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Le donne afghane si ribellano ai talebani: non vogliono il velo nero, ma i loro abiti colorati

Sui social le donne afghane si stanno ribellando ai talebani e all’imposizione del chador. Vogliono poter indossare gli abiti della loro cultura, quelli tradizionali, che sono colorati e allegri: nulla a che vedere col pesante velo nero che copre il corpo dalla testa ai piedi.
A cura di Giusy Dente
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Tahmina Aziz, Twitter
Tahmina Aziz, Twitter

Il futuro dell'Afghanistan, in particolare quello delle sue donne, è da settimane oggetto di attenzione da parte di tutto il mondo. Il ritorno al potere dei talebani ha fatto piombare il Paese in un clima di terrore e arretratezza che a fatica si era cercato di superare, negli ultimi 20 anni. Ma ora nuovamente ci si ritrova a fare i conti con il divieto di praticare determinati sport, l'impossibilità di lavorare, l'obbligo di frequentare classi universitarie separate dagli uomini e di avere insegnanti di solo sesso femminile. E le restrizioni riguardano anche l'abbigliamento, un aspetto su cui i talebani mantengono una linea molto severa. Ma nel Paese dilagano le proteste di coloro che non vogliono tornare indietro di 20 anni: le donne afghane non vogliono rinunciare ai diritti faticosamente acquisiti, compreso indossare ciò che vogliono.

Le donne afghane si ribellano ai talebani

In tanti sono riusciti a scappare dall’Afghanistan prima che fosse troppo tardi: uomini, donne e bambini hanno abbandonato il loro Paese allontanandosi alla volta di un futuro ignoto, purché lontano dai talebani. Il nuovo regime instaurato gode dell’appoggio di una parte della popolazione, che sta manifestando per mostrare il proprio consenso al grido di "Viva l'Emirato islamico dell'Afghanistan", "Sosteniamo l'ordine dei talebani". A Kabul stanno prendendo parte a queste manifestazioni anche molte donne, marciando per la città col tradizionale chador nero, in segno di approvazione. Questa veste si indossa solitamente solo per uscire fuori dalle mura domestiche: avvolge il capo e copre per intero il corpo, fino ai piedi. Ma dall’altra parte, invece, non mancano le proteste di coloro che non si sentono rappresentate dal chador, abito che forse con la vera tradizione afghana ha ben poco a che vedere.

Eccola, la vera tradizione afghana

La campagna che sta circolando sui social attraverso gli hashtag #DoNotTouchMyClothes, #AfghanWomen e #AfghanistanCulture vuole dare dignità alle donne ma anche alla cultura afghana, sostenendo che la tradizione (anche per quanto riguarda i vestiti) è ben altra. Ecco perché in tante stanno condividendo sui social le foto che realmente identificano l’abbigliamento afghano, che nulla ha a che vedere con quegli abiti che coprono il corpo dalla testa ai piedi. La tessitura e il cucito sono attività profondamente radicate nelle tradizioni delle famiglie afghane, ma come fa notare l’attivista Sara Wahedi la tradizione parla di colori vibranti, molto diversi dai pesanti chador neri. Wahedi ha affermato, allegando una propria foto: "Ecco il tessuto verde brillante e blu. Le nostre tradizioni sono le nostre fondamenta". E ha aggiunto Paymana Assad (la prima persona di origine afghana ad essere eletta a una carica pubblica in Gran Bretagna): "Questa è la mia cultura. Questo è il mio vestito", mostrandosi in un abito di un vibrante e acceso viola. Si è aggiunta al coro anche la reporter della CBC Tahmina Aziz: "Indosso con orgoglio il mio abito tradizionale afgano. È colorato e bellissimo".

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