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Frutti dimenticati: 6 antichi sapori da riscoprire

I frutti dimenticati sono quelle varietà che l’industria agroalimentare ha dovuto accantonare in favore di colture più produttive, e quindi più adeguate al sistema industriale. Scopriamo allora quali sono i frutti dimenticati da riscoprire, dalle giuggiole al corbezzolo, e come consumarli per imparare ad apprezzarli al meglio.
A cura di Redazione Donna
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I frutti dimenticati sono quelle varietà che l'industria agroalimentare ha dovuto accantonare in favore di colture più produttive, e quindi più adeguate al sistema industriale. Si tratta di prodotti che con il tempo sono spariti, o quasi, portando con sè valori, memoria e tradizioni. Sono da molti considerati frutti "minori", mentre, in un tempo non tanto lontano, erano davvero preziosi perché ricchi di eccellenti proprietà e anche perché crescevano in modo spontaneo nelle campagne, nei prati e nelle radure boschive, donando raccolti abbondanti. Scopriamo allora quali sono i frutti dimenticati da riscoprire e come utilizzarli per apprezzarli al meglio.

1.Giuggiole: i datteri cinesi resistenti al freddo

Pianta di origine cinese, il giuggiolo è una pianta conosciuta e apprezzata fin dall'antica Grecia e che può essere coltivata sia in collina che in montagna, grazie alla sua resistenza al freddo. I suoi frutti, le giuggiole, conosciute anche come datteri cinesi, si raccolgono in tarda estate, quando la loro buccia diventa rossa e il frutto ha raggiunto il massimo grado di maturazione che gli conferisce il suo sapore dolce. L'espressione più famosa legata a questo frutto è "andare in brodo di giuggiole", cioè uscire di sè per la contentezza, legato alla bontà del frutto. Con le giuggiole è possibile preparare sciroppi, liquori, marmellate inoltre, questi frutti dimenticati hanno anche proprietà lassative, lenitive e antinfiammatorie, oltre ad essere un ottimo emolliente per la pelle.

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2.Nespola: il frutto fermentato dalla polpa dolce

Le nespole sono diffuse in tutta Europa e crescono in modo spontaneo anche in alta quota: anche in questo caso parliamo infatti di frutti resistenti al freddo. Si tratta di una pianta conosciuta fin dai tempi degli antichi romani. Il suo frutto ha la forma tonda e la buccia spessa e viene solitamente consumato alla fine dell'autunno, ciò a causa dell'alto contenuto di tannini: le nespole vengono infatti raccolte dopo un periodo di fermentazione, detto ammezzimento, che rende la buccia marrone e la polpa dolce e leggermente acidula. Con le nespole è possibile preparare marmellate, liquori e salse inoltre, la sua pianta è apprezzata anche a livello ornamentale, per la sua bellezza.

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3.Sorbe: il frutto antico ricco di proprietà benefiche

L'albero della sorba è tipico dell'Europa meridionale, ed è possibile trovarlo anche nei boschi collinari, in forma selvatica. Si tratta di una pianta molto bella, per questo viene spesso utilizzata come pianta ornamentale, anche se i frutti sono la parte migliore di questa pianta. Le sorbe, frutto antico apprezzato già dagli antichi romani, somigliano a delle piccole pere e, prima di essere consumate, vanno lasciate fermentare, proprio come le nespole. Le sorbe sono molto benefiche per l'intestino in quanto ricche di tannini, flavonoidi e vitamina C: vengono infatti utilizzate in erboristeria come rimedio contro la dissenteria.

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4.Mele e pere cotogne: i frutti aromatici benefici per lo stomaco

Mele e pere cotogne sono i frutti del cotogno, una pianta molto antica originaria del Caucaso, ma diffusa anche in Cina e in tutta l'area mediterranea. Hanno proprietà toniche e antinfiammatorie utili per lo stomaco, in quanto favoriscono la digestione. Questi frutti hanno una forma allungata e una polpa soda, che permette di utilizzarli per le preparazioni a lunga conservazione come marmellate, distillati, liquori, mostarda, oltre alla famosa cotognata, una gelatina tipica della provincia siciliana di Ragusa. Si tratta inoltre di frutti molto aromatici, per questo vengono utilizzati anche per profumare gli armadi e la biancheria.

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5.Corniole: i frutti zuccherini e dissetanti

Le corniole hanno una forma simile a quella delle olive e raggiungono la piena maturazione in estate, quando assumono una colorazione vinaccia. Il loro albero, il corniolo è un arbusto di legno estremamente duro: il suo nome deriva infatti da Cornus, corno, ed è diffuso nelle radure pianeggianti. La corniola è un frutto zuccherino ma leggermente acidulo, è inoltre molto dissetante ed è ottimo per preparare salse e marmellate, oltre a liquori, aceto, dolci e gelatine. Tra le caratteristiche del frutto c'è l'azione tonico astringente che lo rende un buon rimedio in caso di dolori articolari, disturbi del metabolismo e dermatiti.

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6.Corbezzolo: il frutto rosso dalla polpa fresca

Il corbezzolo è un frutto molto colorato dalla bacca rosso vivo e dalla polpa dolce e fresca. L'arbusto da cui nasce è sempre verde e, durante il periodo della fioritura, produce fiorellini bianchi a forma di campanella che sbocciano in autunno e che, l'anno successivo, si trasformano in frutti. Si tratta di una pianta originaria del Mediterraneo Occidentale che veniva utilizzata un tempo per la realizzazione di un aceto aromatico per condire insalate e diverse pietanze. Il corbezzolo è ottimo anche per la preparazione di marmellate e infusi, utili per combattere febbre o diarrea, grazie alle sue proprietà antisettiche e atringenti, oltre che per disintossicare reni, fegato e vie urinarie.

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La riscoperta dei frutti "quasi" dimenticati

Le piante antiche di cui abbiamo parlato rappresentano ancora un patrimonio importante per la biodiversità, per questo non sono mai stati del tutto dimenticati, motivo per cui vale la pena tutelarle per cominciare di nuovo ad apprezzarle. Nel piccolo comune di Casola Valserio (RA), ad esempio, si tiene ogni anno ad ottobre la "festa dei frutti dimenticati", una particolare iniziativa che potrebbe essere un punto di partenza per il recupero di antiche piante da frutto che rischiano di sparire per sempre. Le varietà di frutta che abbiamo descritto sono riuscire comunque a ritagliarsi delle nicchie di mercato, soprattutto nel consumo locale a chilometro zero. In realtà però, sono sempre le scelte dei consumatori a decretare declino, successo o recupero delle coltivazioni. Per questo, con una nuova consapevolezza, sarà possibile recuperare questi frutti antichi.

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