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Meryl Streep su Il Diavolo veste Prada: “È stato orribile”, l’attrice rivela le difficoltà del ruolo

A distanza di 15 anni dall’uscita de “Il Diavolo veste Prada”, Meryl Streep è tornata con la memoria a quell’esperienza. La parte più difficile è stata studiare il personaggio di Miranda Priestly: calarsi nei panni di una donna così altezzosa, gelida e inavvicinabile è stato per lei traumatico.
A cura di Giusy Dente
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Da Il Diavolo veste Prada in poi niente è stato più lo stesso. Immediatamente in ogni capo tiranno e prevaricatore, i collaboratori costretti a ritmi infernali e richieste di ogni tipo da assecondare senza sbavature hanno riconosciuto Miranda Priestly. Il personaggio interpretato da Meryl Streep è diventato iconico nella cultura di massa e in realtà ha anche una base reale, perché è stato modellato sulla temibile Anna Wintour di Vogue. Nel film, la direttrice della rivista di moda è solita trattare in modo gelido i suoi dipendenti, sottoponendoli a un notevole stress psico-fisico. Ai tempi delle riprese, l’attrice ha studiato il suo personaggio alla perfezione per renderne tutte le sfumature in modo realistico. È stato un lavoro impegnativo che però ha dato i suoi frutti: le è valso una nomination agli Oscar come Migliore attrice protagonista.

Come Meryl Streep è diventata Miranda Priestly

Ricordando i tempi delle riprese de Il Diavolo veste Prada, Meryl Streep ha ammesso che quel periodo è stato molto stressante per lei. Calarsi nei panni di un personaggio così poco ‘umano' ha richiesto molto lavoro. Per rendere la sua interpretazione credibile e d’impatto si è affidata al metodo Strasberg. La tecnica è molto in voga tra i grandi attori hollywoodiani: Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Marlon Brando e Meryl Streep, Angelina Jolie, Nicole Kidman, Jonny Deep ne hanno fatto ampio ricorso nelle loro carriere. Consente di calarsi in un personaggio completamente, incarnando alla perfezione ogni suo sentimento per restituirlo allo spettatore, ma puntando a trovare quel determinato sentimento dentro di sé, stanandolo nel proprio quotidiano o nel proprio vissuto. Questo consente di modellare anche i personaggi apparentemente più impenetrabili, che altrimenti rischierebbero di restare un mistero agli occhi del pubblico.

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L'esperienza traumatica sul set de Il Diavolo veste Prada

Meryl Streep durante la reunion virtuale organizzata da Entertainment Weekly in occasione dei 15 anni dall’uscita della pellicola, ha detto che è stato un lavoro che l’ha messa davvero a dura prova. Mentre il resto del cast l’ha ricordata come esperienza divertente, lei ha avuto parole diverse. Abituata a essere nel suo privato socievole e amichevole, la Streep si è dovuta calare nei panni di una donna piena di sé, egocentrica, inavvicinabile. Anche col cast ha dovuto modificare i propri comportamenti e imporsi un atteggiamento distaccato, superficiale, altezzoso: "È stato orribile! Ero infelice nella mia roulotte. Sentivo gli altri che ridevano e se la spassavano mentre io ero solo depressa! Ho pensato: questo è il prezzo da pagare per essere il capo". Quell'esperienza l'ha segnata talmente tanto, che non si è più cimentata con la tecnica immersa di Strasberg!

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