Lego toglie le etichette “da maschi” o “da femmine” dalle costruzioni: i giocattoli non hanno genere
Non esistono giocattoli "per maschi" o "per femmine" o almeno non in casa Lego. Il colosso dei mattoncini colorati ha annunciato che eliminerà dai suoi giocattoli gli stereotipi di genere: le confezioni non avranno più etichette rivolte a maschi o femmine, ma saranno catalogate "per passione". La Lego ha abbracciato un trend già molto diffuso: sempre più genitori scelgono giocattoli, vestiti e culle "a-gender" per i propri figli. I consumatori più giovani vogliono superare le differenze che nascono già in culla: perché i maschietti devono avere tutine azzurre e le femminucce rosa? Non si tratta solo di una semplice moda, ma di una riflessione profonda sui ruoli e sull'identità, per lasciare i bambini liberi di esprimersi e di essere se stessi.
Lego vuole superare gli stereotipi di genere
La svolta di Lego è nata da un sondaggio commissionato proprio dall'azienda. Una ricerca condotta dal Geena Davis Institute on Gender in Media ha rivelato un dato interessante: mentre le bambine non hanno problemi a giocare con i kit di mattoncini pensati per i maschi, il 71% dei bambini invece ha paura di essere preso in giro se usa "giocattoli per ragazze". Da qui la storica decisione: niente più etichette che possano condizionare i bambini. Secondo l'azienda, i più piccoli dovrebbero essere lasciati liberi di assecondare i loro desideri nella scelta dei giochi, non uno schema di pensiero rigido e ormai superato.
Spopolano tutine e giocattoli "a-gender"
Sempre più genitori per i propri bebé scelgono di creare un ambiente gender neutral che passi anche dai colori della stanza e dai giocattoli. Quindi basta con i soliti rosa e celeste e via libera a verde, lilla, giallo e a stampe di fiori e animali al posto di draghi e principesse. Sui siti di shopping online si trovano sempre più sezioni dedicate ai prodotti "a-gender" per l'infanzia: una tutina da bebé resta una tutina da bebé, i colori da "maschio" e da "femmina" sono solo convenzioni. A dirla tutta, sapete che il rosa anticamente veniva usato come colore per maschietti? L'ambito in cui gli stereotipi di genere sono più evidenti è sicuramente l'abbigliamento: come ha denunciato un neopapà su TikTok, i vestitini per bambini già riflettono i ruoli di genere che li aspettano da adulti. Ciò significa che mentre i vestiti da femmine sono un tripudio di glitter, cuoricini e fiorellini i vestitini da maschi sono ispirati al mondo dello sport e della vita all'aria aperta.
Gli stereotipi di genere iniziano già da bambini
Lo scorso anno anche in Italia era successo un caso simile: la madre di una bambina di otto anni aveva criticato pubblicamente Upim per dei grembiuli da indossare a scuola. Motivo? Le stampe "sessiste", che mandavano messaggi ambigui già in tenera età: un rossetto con labbra rosse socchiuse per le bambine e matita e righello per i bambini. Ricalcando stereotipi superati, i grembiuli alludevano alla bellezza per le bambine e alle professioni intellettuali per i maschietti. E dire che la scuola dovrebbe essere proprio il luogo in cui si superano le divisioni. Il trend dei giocattoli e dei vestitini "a-gender" non è solo una moda passeggera: secondo gli esperti è utile lasciare i bambini liberi di scegliere i colori che più gli piacciono e i giocattoli che desiderano. Come ha spiegato la psicoterapeuta Paola Biondi in un'intervista a Fanpage.it, proibire ai bambini di giocare con le bambole scatena frustrazioni inutili e dannose: "Non esistono giochi da maschi o giochi da femmina. E soprattutto un gioco non è mai un indicatore o un predittore dell'orientamento sessuale". Lo stesso discorso, aggiunge, si può applicare anche ai vestiti. Quindi lasciamo liberi i bambini di giocare con quello che vogliono, che siano bambole o mattoncini Lego.