Nella Preistoria le donne cacciavano al pari degli uomini, lo dice la scienza
![Ricostruzione di una scena di caccia con protagonista una donna apparsa sulla copertina di Science Advances. Immagine di Matthew Verdolivo UC Davis IET Academic Technology Services](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/11/2020/12/advanced-1200x675.jpg)
A dare il colpo definitivo per far cadere tutti gli stereotipi che riguardano le donne, e per mettere a tacere chi ancora parla di sesso debole, arrivano le cacciatrici preistoriche. No, non si tratta di super eroine, ma di donne che 9000 anni fa non si limitavano, come si è sempre creduto, al raccolto e alla crescita di bambini, ma erano anche in prima linea per le battute di caccia. A rivelarlo è una ricerca pubblicata poche settimane fa sulla rivista scientifica Science Advances, realizzata dall'archeologo Randall Haas, dell’Università della California a Davis. Durante una campagna di scavi sulle Ande in Perù, Haas con la sua squadra di ricercatori ha iniziato a lavorare ai resti di una tomba, all'interno della quale erano conservati alcuni strumenti di cui si servivano i cacciatori – si tratta di un'usanza tipica delle popolazioni del Neolitico seppellire il morto con i suoi attrezzi da lavoro – e per questo gli studi sono proseguiti nella convinzione che i resti ossei appartenessero a un uomo. Ma a un'analisi fisiologica più accurata e grazie a una proteina dello smalto dentale, tutte le supposizioni sono saltate. Quella tomba infatti apparteneva non ad un maschio, ma ad una cacciatrice femmina.
Cacciatrici preistoriche e amazzoni
"Possiamo dire che si tratta di un ritorno delle amazzoni – ha spiegato a Fanpage.it la professoressa Laura Faranda, docente di Antropologia culturale presso l'Università Sapienza di Roma – Il mito maschera sempre la storia". Questa scoperta (il ritrovamento è avvenuto nel 2018, ma l'identificazione è molto recente) fa saltare gli schemi con i quali eravamo abituati a immaginare i popoli primitivi. "Anche se la prevalenza maschile è sicuramente ineludibile, oggi sappiamo che anche in queste società parassitarie (quelle che cioè vivevano di caccia, pesca e raccolto) le donne cacciavano". Alcuni indizi però già erano venuti fuori, anche prima degli studi di Haas: "In qualche modo sapevamo già che esistevano delle donne cacciatrici e con questo studio ne abbiamo la certezza, ma direi che siamo davanti a una ricerca esaltante ma non così strabiliante. Ritorno sulle amazzoni di cui parlarono Erodoto, Plutarco e Strabone, delle figure mitiche ma che erano ispirate alle donne che formavano le comunità ginecocratiche, delle comunità di sole donne, che ovviamente vivevano anche di caccia".
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Come cambiano le comunità di cacciatori
Alla luce di questa scoperta, eliminati quindi tutti i preconcetti circa il fatto che essere cacciatori volesse dire essere uomini, Haas e il suo gruppo di ricerca hanno deciso di riesaminare altri siti di sepoltura, scoprendo che di 27 individui sepolti accanto a strumenti di caccia, 16 erano maschi e 11 femmine. Secondo Haas dunque è necessario ripensare completamente la struttura organizzativa basilare di queste comunità e uscire dal binario donna raccoglitrice, uomo cacciatore. "C'è un elemento importante però da considerare e cioè che la divisione dei ruoli si enfatizza e si sclerotizza nelle comunità sedentarie. Finché le comunità erano nomadi e vivevano soltanto di caccia e pesca, il ruolo della donna era più fluido, poteva essere cacciatrice o occuparsi del raccolto o portare avanti le gravidanze o crescere i bambini. Il passaggio a una comunità sedentaria, con la terra da lavorare, ha portato a una divisione dei ruoli e dei generi più netta". Alla base del cambio di ruolo c'è probabilmente l'istinto di autoconservazione: "Il fatto che all'interno delle comunità sedentarie le donne si occupassero meno della caccia e più della raccolta è una sorta di intuizione legata al principio di sopravvivenza. Sollevare le donne dalla caccia, in una comunità di cacciatori, significava anche preservare la specie".