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Long Covid: gli effetti su bambini e adolescenti che hanno contratto il Coronavirus

Gli effetti a lungo termine del Covid su bambini e adolescenti non riguardano tanto la salute fisica ma quella psicologica. A dimostrarlo è uno studio della Società Italiana di Malattie Respiratore Infantili che ha messo a punto un follow up per tutti i ragazzi che sono stati contagiati dal Coronavirus.
Intervista a Prof. Fabio Midulla
Pneumologo, presidente della SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili) e responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma
A cura di Francesca Parlato
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L'incidenza del Covid-19 in età pediatrica è bassissima. Uno studio dell'ISS che si riferisce alla prima ondata parla di una percentuale di circa l'1,8% delle diagnosi totali (sui casi tra febbraio e maggio 2020) e Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, proprio recentemente ha dichiarato che il rischio di contrarre il Coronavirus per i minori e soprattutto i bambini, a meno che non ci siano altre patologie pregresse, è praticamente irrilevante. Ma anche se si tratta di numeri bassissimi la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) ha deciso di lanciare la campagna "Conoscere per prevenire" con lo scopo di valutare le eventuali conseguenze sui bambini che hanno contratto, anche in forma asintomatica il Covid. "Dal 1 febbraio abbiamo pensato di organizzare un follow up per bambini e adolescenti che sono stati contagiati – ha spiegato a Fanpage.it il professor Fabio Midulla, pneumologo alla guida della SIMRI e responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma – "Abbiamo notato che c'era molto malessere tra le famiglie e tra i ragazzi e in particolare i genitori erano spaventati dalle conseguenze del Covid sulla salute dei loro bambini". Mentre infatti si è molto parlato di long Covid tra gli adulti, nulla fino a oggi era stato detto sui bambini. "Per questo abbiamo messo in piedi una road map di esami da fare, a partire da una valutazione di ordine pneumologico visto che sappiamo che il Covid colpisce prevalentemente le vie respiratorie". 

Le conseguenze del Covid sui bambini

Il follow up comprende diversi accertamenti. "Oltre a quello polmonare c'è anche quello cardiaco, neurologico e anche psicologico" spiega Midulla. I risultati dal punto di vista organico sono assolutamente positivi. "Non abbiamo praticamente trovato alcuna conseguenza nei bambini che hanno contratto il Covid. L'infezione è stata quasi sempre lieve e non ha lasciato tracce dal punto di vista fisico". I problemi si sono riscontrati invece sul piano neurologico e psicologico. "Ci siamo accorti che soprattutto nei ragazzi e nelle ragazze più grandi, dai 12-13 anni in su, che hanno avuto il Covid anche in forma asintomatica, sono frequenti disturbi del sonno, ansia, depressione. E in molti hanno somatizzato sintomi banali come mal di testa, tosse, dolori toracici. Spesso vengono ricoverati per la persistenza di questi sintomi ma andando a fare accertamenti e esami non troviamo assolutamente nulla". Ma c'è un altro dato che sta preoccupando medici e pediatri e non riguarda soltanto gli adolescenti che hanno contratto il Covid. "Nell'ultimo anno è triplicato il numero di accessi in pronto soccorso di ragazzi e ragazze che hanno compiuto atti di autolesionismo o tentato il suicidio o che soffrono di problemi psicologici. D'altra parte lo sappiamo, insieme agli anziani, è la fascia d'età che comprende bambini e adolescenti, che ha accusato più forte il colpo della pandemia e del lockdown".

Il rimedio: ripristinare una socialità

Molti adolescenti positivi al Covid hanno anche dovuto fare i conti con un'ulteriore forma di isolamento. "Dopo aver contratto il Coronavirus hanno dovuto fare tamponi, starsene in quarantena e in molti hanno anche subito una sorta di ghettizzazione da parte dei loro coetanei che avevano paura di infettarsi (anche dopo la guarigione)". Chi di loro ha iniziato a soffrire di sintomi depressivi o di ansie in realtà era probabilmente già predisposto a questo tipo di disturbo spiega il professore. "Il Covid non ha fatto altro che slatentizzare una situazione che si sarebbe manifestata probabilmente più avanti nel tempo". Secondo il professor Midulla il primo passo per iniziare ad arginare questo tipo di problemi è ricostruire una socialità. "Già il fatto che abbiano riaperto le scuole è essenziale per il miglioramento della situazione psicologica dei ragazzi. Si tratta di problematiche che potrebbero davvero risolversi spontaneamente con il ripristino di un'attività di socializzazione, dalla scuola allo sport. Nel caso in cui i problemi persistano invece è bene rivolgersi a uno specialista".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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