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Molti vestiti che indossiamo contengono plastica: quali sono e come avere un armadio sostenibile

Abbiamo comprato la borraccia e lo shampoo solido, ma c’è un area della casa dove si nasconde moltissima plastica: il nostro armadio.
A cura di Beatrice Manca
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La plastica è una vera e propria bomba ambientale e negli ultimi anni si sono moltiplicate le azioni per combatterla da parte di cittadini e aziende. I gesti concreti che si possono fare per ridurre la plastica sono molti: c'è chi ha bandito le bottiglie d'acqua in favore di borracce e brocche filtranti, chi è passata a shampoo e saponi solidi e chi ha iniziato a comprare sfuso. Ma anche ai più attenti spesso sfugge un ambiente della casa dove si nasconde moltissima plastica: il guardaroba. Sapevi che molti dei vestiti che indossiamo ogni giorno contengono plastica? Dal poliestere al lycra, dal nylon alla viscosa, le fibre sintetiche ormai fanno parte del nostro abbigliamento ed è difficile eliminarle in toto: limitare i danni però è possibile, iniziando dal leggere bene le etichette.

1. Biancheria e calze

Da quasi un secolo la moda ha iniziato a fare affidamento sulle fibre artificiali e sintetiche perché sono molto economiche, resistenti e donano elasticità ai tessuti. Il problema è che per la maggior parte contengono derivati del petrolio: esistono alternative sostenibili, derivate da fibre naturali o materiali rigenerati, ma sono meno diffuse e più costose. Prendiamo i collant: la maggior parte sono in nylon (una famiglia di poliammidi sintetiche) o microfibre sintetiche, che le rende leggere e molto elastiche. Stesso discorso per la biancheria intima: spesso mutande e reggiseni sono un misto di cotone e elastam (o cotone e modal, o lycra) ma questo non li rende più sostenibili, sono solo più difficili da separare e riciclare.

2. Abbigliamento tecnico e sportivo

Le fibre sintetiche sono ideali per l'abbigliamento sportivo: garantiscono aderenza, elasticità e resistenza. Le tute da sub, ad esempio, sono tutte in neoprene, i comletini da yoga o da palestra di solito sono un misto di poliestere e elastane. Il problema non è solo nella produzione, ma nel lavaggio: un terzo delle microplastiche disperse in mare deriva proprio dalle nostre lavatrici. I capi sintetici (specialmente se nuovi o lavati ad alte temperature) rilasciano moltissime microfibre che non vengono trattenute, finendo nelle acque di scarico.

l'abbigliamento sportivo è in prevalenza sintetico
l'abbigliamento sportivo è in prevalenza sintetico

3. Le maglie in poliestere

Date un'occhiata ai vostri cassetti: impossibile non trovare almeno un capo che non contenga poliestere. Questa fibra è molto usata nel fast fashion perché è morbida, non si stira e si asciuga velocemente. A volte viene mischiata con fibre naturali, come lana e cotone, o con altre fibre sintetiche: acrilico per i maglioncini, spandex per i capi elasticizzati. Per questo è importante, prima di acquistare un nuovo capo, leggere bene le etichette: un capo a prevalenza sintetica è meno costoso, ma ha sicuramente un prezzo che paga l'ambiente.

4. L' eco-pelliccia e la pelle sintetica

La sostenibilità ambientale ha molte sfaccettature: un conto è essere cruelty free (cioé non recare danno agli animali) un altro è essere sostenibile e non inquinante. In questa zona grigia si trovano alcune eco pellicce: le più economiche sono prodotte in fibre sintetiche. Vegane sì, ma inquinanti. Un discorso analogo per la cosiddetta eco-pelle: prima di comprare una borsa o un paio di sneakers vegan è fondamentale capire la provenienza. Esistono molti brand che utilizzano materiali di scarto naturali per le sneakers, come il mais o la buccia di mela, mentre in altri casi sono in plastica riciclata o recuperata dai fondali marini. Altre volte, invece, sono puramente in plastica vergine.

Come avere un guardaroba plastic-free

Tirando le somme, sembra che poco si salvi dei nostri armadi. La soluzione però non è buttare tutto e comprare tutto daccapo: al contrario, la scelta più sostenibile che possiamo fare è riutilizzare ciò che abbiamo già il più possibile, in modo da allungare il ciclo dei vita dei prodotti ed evitare le discariche. Ci sono piccoli accorgimenti che possiamo prendere, come lavare i vestiti solo quando veramente necessario e a basse temperature, ma il vero cambiamento dev'essere a monte: comprare meno (molto meno!) e meglio. Un buon punto di partenza è leggere bene le etichette e preferire le fibre naturali come il cotone, la lana, il lyocell. Conviene all'ambiente e alle nostre finanze: un prodotto di qualità non si rovina dopo pochi lavaggi e rimarrà a farci compagnia negli anni.

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