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Dalla Cina alle passerelle: la riscossa delle modelle orientali

Durante l’ultima Settimana della Moda milanese un gran numero di modelle asiatiche ha sfilato in passerella. Quali sono i motivi del “successo orientale”? Lo abbiamo chiesto a Davide Ceriani, head booker di una delle agenzie di moda più importanti di Milano, che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva.
A cura di Marco Casola
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La riscossa delle modelle orientali

Si è da poco conclusa la fashion week milanese e osservando con attenzione le sfilate delle varie Maison salta all'occhio la grande presenza di modelle orientali in passerella: dei 72 marchi che hanno presentato le collezioni P/E 2013 durante la manifestazione ben 57 hanno scelto almeno un volto dai tratti orientali. Le motivazioni del grande successo possono essere rintracciate nell'importanza che il mercato orientale sta assumendo per l'industria della Moda; in questo momento storico l'Asia è il luogo in cui l'assenza di crisi economica determina un aumento del potere d'acquisto e un conseguente aumento della richiesta di beni di lusso provenienti dal mondo occidentale. Le case di Moda cercano dunque nuovi mezzi per introdursi nel florido mercato, proponendo modelli di bellezza in cui anche una donna orientale può identificarsi. Per comprendere meglio i motivi del "successo orientale" in passerella abbiamo intervistato un esperto del settore, Davide Ceriani, Head Booker dell'Image Board di una delle agenzie di moda più importanti di Milano, la Major Model Management.

Durante la Milano Fashion Week abbiamo notato in passerella una grande presenza di volti orientali. Si tratta di un fenomeno attuale?

"La presenza orientale sul mercato delle sfilate c’è sempre stata, seppur in maniera poco considerevole rispetto ad oggi. In passato il fenomeno riguardava soprattutto mercati multiculturali come quelli americani, francesi e inglesi, più abituati rispetto all’Italia alla presenza di etnie differenti da quelle europee."

In Italia c’è stato un particolare incremento in questa stagione? Quali sono le ragioni principali della presenza orientale in passerella?

"L’incremento in questa stagione c’è stato ed è probabilmente legato alla volontà dei vari brand di espandere i propri mercati. In questo momento il fenomeno riguarda in particolar modo i marchi che non hanno una rappresentanza forte all’estero e che oggi scelgono di pubblicizzare il proprio prodotto con volti orientali. La modella è il soggetto che oltre a rappresentare la collezione rappresenta chi la porta, coinvolgere nel fashion show indossatrici asiatiche ha una valenza per il buyer seduto in prima fila, in questo modo il compratore asiatico riuscirà ad immaginare un abito indosso a una donna orientale."

Crede che questo sia un trend proveniente dall’America, subito raccolto dai marchi italiani?

"In un certo senso sì, dato che il mercato italiano è meno etnico rispetto agli altri. Gli stilisti italiani hanno raccolto la tendenza nel momento in cui hanno visto la potenzialità di un investimento economico in tal senso. Inoltre c’è da considerare un fattore meramente logistico, infatti nel circuito delle sfilate la settimana milanese è temporalmente successiva a quella newyorchese, di conseguenza i casting directors di Milano seguono la line up di New York, dove c’è una presenza etnica estremamente variegata e multiculturale."

Nella vostra agenzia avete scelto di investire su modelle orientali?

"In Major Model due anni fa Zang Fang era l’unica modella asiatica che avevamo, con lei abbiamo avuto un buon feedback da parte dei clienti e oggi siamo arrivati ad avere sei modelle orientali, che non è poco in un arco di tempo così breve. Nell’ultimo periodo abbiamo incluso diverse asiatiche nel nostro pacchetto, tra queste Jay Shin e Hye Jung Lee, molto conosciute in America. La novità della nostra stagione è stata Li Chunxue (nell'immagine in basso a destra N.D.R.), una ragazza di 18 anni che ha vinto un contratto con la nostra agenzia partecipando a uno show televisivo molto popolare in Cina. Le telecamere dell’emittente l’hanno seguita durante la Settimana della Moda di Milano in tutte le sfilate. Nel momento in cui i brand hanno saputo della possibilità che il loro marchio sarebbe stato pubblicizzato in Cina attraverso questo programma, hanno voluto inserirla nelle loro sfilate."

Quali case di Moda hanno voluto volti orientali per le sfilate della P/E 2013 e quali  sono le nazionalità più richieste?

"Le nostre modelle orientali hanno sfilato per Roccobarocco, Aigner, Les Copains, Lorenzo Riva e per lo show dei New Upcoming Designers, marchi importanti nel nostro paese che ancora non sono molto conosciuti nel mercato orientale. Ovviamente hanno sfilato anche tante altre modelle di altre agenzie, la presenza asiatica c’è nel pack di tutte le agenzie di moda. Riguardo alla nazionalità le donne coreane e cinesi sono le più richieste. Anche se in realtà il casting director non fa una differenza etnica così sottile, cerca l’asiatica in generale, cerca un tratto orientale, non conta il paese di provenienza."

Li Chunxue

Ci sono maggiori richieste di modelle orientali per le sfilate o per campagne pubblicitarie e cataloghi?

"Sicuramente per la sfilata c’è più richiesta, anche per una mera necessità numerica. In un fashion show con 70 modelle è molto probabile che ci siano dei volti orientali, mentre nella campagna pubblicitaria, dove si investe in un numero minore di modelle, la presenza è più ristretta, lo stesso vale per cataloghi e look book. E’ capitata comunque la richiesta di modelle asiatiche anche per questi ultimi."

Anche nella moda maschile è possibile rintracciare lo stesso trend?

"Sì, la richiesta è uguale anche per gli uomini. Nella nostra agenzia uno dei volti che ha funzionato di più è Jerry Fu, un modello asiatico che è stato scelto per la campagna di Calvin Klein."

A parer suo questa è una moda passeggera?

"Sicuramente nel settore editoriale, quello più trendy della moda, la cosa continuerà perché il fascino orientale e la bellezza esotica sono sempre richiesti. Riguardo al settore delle sfilate non credo che questo trend continuerà a crescere tanto da arrivare a occupare la stessa fetta di mercato che occupano le top model europee. Ad oggi è maggiore la probabilità che un’agenzia investa sullo sviluppo e la crescita di una donna dai tratti europei che può lavorare per tutti i tipi di clienti."

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