344 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

I bambini risentono di più del lockdown: come aiutarli ad affrontare gli effetti della pandemia

Anche se sono stati i più bravi a comprendere e a mettere in pratica le regole di sicurezza, i bambini sono quelli che più stanno risentendo della chiusura forzata. La pedagogista Marta Versiglia spiega perché è fondamentale mostrarsi sempre ottimisti e perché il movimento è indispensabile anche per i più piccoli.
Intervista a Dott.ssa Marta Versiglia
Pedagogista e insegnante
A cura di Francesca Parlato
344 CONDIVISIONI
Immagine

Quello che abbiamo capito dall'inizio della pandemia è che i bambini sono stati i più ligi esecutori di tutte le misure di sicurezza imposte o consigliate da medici e istituzioni. Non dimenticano mai la mascherina, tossiscono nel gomito e in classe non si scambiano giochi, penne e quaderni con nessuno dei compagni. Ma in realtà non è poi così strano. I bambini infatti, a differenza degli adulti, sono estremamente flessibili. "Si abituano subito alle novità. Basta spiegargliele e in poco tempo le faranno proprie" ha spiegato a Fanpage.it la dottoressa Marta Versiglia, pedagogista e insegnante nella scuola primaria. Ma anche se si sono abituati a essere circondati da visi in mascherina, le rinunce con cui devono fare i conti sono decisamente troppe: niente scuola, niente attività sportive, niente giostre, possibilità di incontro ridotte al minimo. "I bambini devono muoversi, devono correre: non possono fare una vita troppo sedentaria. Per questo è importante che anche i genitori siano autorevoli e rispettosi di tutte le misure di sicurezza ma allo stesso tempo flessibili. Una passeggiata all'aperto è concessa e assolutamente necessaria per i nostri bambini".

Essere ottimisti con i bambini

Per aiutare i nostri bambini ad affrontare questo periodo è fondamentale trasmettere positività e infondere ottimismo, anche se ancora non hanno ripreso la scuola o si sono fermati perché un loro compagno era positivo, l'importante è sempre rassicurarli. "Spieghiamo loro che ritorneranno a scuola non appena sarà tutto messo in sicurezza, senza fare omissioni, ma neanche terrorismo". I genitori non dovrebbero mai far trapelare le proprie paure: "Cerchiamo di mostrarci sempre positivi, mai angosciati. Evitiamo assolutamente di trasmettere ai più piccoli le nostre emozioni negative. I bambini oggi sanno anche troppo della pandemia: trascorrendo molto tempo in casa le notizie è assolutamente normale che arrivino anche a loro. Ma è fondamentale non creare allarmismo: per questo io sconsiglio caldamente di fargli vedere i telegiornali. Quando sono piccoli è importante essere chiari, ma non dobbiamo assolutamente far passare tutto". Altrettanto importante è aiutarli a immaginare il loro futuro. "Sia a casa che a scuola è bene che i bambini riescano ad pensare al loro domani. Stimoliamoli, facciamoli parlare delle loro emozioni, chiediamo di raccontarci cosa vorrebbero".

"Senza movimento non c'è apprendimento"

La vita sedentaria non solo non fa bene all'umore dei bambini ma mette anche a rischio il loro apprendimento: "Se i bambini non si muovono vanno in crisi. Le neuroscienze oggi ci dicono che senza movimento non c'è apprendimento. Per questo dobbiamo assolutamente evitare che i bambini stiano tutto il giorno davanti a uno schermo". Finita la didattica a distanza, lasciamo perdere allora tv, tablet e smartphone, meglio far dedicare i più piccoli a delle attività manuali. "I genitori possono coinvolgerli nelle attività domestiche: come innaffiare le piante, preparare la cena, apparecchiare la tavola. Fino ai 9-10 anni a tutti i bambini piace aiutare mamma e papà". E poi, ordinanze permettendo, facciamoli muovere il più possibile, anche se le temperature si stanno abbassando: "Non possono stare una giornata intera tra il divano e la scrivania. Facciamoli uscire anche se fa freddo. Pensiamo ai bambini dei paesi del Nord: escono a qualsiasi temperatura e si ammalano anche di meno".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
344 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views