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New York potrebbe avere il primo sindaco donna: l’elezione di Maya Wiley è una concreta possibilità

Dopo le primarie del Partito Democratico e Repubblicano di giugno, a novembre si terranno le elezioni che decreteranno il nuovo sindaco di New York, dopo Bill De Blasio. Uno dei nomi più forti per la nomination democratica è quello di Maya Wiley. Se eletta, sarebbe la prima donna afroamericana sindaca della Grande Mela.
A cura di Giusy Dente
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Maya Wiley in campagna elettorale a New York
Maya Wiley in campagna elettorale a New York

Giugno si avvicina e dunque anche la fatidica elezione del nuovo sindaco di New York. Chi succederà a Bill De Blasio? Il democratico non potrà candidarsi nuovamente, avendo già svolto due mandati consecutivi e dunque si sta preparando a cedere il testimone. Tra due mesi si terranno le primarie seguite poi dalle elezioni principali, a novembre. Le sfide che raccoglierà il prossimo sindaco sono molte, sulla scia anche della situazione creata dalla pandemia. Ma non si può dimenticare un altro fattore, che potrebbe avere una notevole influenza sulla decisione che i cittadini prenderanno nel decretare la persona che guiderà la loro città. Si tratta del movimento Black Lives Matter. Un'ondata di violenze e soprusi nei confronti delle persone nere ha scosso New York (il mondo intero in realtà), che è scesa in strada per manifestare contro il razzismo e contro la brutalità e le prevaricazioni della Polizia. Per questo, tra tutti i candidati, spicca un nome su tutti che potrebbe spuntarla: si tratta di Maya Wiley, che se eletta sarebbe la prima donna afroamericana sindaco di New York.

Chi è Maya Wiley e perché potrebbe vincere

Maya Wiley ha formalizzato la sua candidatura a sindaco di New York il 7 ottobre scorso. Classe 1964, lavora sia come avvocato che come professoressa, ma è nota anche per il suo attivismo in nome dei diritti civili (sulle orme di suo padre) e della lotta al razzismo. Inoltre è un'ex consigliere del sindaco uscente Bill de Blasio.Vive a Brooklyn col marito e le due figlie (e quattro gatti) e se la sta vedendo, in campagna elettorale, con una maggioranza di uomini. Le donne sono poche e lei è l'unica afroamericana. Ha però tutte le carte in regola per poterla spuntare, soprattutto in questa era post Trump. Non solo incarna le battaglie di questi mesi per una seria riforma della polizia in un'ottica meno violenta e meno razzista, ma è anche simbolo di empowerment femminile in una città che non è mai stata governata da una donna. A suo favore, anche lo scandalo legato alle molestie sessuali che ha coinvolto il governatore Andrew Cuomo, che hanno riportato a galla l'importanza di avere più donne di potere e di scardinare l'idea di "sottomissione" che è ancora legata alla figura femminile. Ha infatti dalla sua parte molte elettrici.

Maya Wiley in campagna elettorale a New York
Maya Wiley in campagna elettorale a New York

Il programma della candidata ruota attorno a tre grandi obiettivi: innanzitutto la riforma della polizia. L'intenzione è  rendere la città un posto sicuro per tutti, combattere la criminalità e restituire credibilità alle forze dell'ordine, la cui relazione coi cittadini è stata minata alla base da continui abusi e violenze. Tra i suoi progetti anche investimenti nelle infrastrutture per mettere in moto l'economia e creare nuovi posti di lavoro. Nel programma anche salari equi e dignitosi e assistenza agli anziani a prezzi accessibili.

Maya Wiley in campagna elettorale a New York
Maya Wiley in campagna elettorale a New York

New York ha avuto 109 sindaci, ma tutti uomini (e 108 bianchi). La città non è mai stata governata da una donna, ma il clima attuale potrebbe far sì che accada. L'elezione di una donna come sindaco della Grande Mela è un'eventualità che potrebbe concretizzarsi, data anche la forte spinta data da Kamala Harris, prima donna vicepresidente degli Stati Uniti d'America. Con lei l'emancipazione e il successo delle donne hanno acquisito una nuova importanza, un nuovo stadio di consapevolezza e con Maya Wiley il sogno americano potrebbe realizzarsi ancora e fare un ulteriore passo avanti verso una piena uguaglianza di genere.

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