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Le modelle troppo magre non sfileranno più sulle passerelle francesi

Lo scorso 3 aprile in Francia è stato approvato l’emendamento che vieta alle modelle troppo magre di sfilare e di posare per servizi fotografici. Il loro indice di massa corporea dovrà essere superiore ad un certo limite e le agenzie che non rispetteranno la norma andranno incontro a sanzioni penali.
A cura di Valeria Paglionico
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Lo scorso mese, il deputato socialista francese Oliver Véran aveva proposto un emendamento per vietare le passerelle alle modelle troppo magre e denutrite. In questo modo, il mondo della politica è voluto intervenire in un problema troppo spesso sottovalutato e cioè l’anoressia, il disturbo alimentare che sarebbe provocato proprio dal fatto che milioni di ragazzine vedono le modelle come degli ideali di bellezza e, pur di emularle e di raggiungere la loro forma fisica, sarebbero disposte ad intraprendere un regime alimentare poco sano.

Lo scorso 3 aprile l'Assemblea Nazionale francese, nel quadro del progetto di legge sulla Sanità, ha trovato l'appoggio del ministro della Sanità d'Oltralpe, Marisol Touraine, ed ha approvato finalmente la legge. In Francia non potranno essere più ingaggiate per sfilate e per servizi fotografici le ragazze il cui indice di massa corporea sarà inferiore ad un livello definito ed indicato dall’Alta autorità di sanità, che seguirà l’ordinanza dei ministri della Salute e del Lavoro. A rischiare dei provvedimenti penali saranno non solo le modelle, ma anche le agenzie che non rispetteranno la norma. Sono previste multe da 75mila euro e perfino la reclusione in carcere fino a sei mesi per coloro che pubblicizzeranno dei modelli “insani” di bellezza.

L’obiettivo è quello di contrastare la magrezza ed evitare che delle modelle troppo magre possano essere considerate dei punti di riferimento per la forma fisica e per la bellezza. La taglia 38 non deve più essere vista come un sinonimo di “perfezione” e bisogna difendere la salute fisica e psicologica di giovani e giovanissime. Le agenzie di casting francesi sono già sul piede di guerra e criticano fortemente il provvedimento poiché prevedono che la cosa spingerà solo stilisti e riviste a rivolgersi ad agenzie straniere, danneggiando dunque l'economia nazionale.

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