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Mascherine e bambini: come accorgersi se i più piccoli respirano male

La mascherina è un indispensabile dispositivo di protezione. Anche per i più piccoli. Ma un bambino su tre, secondo l’AIPRO, soffre di problemi legati alla respirazione e la mascherina rischia di amplificarli. Il medico e campione di apnea Mike Maric spiega come accorgersi se un bambino ha problemi a respirare con il naso e quali sono le buone abitudini da adottare.
Intervista a Prof. Mike Maric
Medico sportivo, docente dell'Università di Pavia
A cura di Francesca Parlato
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Anche i più piccoli se ne sono fatti una ragione. E quando preparano lo zainetto insieme a pastelli, diario e portapenne, sanno che non devono dimenticare la mascherina. Obbligatoria per tutti i bambini e i ragazzi a partire dalla scuola elementare, la mascherina deve essere indossata anche mentre sono seduti al loro banchetto (quando non è possibile il distanziamento) e ogni qualvolta si muovono in classe o per uscire dall'aula. Si tratta di un dispositivo di sicurezza indispensabile, soprattutto in questo momento, visto che i contagi da Coronavirus stanno continuando a crescere ma, anche se la mascherina, come spiegato bene dalla Società Italiana di Pediatria, non comporta rischi per i bambini, potrebbe però amplificare alcune cattive abitudini della respirazione. "Secondo l'AIPRO (Associazione Italiana Prevenzione Respirazione Orale) un bambino su tre ha problemi legati alla respirazione. E sono tantissimi ad avere l' abitudine di respirare con la bocca – ha spiegato a Fanpage.it il professor Mike Maric, medico, docente dell'Università di Pavia, campione del mondo di apnea, riferimento per la respirazione di tantissimi campioni dello sport italiani – Sedentarietà, cattiva postura, abitudini alimentari sbagliate e l'uso eccessivo di smartphone e altri dispositivi tecnologici. Anche se apparentemente sembrano comportamenti non in grado di influenzare la respirazione, lo sono eccome. E la mascherina rischia di rendere ancora più difficoltosa la respirazione con il naso". 

Perché è importante respirare con il naso

Anche se la maggior parte di noi respira (scorrettamente) con la bocca, è il naso il vero organo deputato alla respirazione e non possiamo sottovalutare l'importanza, soprattutto in età pediatrica, di una corretta educazione alla respirazione. "Il naso purifica, filtra e umidifica l'aria in entrata. – chiarisce Maric – Respirare con la bocca negli anni della crescita può causare malformazioni alla mascella, alla lingua, al setto nasale e può anche, sulla lunga distanza, influenzare negativamente la produzione di ossido nitrico, un gas che influisce sulle funzioni vitali e riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione delle patologie cardiovascolari". 

Come accorgersi che un bambino non respira bene

Ci sono alcuni indicatori che ci fanno immediatamente capire se i nostri bambini non respirano nel modo corretto. Il primo consiste nel controllare se, quando sono in un momento di relax, quando leggono oppure quando guardano la tv, hanno la bocca aperta o chiusa: "Se il bambino non chiude la bocca quando si trova a riposo – chiarisce Maric – quel bambino è un respiratore orale. Per capire l'importanza di stare con le labbra serrate pensiamo alle palpebre: normalmente le palpebre sono sempre aperte, tranne quando le chiudiamo per l'umettazione. Se le avessimo sempre chiuse sarebbe un problema. Lo stesso discorso, ma al contrario, vale per la bocca. In una situazione di normalità deve essere sempre chiusa". I motivi per cui il bambino può avere la bocca aperta sono tanti: "Magari ha la lingua troppo grande, i muscoli delle labbra sono ipotonici, non mangia in maniera corretta: se ci accorgiamo di questa abitudine rivolgiamoci a uno specialista (logopedista, nutrizionista o dentista) che ci indicherà la strada da percorrere". Stesso discorso vale per il russamento: "Quando un bambino russa abitualmente, e non soltanto quando particolarmente stanco, e se la mattina si sveglia con la bocca asciutta e un forte desiderio di bere, possono esserci diverse cause, potrebbe soffrire di polipi nasali o adenoidi. Oppure, e in questo caso si tratterebbe di una conseguenza della cattiva respirazione, è perché non fa attività fisica, non è tonico e gli cade la mandibola. Questo potrebbe comportare con il passare del tempo un senso di stanchezza perenne, calo dell'attenzione, deficit di memoria, fino ad arrivare alla sindrome metabolica". 

Passeggiare all'aria aperta

Quando suona la campanella e si esce da scuola cerchiamo di dare ai nostri bambini la possibilità di fare delle passeggiate nei boschi in mezzo al verde oppure vicino al mare: "Compensiamo le ore passate con la mascherina sulla faccia facendo delle passeggiate (con le dovute distanze di sicurezza) in mezzo ai boschi o meglio ancora vicino il mare. L'acqua ha un potere detossificante pazzesco – sottolinea Maric – E ha anche una grande capacità filtrante per il nostro organismo". Respirare correttamente non deve essere soltanto una peculiarità degli atleti, anzi tutti noi, bambini compresi, dobbiamo impegnarci per migliorare la nostra respirazione. "Uno stile di vita corretto, evitare di passare troppe ore davanti al computer o agli smartphone, una dieta povera di farine raffinate e zuccheri sono importantissimi anche per la respirazione – conclude Maric – Il naso è il nostro filtro naturale e se funziona male, se usiamo la bocca per respirare al suo posto, rischiamo di peggiorare nel lungo periodo la nostra qualità della vita". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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