quello delle costruzioni è un settore che è stato sempre a prevalenza maschile, ma le cose stanno cambiando: "In Italia la maggior parte delle imprese sono a conduzione familiare, si hanno figli e figlie ed entrambi stanno iniziando a voler entrare nel mercato. Non c'è più la vecchia distinzione che il figlio maschio va in azienda e la figlia femmina va a fare altro".
Famiglia o carriera?
Angelica è un'imprenditrice di seconda generazione consapevole delle difficoltà che una donna incontra, nel voler fare carriera. Sono difficoltà legate a due fattori: "Le culture mediterranee hanno un approccio della divisione dei ruoli maschile-femminile molto diverso da quelle nord-europee. E poi è legato a una forte mancanza di welfare che incentivi le giovane donne ad affacciarsi sul mondo del lavoro". In mancanza di questi aiuti, diventa difficile anche realizzarsi sul doppio binario lavoro-famiglia: "Chiedere di scegliere oggi è anacronistico, ma ci si sente in dovere di doverlo fare. Una donna non mette sù famiglia con la stessa "leggerezza" di un uomo. Per un uomo sposarsi e avere figli fa parte del percorso. Per tante donne purtroppo il fatto di volere un figlio, avere un figlio, essere incinta o aver appena partorito è una macchia nera sul suo percorso lavorativo".
Non avere le idee chiare non è un limite
Prima la finanza, poi il marketing, poi l'azienda di famiglia: Angelica è una professionista che si è concessa di spaziare, di cambiare idea, di dedicarsi a più cose durante la sua formazione: "In un mondo internazionale e interconnesso è normale esplorare di più e cercare la propria identità per più tempo". In questo spaziare, però, non si è mai soffermata sul mondo dello spettacolo, che su di lei non ha mai avuto forte presa, forse proprio perché lo ha sempre vissuto in qualche modo "dietro le quinte" attraverso il grande successo di sua mamma, Milly Carlucci. Di base, il mondo dello spettacolo così come qualunque altro lavoro richiede competenze specifiche: "Non ho alcuna vena artistica: non so ballare, non so cantare, sarei del tutto non idonea! Vedo il grande lavoro che ci va dentro, come in tutti gli lavori: competenze prima di tutto".
C'è bisogno di più donne al vertice
Il fatto che le donne stiano mostrando di avere competenze trasversali, anche in quei settori da cui da tempo si sono sentite in qualche modo escluse, sta ampliando gli orizzonti delle nuove generazioni. Ciò che un tempo non era permesso, ciò che nessuna magari osava neppure sognare, grazie al coraggio, all'intraprendenza e alla lungimiranza di alcune sta diventando una possibilità per tante altre. Per questo c'è bisogno di educare le giovani donne a portare avanti ciò in cui credono, senza soffermarsi su giochi di ruolo ormai antiquati: "Se hai donne al vertice queste fanno da calamita e portano sù nei ranghi dell'azienda donne che vedono ad esempio colei che è arrivata fino a lì, vogliono emularla. Ma non perché serve un idolo, ma perché devono sapere che è possibile. Le ragazzine dovrebbero avere lo stimolo di fare ciò che si sentono di fare, non solo le cose considerate da donna".
Milly Carlucci, più che una mamma un esempio
L'appoggio dei genitori per Angelica è stato una spinta importante: è stata sempre libera nelle sue scelte professionali, nessuno le ha posto limiti, anzi l'hanno incoraggiata nel realizzarsi in ciò che sentiva affine, in ciò verso cui la passione la spingeva. Un ruolo importante lo ha avuto proprio sua mamma, Milly Carlucci: "Non mi ha mai fatto mancare niente, è una donna e una madre meravigliosa. Mi ha sempre incoraggiato a fare il massimo, ad avverare i miei sogni così come mio padre. Il fatto che nessuno mi abbia mai detto: questo non lo puoi fare, mi ha spinto a fare tutto quello che volevo. Se non ti poni dei limiti e a casa non te li impongono hai più possibilità". Angelica ha semplicemente inseguito i propri sogni e coltivato le proprie passioni. E la speranza per il futuro è che soprattutto le nuove generazioni prendano consapevolezza del loro potenziale, senza farsi sminuire da frasi come "questo non fa per te perché sei donna" o "non ce la farai perché non sei un uomo".