Furto ai danni di Elisabetta II: un assistente vendeva online oggetti rubati a Buckingham Palace
I più affezionati alla famiglia reale sarebbero disposti a sborsare chissà quale cifra, pur di possedere un oggetto toccato dalla regina o un cimelio esposto nelle stanze di Buckingham Palace. Insomma, la tazza con la faccia di Elisabetta II va bene fino a un certo punto, se vuoi davvero dichiararti il suo fan numero uno. E facendo leva sul grande seguito che hanno i Windsor e sul grande affetto di cui i membri della royal family godono, c’è chi è riuscito a trarne notevole guadagno. Complice anche la serie tv Netflix The Crown, la regina e la sua famiglia sono quanto mai al centro dell’attenzione mediatica e le loro vite incuriosiscono sempre di più. Dai tradimenti ai sotterfugi ai segreti, chissà cosa racconterebbero i quadri delle stanze reali, se potessero parlare… E proprio diversi oggetti di quelle stanze sono stati rubati da un uomo del personale, che li rivendeva online a prezzi anche considerevoli, seppur inferiori al loro reale valore.
Un ladro a Buckingham Palace
Rischia guai seri Adamo Canto. L’uomo, che si occupava della ristorazione a Buckingham Palace, è stato spostato al settore pulizie durante la pandemia e pare aver abusato un po’ troppo della possibilità di spaziare a palazzo e di entrare in stanze chiuse al pubblico e a chiunque altro. Secondo quanto riportato dalla BBC l'uomo avrebbe rubato e poi messo all’asta su eBay medaglie, foto e altri oggetti reali, sottratti anche dal negozio della Queen's Gallery e dal magazzino del Duca di York. Il 37enne godeva di una certa fiducia tra i membri della famiglia reale, era al loro servizio ormai da cinque anni, ma non ha saputo resistere all’occasione che il cambio di mansione gli ha messo sotto il naso. La polizia frugando in casa sua ha trovato diversi cimeli pronti a finire online come i precedenti già venduti, che hanno fruttato al ladro oltre 7000 sterline (circa 8500 euro). Si parla di oggetti aventi un valore di gran lunga superiore: fino a 100 mila sterline. L’accusa per l'assistente è di furto aggravato e anche se il giudice ne ha disposto la liberazione su cauzione, potrebbero per lui spalancarsi adesso le porte del carcere, invece che quelle delle sontuose stanze reali.