video suggerito
video suggerito
Opinioni

Il nudo femminile è ancora scandaloso: lo dimostra la polemica sulla statua di Mary Wollstonecraft

La statua di Mary Wollstonecraft, femminista e madre di Mary Shelley, sta creando un forte dibattito. L’artista Maggi Hambling ha scelto di rappresentarla nuda perché, secondo la sua opinione, “i vestiti definiscono le persone” e l’idea era quella di rendere omaggio alla Wollstonecraft rendendola immune dagli stereotipi e dal tempo. Le polemiche non accennano a fermarsi, ricordandoci di quanto il nudo femminile desti scandalo, ancora oggi.
A cura di Giulia Torlone
10 CONDIVISIONI
Immagine

È bastata una statua a dividere l’opinione pubblica in due fazioni contrapposte. Il dibattito è aperto, seppur confinato maggiormente a Londra, dove questa figura è stata eretta. Parliamo della statua dedicata a Mary Wollstonecraft, madre del femminismo e di Mary Shelley, autrice di Frankenstein. Ho voluto rappresentare ogni donna” ha detto la scultrice Maggi Hambling, che ha ritratto la Wollstonecraft nuda, in argento, che guarda fiera davanti a sé, a Newington Green. “Deve essere nuda perché i vestiti definiscono le persone”. E la nudità della statua ha provocato reazioni da più parti, alcune davvero scomposte. Da “sembra una Barbie svestita” a “è una decorazione di Natale da sito porno”, il punto poi si è concentrato su una domanda precisa: avete mai visto la statua di un uomo nudo? E forse è questa la ragione per cui ci si sta stracciando le vesti intorno alla faccenda.

Le statue tornano a far parlare di sé, nel bene e nel male

Siamo nell’anno in cui le statue vengono tirate giù o imbrattate: Winston Churchill vandalizzato oltremanica, Indro Montanelli con la vernice rosa a Milano. Nell’ultimo periodo, prima che la pandemia cristallizzasse il mondo intorno a sé, si è riscoperto il valore del simbolo. E proprio per questo ci siamo polarizzati intorno alla rimozione delle statue. Non stupisce, quindi, che anche l’immagine scelta per rappresentare Mary Wollstonecraft faccia discutere. Ci sono voluti 200 anni e un crowdfunding perché questa statua vedesse la luce e ora, che è stata posta, si susseguono le polemiche e gli interrogativi. L’artista si è fatta ingabbiare dallo sguardo maschile? L’eros ha preso il posto della rappresentazione della donna? Domande legittime, a cui è difficile rispondere in maniera univoca, ce ne accorgiamo anche sfogliando la stampa inglese, che sulla faccenda si spacca anche all’interno dello stesso giornale (come nel caso del Guardian o dell'Independent).

Il nudo femminile che ancora sconvolge e fa discutere

Abbiamo perso la familiarità con la rappresentazione dei nudi maschili. Il tema non era da mettere sul piatto nel Trecento o nel Quattrocento, quando fiorivano sculture rotonde di uomini possenti. In quel caso nessuno ha mai parlato di eros o sessualità, quanto piuttosto di forza e potere. Man mano che la storia ha fatto il suo corso, le statue si sono vestite, le donne sono sparite dalla narrazione e la rappresentazione mascolina era accompagnata dallo scolpire le divise militari, simbolo di appartenenza e valore. Ecco allora che, guardando alla storia, l’affermazione della scultrice Maggi Hambling, con il suo “i vestiti definiscono le persone”, acquista significato. Perché i gradi militari, i cavalli su cui poggiano i vari Cristoforo Colombo o Winston Churchill definiscono bene ciò che li ha resi grandi agli occhi del pubblico: sopraffazione e conquista. Come rappresentare, dunque, la madre del femminismo? Con la sua persona, senza orpelli. Eppure sono state proprio le femministe a indignarsi per la scelta. L’attivista femminista Caroline Criado Perez ha parlato di “spreco colossale” e “mancanza di rispetto”. Siamo caduti tutti, ancora una volta, nel binomio nudità-volgarità, tanto da far gridare allo scandalo. Eppure, nel diciottesimo secolo le donne venivano percepite proprio così: piccole e nude. Si può obiettare sulle fattezze del corpo scolpito, troppo perfetto e aderente ai canoni di una bellezza piuttosto moderna (fisico asciutto, seno dritto e rotondo) o se fosse lecito utilizzare la rappresentazione di una figura ben definita come Mary Wollstonecraft per omaggiare tutte le donne. Questo è un dibattito su cui soffermarsi, ma che la nudità possa ancora dar scandalo è piuttosto anacronistica. La nudità di per sé non può essere volgare: lo sono gli atteggiamenti, le movenze, l’approccio di chi guarda quel corpo. Si può contestare la fattezza e la realizzazione della statua, ma credere che l’essere nudi equivalga al non avere rispetto per Mary Wollstonecraft è dire apertamente che sia normale ancora oggi che il corpo senza vestiti parli solo il linguaggio del sesso e non quello dell’universalità.

10 CONDIVISIONI
Immagine
Trent’anni, giornalista professionista, si occupa di politica e questioni di genere tra web, carta stampata e tv. Aquilana di nascita, ha studiato Italianistica a Firenze con una tesi sul rapporto tra gli intellettuali e il potere negli anni duemila. Da tre anni è a Roma, dedicando anima e cuore al giornalismo. Naturalmente polemica e amante delle cose complicate, osserva e scrive per capirci di più, o per porsi ancora più domande. Profondamente convinta che le donne cambieranno il mondo. 
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views