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Ho il ciclo e non lo nascondo, perché è arrivata l’ora di non vergognarsi più di un evento naturale

A quante donne è capitato di andare in bagno di soppiatto nascondendo l’assorbente nella manica? Nonostante si tratti di un evento fisiologico naturale, sono ancora moltissime quelle che si vergognano del ciclo mestruale. E’ arrivato però il momento di dire addio ai tabù e ai miti che riguardano l’argomento.
A cura di Valeria Paglionico
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Il ciclo mestruale è un evento fisiologico che ogni donna si ritrova ad affrontare una volta al mese in età fertile e comporta una serie di piccoli disagi, dai crampi al mal di testa, fino ad arrivare alla paura delle perdite. Nonostante si tratti di qualcosa di assolutamente naturale, che dimostra la buona salute del proprio apparato riproduttivo, sono ancora moltissime le leggende e i tabù sul tema. Addirittura le rappresentanti del sesso femminile si sentono quasi costrette a dover nascondere di trovarsi alle prese con le mestruazioni, considerate qualcosa di "sporco" e "nauseante", provando ancora più disagio in quei particolari giorni del mese. Non sarebbe forse arrivato il momento di dire addio alle antiquate credenze popolari e cominciare a parlare del ciclo liberamente?

In passato il ciclo veniva considerato simbolo di impurità

Dal punto di vista biologico le mestruazioni sono l'emissione di sangue dalla vagina dopo che, a causa della non fecondazione dell'ovulo, avviene lo sfaldamento dello strato mucoso presente nella cavità uterina. Nei millenni scorsi, però, non si avevano tutte queste conoscenze anatomiche e vedere una donna sanguinare per 5-7 giorni senza motivo veniva considerato spesso strano e addirittura "demoniaco". A fare eccezione sono state alcune tribù dell'età della pietra che, collegando quell'evento alla riproduzione, lo celebravano con riti e cerimonie in cui si rendeva omaggio alle donne come portatrici di vita. Con il  passare del tempo, però, le cose sono cambiate e, a causa di alcune credenze religiose, il ciclo è stato associato al concetto di impurità, tanto che una rappresentante del sesso femminile con le mestruazioni veniva considerata fautrice di sciagure e catastrofi, non poteva essere neppure toccata se si voleva evitare il "contagio". Spesso le donne venivano obbligate a passare i giorni mestruali recluse in baracche lontane dalle proprie abitazioni, dove potevano essere violentate, rapite, morse dai serpenti e quant'altro. E' proprio in un contesto simile che sono nate delle credenze assurde e sopra le righe ma oggi, in un'epoca in cui è chiaro che si tratta solo di un evento fisiologico, è arrivato il momento di smentirle.

Le assurde credenze sul ciclo mestruale

Esistono innumerevoli credenze che riguardano il ciclo mestruale e, anche se ad oggi alcune di loro fanno solo ridere per la loro assurdità, sono stati moltissimi quelli che in passato hanno creduto a tutto. Si diceva che le donne con le mestruazioni, a causa della loro impurità in quel periodo del mese, facessero seccare i fiori, che non permettessero la lievitazione di pane, pizze e dolci, che non potessero mangiare cibi fritti e carne, a meno che non si volesse rendere tutto non commestibile, che non potessero tingere i capelli. La verità è che si tratta solo di leggende prive di veridicità, sviluppatesi in periodi storici in cui le condizioni igieniche non erano delle migliori, cosa che contribuiva a far pensare che il sangue mestruale fosse contagioso. Oggi questi miti sembrano solo un lontano ricordo ma alcuni dei loro strascichi continuano a dominare la società contemporanea, portando le donne a vergognarsi di quell'evento naturale, simbolo della loro fertilità.

E' arrivato il momento di dire addio ai tabù sul ciclo mestruale

La comparsa del ciclo mestruale per una ragazza è un momento di grande cambiamento poiché rappresenta l'ingresso nel periodo della pubertà, quello che la trasformerà in una donna a tutti gli effetti sia dal punto di vista fisico che fisiologico. Anche se si tratta di un evento che da sempre ha segnato la natura delle donne, ancora oggi viene guardato come un tabù, come qualcosa da nascondere per evitare di risultare scandalose. A chi non è mai capitato di usare borsette e contenitori appositi solo per non mostrare l'assorbente che si stava portando in bagno? Vergognarsi di essere in quel periodo del mese è ormai qualcosa di radicato nella società odierna, non a caso sono state create le espressioni più svariate e stravaganti per riferirsi alle mestruazioni, evitando di nominarle, "le mie cose", “quei giorni”, “i parenti in visita”, “il marchese”, “la luna”, "mar rosso", “arrivano gli inglesi”, "gli imbianchini in casa", "giornate del mirtillo rosso". Per quale motivo nel 2019 una donna deve ancora provare imbarazzo per un fenomeno assolutamente naturale? La speranza è che con il passare del tempo ci si renda conto che, piuttosto che il ciclo, sono questi tabù a essere davvero ridicoli e vergognosi: perché continuare a sostenerli?

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