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Femministe e aspiranti reginette di bellezza contro Miss France: “Trasmette valori sessisti”

Un’associazione femminista e alcune aspiranti reginette escluse da Miss France hanno presentato denuncia contro la società Endemol (che distribuisce il concorso) e contro il concorso stesso, accusato di trasmettere valori sessisti e di sfruttare le donne. Alle aspiranti miss viene imposto, tra le varie cose, di non fumare e non avere figli.
A cura di Giusy Dente
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Armandine Petit, Miss France 2021
Armandine Petit, Miss France 2021

Altezza è mezza bellezza, si suol dire. Ma c’è molto altro se si ambisce al titolo di ‘più bella di Francia', perché per partecipare a Miss France non solo bisogna essere alte almeno 170 cm, ma è necessario anche non fumare, non bere alcolici, non esternare idee politiche, non essere (né essere mai state) sposate, avere un portamento elegante e non avere tatuaggi con diametro maggiore di 3 cm; figli manco a parlarne. Tutti questi rigidi canoni hanno fatto irritare alcune delle aspiranti reginette di bellezza, chiaramente scartate in quanto non in possesso di quei requisiti. Per protesta hanno chiesto un simbolico risarcimento ma soprattutto, si stanno mobilitando affinché le cose finalmente cambino.

Miss France: concorso sessista che promuove stereotipi?

Più che criteri di bellezza, delle clausole illegali. Si è espressa così, molto duramente, l’avvocata Violaine De Filippis-Abate, che rappresenta l’associazione Osez le feminisme! e tre aspiranti Miss France. Le ragazze non hanno superato la selezione, in quanto non in linea con alcuni criteri stabiliti dagli organizzatori. “Ogni anno protestiamo contro questo concorso che trasmette valori sessisti, ma non cambia niente. Abbiamo quindi deciso di usare il diritto per fare avanzare la causa delle donne” ha commentato Alyssa Ahrabare, una delle portavoci dell’associazione femminista, a Le Monde. L'avvocato, infatti, ha presentato una formale denuncia presso il tribunale di Bobigny, sperando che agendo per queste vie si riesca finalmente a ottenere qualcosa.

Maëva Coucke, Miss France 2018
Maëva Coucke, Miss France 2018

Le reginette di bellezza chiedono il contratto di lavoro

Come è cambiato il concetto di bellezza dal 1920 a oggi? Poco, guardando Miss France. Il concorso è nato quasi 100 anni fa per incoronare la ragazza più bella del Paese, quella più rappresentativa della bellezza ideale della nazionale. Un secolo dopo, la manifestazione è al centro della bufera per i suoi criteri a dir poco selettivi, per prendere parte alla gara. Si è arrivati addirittura a un’azione legale, intrapresa da tre candidate escluse che ora chiedono un simbolico euro di risarcimento danno. E chiedono anche uguale trattamento ai loro colleghi uomini. Sì, perché il concorso Mister France riconosce ai suoi partecipanti il legame lavorativo, con tutte le tutele e i benefici che ne conseguono.

Iris Mittenaere, Miss France 2016
Iris Mittenaere, Miss France 2016

Per le ragazze di Miss France invece nulla di simile, nonostante venga loro richiesto di mettere da parte qualunque attività non appartenente alla sfera privata per oltre un mese. Devono preparare lo show in ogni dettaglio, dedicando ad esso intere giornate. Devono sfilare, cantare, ballare, recitare: ma senza un contratto di lavoro. "Stop allo sfruttamento delle donne. Stop alla cultura della donna-oggetto e dello stupro" ha scritto su Instagram l'avvocato. La sua richiesta è chiara: "Le donne devono essere pagate per il loro lavoro e le clausole discriminatorie devono essere rimosse".

Flora Coquerel, Miss France 2014
Flora Coquerel, Miss France 2014

A suo dire, Miss France sarebbe uno spettacolo sessista e retrogrado. L'obiettivo dell'azione legale intrapresa è innanzitutto dare a Miss e Mister gli stessi diritti di lavoratori e poi rendere i criteri di accesso al concorso leggermente più elastici. Con un po' di buon senso si potrebbe allargare la partecipazione anche a chi ad oggi vi è escluso, per motivi del tutto futili che nulla hanno a che vedere con lo spirito del nostro tempo, in cui ci si sta battendo con forza contro gli stereotipi. La bellezza non è una e non ha niente a che fare con canoni e modelli da rispettare a tutti i costi.

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