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Il monologo di Paola Cortellesi contro la violenza sulle donne ai David di Donatello 2018

Paola Cortellesi ha aperto la 62esima edizione dei David di Donatello con un monologo che ha fatto scalpore. L’attrice ha parlato di discriminazione di genere e ha dimostrato che spesso i termini usati per gli uomini declinati al femminile diventano davvero offensivi.
A cura di Valeria Paglionico
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Ieri sera si è tenuta a Roma la 62esima edizione dei David di Donatello e, oltre ad aver visto la vittoria di diversi film napoletani come "Ammore e malavita, che si è aggiudicata 5 statuette tra cui quella come Miglior film, e "Gatta Cenerentola", miglior produttore e i migliori effetti digitali si è trasformato anche in una forma di protesta contro ogni abuso e violenza sul sesso femminile. Non è un caso che le star che hanno calcato il red carpet abbiano arricchito i loro look eleganti e sofisticati con una spilla con su scritto "Dissenso Comune", un chiaro riferimento al manifesto contro le molestie sul lavoro firmato da 124 attrici e operatrici del mondo dello spettacolo lo scorso febbraio. Anche sul palcoscenico non sono mancati i riferimenti a un problema tanto diffuso e spesso sottovalutato. Paola Cortellesi, infatti, ha aperto la manifestazione con un monologo contro le discriminazioni di genere, che ha fatto capire a tutti quanto sia difficile essere donna ai giorni nostri, visto che le rappresentanti del sesso femminile vengono continuamente bersagliate e trattate come delle poco di buono.

Il monologo di Paola Cortellesi

Paola Cortellesi è l'attrice che ha aperto la 62esima edizione dei David di Donatello. E' salita per prima sul palco e ha recitato un monologo di protesta contro le violenze, gli abusi, le molestie e le discriminazioni nei confronti del sesso femminile, così da mostrare il sostegno del mondo dello spettacolo italiano al movimento internazionale #metoo. L'attrice, raggiunta dalle colleghe Giovanna Mezzogiorno, Serena Rossi, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco, Isabella Ragonese e Claudia Gerini, ha affermato:

E' impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che al maschile hanno il loro legittimo significato, se declinati al femminile assumono improvvisamente un altro senso, cambiano radicalmente, diventano un luogo comune, un luogo comune un po' equivoco che poi a guardar bene è sempre lo stesso, ovvero un lieve ammiccamento verso la prostituzione. Vi faccio degli esempi. Un cortigiano: un uomo che vive a corte; Una cortigiana: una mignotta. Un massaggiatore: un cinesiterapista; Una massaggiatrice: una mignotta. Un uomo di strada: un uomo del popolo; Una donna di strada: una mignotta. Un uomo disponibile: un uomo gentile e premuroso; Una donna disponibile: una mignotta. Un uomo allegro: un buontempone; Una donna allegra: una mignotta. Un gatto nero: un felino deceduto; una gatta morta, una mignotta. Questa sera non voglio fare la donna che si lamenta e che recrimina, però anche nel lessico noi donne un po’ discriminate lo siamo. Quel filino di discriminazione la avverto, magari sono io, ma lo avverto. Per fortuna sono soltanto parole. Se davvero le parole fossero la traduzione dei pensieri, un giorno potremmo sentire affermazioni che hanno dell'incredibile, frasi offensive e senza senso come queste. "Brava, sei una donna con  le palle", "Chissà che ha fatto quella per lavorare", "Anche lei però, se va in giro vestita così", "Dovresti essere contenta che ti guardano", "Lascia stare sono cose da maschi", "Te la sei cercata". Per fortuna sono soltanto parole ed è un sollievo sapere che tutto questo finora da noi non è mai accaduto.

La discriminazione di genere esiste nella vita quotidiana

Il monologo della Cortellesi ad David di Donatello 2018 ha spopolato e ha portato l'attenzione del pubblico su un problema sottovalutato come la discriminazione. Come ha dimostrato con le sue parole, le differenze di genere esistono nella normale quotidianità, anche in alcune semplici espressioni che tutti utilizziamo ogni giorno. Quasi tutti i termini usati per fare riferimento a una donna sottintendono un riferimento alla prostituzione o a un atteggiamento provocante e lascivo del sesso femminile, una cosa decisamente inaccettabile in una società che finge che il sessismo non esiste. La conclusione è stata ironica ma, allo stesso tempo, ha lanciato uno spunto per meditare sulla questione. Prima di essere travolta dagli applausi, la Cortellesi ha infatti detto: "Per fortuna sono soltanto parole ed è un sollievo sapere che tutto questo finora da noi non è mai accaduto", facendo riferimento all'esatto contrari. L'attrice ha dimostrato chiaramente che la discriminazione esiste e che l'equivoco, il fraintendimento, l'offesa, sono sempre dietro l'angolo. La speranza è che prima o poi si raggiunga davvero l'uguaglianza di genere, così che le donne non debbano più avere paura anche di semplici parole.

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