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Malcolm&Marie, tutti gli occhi su Zendaya: l’abito è stato studiato per catturare l’attenzione

Zendaya e John David Washington sono i protagonisti del film Netflix “Malcolm & Marie”. Interamente girato in bianco e nero, è la storia di un litigio furioso, una conversazione in cui la coppia sviscera i problemi della loro relazione. I due si amano, ma sanno anche farsi tanto male con le parole e coi gesti. I movimenti di lei sono resi ancora più espressivi dalle scelte fatte in merito ai costumi.
A cura di Giusy Dente
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Una notte lunga, che comincia con le migliori premesse e prosegue nel peggiore dei modi. Malcolm e Marie tornano a casa dopo la serata più importante della carriera di lui, giovane promessa del cinema. Il suo debutto pare sia stato grandioso, pubblico e critica hanno apprezzato il suo film anche se lui non sopporta la politicizzazione che a tutti i costi si vuole dare al suo lavoro, leggendolo in ottica "razziale". La sua fidanzata, bellissima in un abito lungo elegante e sexy, è visibilmente irritata: lo si nota dai gesti nervosi, dalle parole stentate, dallo sguardo. La lite è nell'aria ed esplode a più riprese. I due si dicono cose cattive, litigano, alzano i toni: poi le acque si calmano fino a quando una parola sbagliata non riaccende la miccia. Lui ha un ego spropositato, lei è autodistruttiva: quando parla l'uno sembra che l'altra sia una brutta persona, poi parla l'altra ed ecco che pare abbia tutte le ragioni. Malcolm & Marie è girato in un sofisticato e glamour bianco e nero, ma ciò che viene fuori sono proprio le sfumature, i grigi di quel rapporto di coppia così viscerale che include sia amore che odio.

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Il significato dell'abito di Marie

Malcolm (John David Washington) è impeccabile nel suo completo scuro, con cravatta e camicia bianca. Marie (Zendaya) esile e longilinea, indossa un abito lungo sexy ed elegante, che le vediamo addosso per quasi tutta la durata del film, salvo poi mettersi a nudo fisicamente ed emotivamente dinanzi al suo compagno. Il long dress (abbinato a scarpe di Louboutin) è stato scelto con caratteristiche ben precise da Sam Levinson: è un abito personalizzato con una storia ben precisa. Il regista si è avvalso dell'aiuto degli stilisti Law Roach e Jason Rembert per trovare quello perfetto. L'idea era non fasciare la protagonista in un abito aderente, ma nemmeno appesantirla con qualcosa di strutturato: ci voleva qualcosa di leggero, che enfatizzasse i suoi spostamenti frenetici in casa, che accompagnasse i suoi movimenti nervosi. Ecco così il capo di seta lamé cut-out con schiena nuda, spalle e addome scoperto, intreccio sul seno e lungo spacco. L'abito doveva anche compensare il bianco e nero delle immagini. Levinson ne voleva uno quasi dotato di vita: da qui la scelta del tessuto metallico, che attira non solo l'attenzione dello spettatore senza passare inosservato ma anche la luce a ogni cambio di inquadratura, in modo naturale.

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Marie si spoglia e si mette davvero a nudo

Se l'ispirazione per l'abito è stata la Michelle Pfeiffer di Casino, l'ispirazione per la seconda parte del film è venuta al regista pensando alla Nicole Kidman di Eyes Wide Shut. Una volta tolto l'abito da sera Marie indossa semplicemente una canotta e degli slip, entrambi bianchi. Il personaggio non ha alcuna intenzione di risultare sexy agli occhi del suo compagno, visto il pesante clima che c'è in casa: sa benissimo che le cose si metteranno male e che, contrariamente alle aspettative di lui, la serata non si concluderà facendo sesso. Aggiunge nel "terzo atto" della discussione un kimono vintage, idea proposta dalla stessa Zendaya e accolta positivamente dal regista, il quale ha commentato ironico: «Penso che a quel punto forse voleva solo sentirsi più nascosta o forse nella vita reale avrebbe potuto avere freddo». L'attrice riesce a catalizzare su di sé l'attenzione: dà vita a un personaggio complesso con un passato difficile, è intensa e molto espressiva sia nel comunicare odio che nel trasmettere amore. E forse se ci riesce così bene è anche merito di quei costumi così allineati alla sceneggiatura, una sorta di seconda pelle per vivere la vita e le emozioni di Marie, restituendoli con verità.

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