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I 75 anni del bikini, il costume “scandaloso” che ha liberato il corpo delle donne

Il 5 luglio del 1946 un ex ingegnere presentò il costume da bagno più scandaloso che si fosse mai visto: il bikini, due pezzettini di stoffa che scoprivano il corpo femminile. Da allora il contestato bikini ha conquistato le spiagge e le passerelle ed è ancora il più costume più amato dalle donne. L’ultima rivoluzione? La scomparsa della prova costume: il bikini è per tutte.
A cura di Beatrice Manca
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bikini verde Calzedonia
bikini verde Calzedonia

Una delle rivoluzioni più dirompenti della storia della moda è nata da due pezzetti di tessuto così piccoli da stare sul palmo di una mano: il bikini. Oggi fa parte del nostro guardaroba estivo e lo indossiamo ogni giorno al mare senza pensarci, ma la sua comparsa fu un terremoto: bandito dalle riviste di moda e dai concorsi di bellezza, il bikini fu dichiarato illegale su molte spiagge d'Europa, incluse quelle italiane. Ma alle donne non importava: quella piccola creazione di stoffa regalava la loro la libertà. Di scoprirsi, di lasciarsi avvolgere dal sole e dal mare, di sentirsi bellissime come Marilyn Monroe e Brigitte Bardot che – in barba ai divieti – sfoggiavano il bikini rendendolo famosissimo. Il bikini oggi compie 75 anni, ma non è invecchiato di un giorno: si è rinnovato di estate in estate, restando un simbolo di libertà e di sensualità.

Chi ha inventato il bikini

Il bikini ha fatto la sua comparsa ufficiale il 5 luglio 1946, ma molto lontano dal mare: per la prima fu presentato a un concorso di bellezza parigino da Louis Réard, ex ingegnere che aveva lasciato la sua professione per occuparsi del negozio di lingerie di famiglia. In quel periodo, i giornali raccontavano degli esperimenti atomici negli atolli del Pacifico e Réard capì che il costume a cui stava lavorando aveva proprio la potenza dirompente di un'esplosione atomica. Creò il costume più ridotto mai visto a fino a quel momento e lo chiamò Bikini, come l'isolotto degli esperimenti nucleari. Nessuna modella voleva indossare uno slip così ridotto, ma soprattutto nessuna donna voleva farsi vedere con l'ombelico scoperto, il punto più nascosto (e quindi scandaloso) del corpo. Alla fine lo indossò Micheline Bernardini, ballerina del casinò di Parigi. Fu la rivoluzione.

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Tanto per cominciare, il bikini fu proibito in tutti i concorsi di bellezza, incluso Miss Mondo. Negli anni cinquanta il bikini fu al centro di attacchi e polemiche e fu vietato in Italia, Spagna, Portogallo, in alcune parti della Francia e in diversi stati degli USA. Ma intanto, esisteva. Le donne per decenni erano state costrette a coprire il corpo anche per nuotare: fino agli anni Trenta si andava al mare con tutine, pantaloncini e gonnellini che lasciavano scoperte solo braccia e gambe (dal ginocchio in giù). Il bikini invece scopriva ciò che non poteva essere scoperto: lo scandaloso ombelico.

Brigitte Bardot in bikini nel 1961
Brigitte Bardot in bikini nel 1961

Lo "scandaloso" bikini amato dalle dive

Se da una parte gli Stati europei – Italia inclusa – si davano un gran da fare a vietarlo sulle proprie coste, le foto di Brigitte Bardot a Saint-Tropez causavano l'effetto opposto, rendendolo un oggetto del desiderio. Il bikini infatti da subito ha avuto una serie di testimonial eccellenti: la prorompente Marilyn Monroe, che faceva la ruota sul bagnasciuga, Jane Mansfield, icona degli anni Cinquanta, fino a Jane Birkin, alla fine degli anni Sessanta. Ognuna, a modo suo, declinava le caratteristiche del bikini che lo rendono così amato ancora oggi: libertà e sex appeal. Il bikini è stato poi reso iconico anche grazie al cinema, che portò sullo schermo indimenticabili versioni. Una su tutte: il due pezzi bianco di Ursula Andress che esce dal mare come Venere nascente dalle acque in Licenza di Uccidere.

Jane Birkin in bikini nel 1969
Jane Birkin in bikini nel 1969

Intanto, passavano gli anni e i decenni, ma il bikini non passava di moda. Anzi: ogni estate veniva reinventato in forme, colori, allacciature, dimensioni. Nel 1964 la rivista Sports Illustrated diede la benedizione definitiva, facendo posare una modella in bikini in copertina. Da lì sarebbe nata una lunga tradizione di numeri estivi popolate da donne bellissime in bikini, tradizione che oggi si è evoluta e aggiornata in favore dell'inclusione e della diversità. Nel frattempo, il bikini cambiava seguendo le mode: sempre più mini, anzi micro negli anni Settanta, sgambatissimo negli anni Ottanta, ricamato, leopardato, colorato, chi più ne ha più metta.

bikini celeste con catenella La Reveche
bikini celeste con catenella La Reveche

L'era della prova costume è finita

Il bikini è arrivato anche in passerella e ha iniziato a richiedere alle donne – viste le dimensioni ridotte – diete e allenamenti per superare la cosiddetta "prova costume". Un'idea che fortunatamente sta scomparendo: l'ultima rivoluzione del bikini è quella di restituire alle donne la libertà di mostrare il proprio corpo, a prescindere dalle forme. Le campagne pubblicitarie sono cambiate, i brand hanno iniziato a pensare a modelli che abbracciano le forme di ogni donna. Quest'anno tra i modelli di tendenza c'è sicuramente il bikini crochet o i costumi due pezzi in colori pastello o arcobaleno, come quelli sfoggiati da Chiara Ferragni. Oggi c'è anche una nuova attenzione ai materiali riciclati, per bikini belli e sostenibili. No, non c'è nessun esame da superare per andare in spiaggia, nessuna "prova costume": viva il bikini, che da 75 ci regala la libertà di scoprirci.

Chiara Ferragni con un bikini lilla
Chiara Ferragni con un bikini lilla
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