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Ho vissuto una settimana senza contatto fisico ed ecco cosa mi è successo

Niente abbracci, carezze, baci o strette di mano. Dopo aver rinunciato ai sorrisi, al reggiseno, ai soldi e all’acqua, ho deciso di vivere una settimana senza contatto fisico ed ecco cosa mi è successo.
A cura di Zeina Ayache
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Un abbraccio, una stretta di mano, una carezza o un bacio sono gesti che quotidianamente compiamo spesso senza neanche rendercene conto, contatti fisici che diamo per scontati e dei quali pensiamo di poter fare a meno. Ma cosa succede se per 7 giorni proviamo a stare senza minimamente sfiorare le persone che abbiamo accanto? Qual è la loro reazione? Dopo aver vissuto una settimana senza sorridere, senza reggiseno, senza dire no, ho deciso di provare a stare una settimana senza contatto fisico ed ecco cosa mi è successo.

Giorno 1

Una mia carissima amica, la mia migliore amica, che non vedo da quattro mesi viene a trovarmi per restare qualche giorno da me. Il momento dell'incontro è imbarazzante, grandi sorrisi e nel momento del tanto atteso abbraccio io mi giro e faccio finta di nulla. La sua espressione stupita misto arrabbiata mi fa venire da ridere, lei mi guarda e capisce che probabilmente sto facendo qualche strano esperimento dei miei. Confermo e così mantengo salda l'amicizia. Certo, un suo abbraccio mi avrebbe fatto piacere.

Giorno 2

Vivere con un cane significa spesso “tante coccole”, piacevoli più per noi che per loro nella maggior parte delle volte. In questa settimana senza contatto fisico il dubbio vero è come farò a non toccare il muso di Teseo. Lo ammetto, ho sgarrato sin dal primo giorno, ma come si fa a resistere? E poi sarebbe stato troppo crudele anche nei suoi confronti che non avrebbe capito il motivo del mio distacco.

Giorno 3

Mentre la mia amica pensa che io sia folle ogni giorno di più, la voglia di abbracciare praticamente chiunque aumenta. Non sono una persona affettuosa, quindi mi sorprendo di me stessa. Oggi è stato imbarazzante quando ho incontrato una nuova cliente per una consulenza cinofila e non le ho dato la mano per presentarmi. Sul suo volto l'espressione era palesemente “incominciamo bene”! Avrei voluto dirle “Sa, per lavoro sto facendo l'esperimento di stare una settimana senza contatto fisico”, ma mentre ci pensavo mi sono resa conto che avrei solo peggiorato la situazione.

Giorno 4

Tra i vari incontri avuti in questi giorni non sono mancate le cene e gli aperitivi tra amici, in questo caso in pochi hanno notato il mio distacco fisico, come dicevo non sono una “abbraccio-girl", però devo dire che avrei voluto stringerli tutti come se fosse stato l'ultimo giorno sulla Terra. È quasi inquietante la voglia che ho di contatto fisico.

Giorno 5

Come recita il Canto dell'Addio, “è l'ora di partir”, la mia migliore amica se ne va per lasciar il testimone ad un'altra grande amica, anche lei in visita. Entrambe ormai hanno perso le speranze e non accennano neanche ad abbracciarmi, si limitano ad un “va beh, allora ciao”. Io inizio ad abituarmi al distacco e la voglia pazza di toccare tutti ormai è passata.

Giorno 6

Inizia il fine settimana e sono partita per due giorni tra amici. Non so se sia l'abitudine, ma oggi proprio il contatto fisico è l'ultimo dei miei pensieri, è l'azione che meno mi interessa. Tutto ciò inizia a preoccuparmi.

Giorno 7

48 ore magnifiche trascorse con amici in mezzo alla natura, quando tocca ai saluti io me ne frego e obbligo tutti ad un abbraccio di gruppo con tanto di fastidiosa ed invadente fotografia. Uno sgarro necessario che mette la parola fine a questo esperimento.

Dopo 7 giorni senza contatto fisico, considerando le sbavature qui e là, mi sento diversa, più affettuosa. Un abbraccio, un bacio o una carezza, se hanno un importante valore a livello emotivo e sociale, rappresentano anche uno stimolo chimico, quello cioè del rilascio dell'ossitocina, quell'ormone che influisce sulle nostre abilità sociali che, quando abbonda, ci rende più socievoli. In questa settimana ho compreso quanto la fisicità di alcune persone sia un valore da accogliere, non sto parlando di quei fastidiosi individui che conosci da cinque minuti e che ti toccano la spalla mentre ti parlano, ma mi riferisco a quegli amici che ti abbracciano perché hanno voglia di sentirti vicino e in fondo hanno ragione. Perché possiamo condividere esperienze ed emozioni, ma nulla è intimo e profondo come due corpi che entrano in contatto. E non c'è nulla di sessuale in tutto ciò, o meglio, non è a quel tipo di attrazione a cui faccio riferimento, il quel caso infatti l'incontro fisico non può che essere scontato. La sensazione che ho avuto è che nel sentire la nostra pelle che sfiora quella di un amico o un'amica si stimoli in noi un senso di imbarazzo misto a repulsione quasi a voler negare la possibilità di essere troppo in confidenza, ma anche se fosse, di cosa abbiamo paura? Insomma, non dovremmo mai negare una stretta di mano, anche ad uno sconosciuto, un bacio ad un amico, un abbraccio ad un compagno e una carezza a chi ne ha bisogno, ma forse non lo sa.

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