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Loujain Al Hathloul torna libera: l’attivista era stata arrestata per aver guidato in Arabia Saudita

L’attivista 31enne Loujain Al Hathloul è tornata libera dopo aver trascorso oltre 1000 giorni in prigione, durante i quali ha subito torture e violenze. La sua colpa è stata aver sfidato la legge del suo Paese: l’Arabia Saudita ancora non aveva esteso alle donne il diritto di prendere la patente e guidare.
A cura di Giusy Dente
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Grazie anche all'intercessione del presidente Joe Biden oggi Loujain Al Hathloul è una donna libera. Dopo tre anni trascorsi in prigione, l'attivista saudita per i diritti delle donne è stata scarcerata ed è tornata a casa, in Arabia Saudita, dove ha rivisto i suoi genitori. La notizia è stata data dalla sorella Lina, che ha twittato la sua felicità per la bella notizia, dopo oltre 1000 giorni di sofferenza e paura in cui si è temuto il peggio. La colpa di Loujain, punita con questa lunga reclusione, è stata quella di aver guidato, pur avendo la patente, quando nel suo Paese era illegale. L'attivista femminista da tempo si batteva per il riconoscimento di questo diritto, che l'Arabia Saudita ha concesso alle donne di recente e comunque con alcune restrizioni.

Loujain Al Hathloul sfida la legge in nome dei diritti delle donne

Loujain Al Hathloul ha trascorso precisamente 1001 giorni in prigione, in isolamento, denunciando torture e violenze sessuali. Oggi in Arabia Saudita alle donne non è più proibito guidare, dopo decenni: possono farlo a patto che ci sia il consenso del marito o del padre. La 31enne si è battuta con fermezza per arrivare alla conquista di questo diritto, compiendo il gesto che le è costato caro. Dagli Emirati Arabi all'Aurabia Saudita in macchina: questo viaggio non era mai compiuto da una donna al volante, prima di lei. Loujain Al-Hathloul lo ha fatto dopo aver preso la patente negli Emirati, con la speranza che anche il suo Paese si decidesse a concedere alle donne il diritto di guidare. Questo risultato è stato raggiunto nel 2018, grazie al principe Mohammad Bin Salman. Se da un lato c'è stata questa apertura, dall'altro le repressioni nei confronti degli attivisti che hanno fatto propaganda non si è mai stoppata. Come Loujain anche altre attiviste sono state arrestate con l'accusa di terrorismo e di minare la stabilità del Regno: torturate con scariche elettriche, molestate sessualmente. A Loujain Al Hathloul era stato proposto nel 2019 di tornare libera, in cambio di un'ammissione di colpevolezza: non ha mai accettato il compromesso. Ora è una donna libera a metà, perché comunque le è stato vietato di spostarsi dall'Arabia Saudita per i prossimi 5 anni. Grazie al suo impegno e a quello di tante altre donne coraggiose come lei e pronte a lottare, la conquista dei diritti ancora calpestati delle donne diventa sempre più vicina, anche se tanta strada ancora c'è da fare nel mondo.

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