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Kiko investe dopo la crisi: l’ad Cristina Scocchia prevede 300 nuovi negozi e 1000 assunzioni

La pandemia non ha fatto bene al mercato del beauty. Nonostante la crisi, però, l’ad di Kiko Cristina Scocchia ha in mente di puntare tutto su nuovi investimenti. Il suo piano prevede l’incremento dell’e-commerce e del retail, che vuol dire anche nuove assunzioni. In più, punta a potenziare la presenza sui mercati esteri.
A cura di Giusy Dente
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Anche se la pandemia ha gettato nella crisi più profonda diversi settori e diverse aziende, è tempo di pensare a una strategia di risalita, a cosa fare per uscire da questo stallo che dura da mesi. Per il settore beauty è stata dura, a causa della chiusura prolungata dei negozi. Certo, l'e-commerce è stato un buon modo per rimanere a galla, puntare sull’online è stata una mossa vincente ma non è abbastanza. Parliamo comunque di un mercato globale da oltre 500 miliardi di dollari che ha visto crollare le vendite nel primo semestre del 2020 addirittura del 30%. E le stime di Mc Kinsey parlano anche di negozi che non hanno più riaperto, di posti di lavoro persi, di una crisi che ha investito anche i marchi di prestigio, con un calo rispettivamente del 55% e 75% negli acquisti di cosmetici e profumi rispetto a un anno fa. Cristina Scocchia, dal 2017 amministratrice delegata del brand di cosmetici Kiko, ha in mente una strategia di crescita basata sugli investimenti: nuovi negozi e nuove assunzioni.

Cristina Scocchia punta su retail e mercati esteri

Cristina Scocchia ha in mente di incrementare la rete di negozi con ben 300 nuovi punti vendita da qui al 2023. Quaranta di questi store hanno già visto la luce nel 2020, anno in cui sono di conseguenza state assunte circa 300 persone di età media pari a 34 anni. Altri dieci verranno aperti nei prossimi 6-9 mesi per un totale di circa 1000 posti di lavoro in più entro l'anno. Come ha raccontato al Corriere, il brand si è aperto anche a nuovi mercati sbarcando in Grecia, Arabia Saudita e Serbia. Di contro Kiko ha chiuso 30 negozi nel 2018:

Abbiamo focalizzato l’espansione geografica sui Paesi Orientali. Non vuol dire che non torneremo più negli Usa o non andremo in America Latina, ma questo è il tempo delle scelte.

La Scocchia punta in alto dunque:

Lo considero un messaggio di positività in una situazione non facile, bisogna accelerare anche in un contesto macroeconomico in salita». La pandemia, insomma, deve diventare un modo per crescere ancora di più.

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Negozi fisici o negozi online? Kiko li incrementa entrambi

La pandemia ha permesso a molte aziende di sopravvivere proprio grazie all'online, che si è rivelato un supporto preziosissimo e ha evidenziato quanto il futuro degli acquisti sia proprio questo. Ciò non vuol dire che non valga più la pena di investire sul retail e infatti Cristina Scocchia non ha intenzione di escluderlo dal suo progetto:

In cinque anni un terzo di ciò che non è food sarà acquistato sul web, da qui non si torna indietro ed è per questo che continueremo a investire massicciamente sul digitale. Ma esistono aree del mondo dove il retail è ancora in espansione, come l’Asia-Pacifico, destinata a doppiare il mercato retail Usa.

Soprattutto in un settore come quello del beauty, infatti, l’esperienza che si fa in negozio ha grande valore, è essenziale: più che un prodotto in sé si vende un'intera esperienza di acquisto, supportata dalla competenza e dalla professionalità dello staff. Per questo un piano strutturato come questo pensato da Kiko non poteva prescindere da nuovi inserimenti lavorativi. Le assunzioni, i nuovi negozi e l'espansione all'estero sono le tre chiavi non solo per consolidare la fama del brand, ma anche per rilanciare il settore e dare nuova linfa all'economia sofferente del Paese.

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