Fascite plantare: cause, sintomi e rimedi consigliati dall’esperto
Si tratta di una delle infiammazioni più comuni a carico del piede che può colpire con maggior frequenza chi pratica un'intensa attività sportiva, in particolare la corsa, anche a livello amatoriale. La fascite plantare è un fenomeno irritativo infiammatorio del piede e più precisamente della struttura che collega il tallone con la base delle dita dei piedi. "La fascite si manifesta con un dolore nella zona del calcagno – spiega a Fanpage.it il dottor Roberto Pelucchi, ortopedico specializzato in chirurgia del piede e caviglia – Che si irradia a tutta la pianta del piede". Può colpire anche soggetti in sovrappeso o obesi, donne in gravidanza oppure chi indossa scarpe che stressano il tallone e il legamento arcuato del piede.
Cos’è la fascite plantare
Il legamento arcuato più noto come fascia plantare funziona da ammortizzatore del peso e dei movimenti e se la tensione è troppa questa fascia può infiammarsi e provocare la fascite plantare spesso associata alla famosa spina calcaneare. "Ne soffrono principalmente i runner, ma è frequente anche nei soggetti che hanno una particolare conformazione del piede (di solito piede piatto o cavo)" continua Pelucchi. Può colpire indifferentemente donne e uomini, ma c'è una leggera prevalenza nei soggetti maschi tra i 40 e i 70. "La sollecitazione meccanica è uno dei fattori predisponenti all'insorgenza di questo tipo di fenomeno infiammatorio, così come i microtraumi ripetuti. Ma esistono anche situazioni in cui la fascite insorge in maniera assolutamente spontanea".
Quali sono le cause della fascite plantare
La fascite plantare può avere diverse origini. "La prima causa risiede in un'anomala alterazione della conformazione del piede, in particolare se cavo o piatto. In altri casi può essere dovuto a una serie di microtraumi ripetuti (per questo si presenta molto frequentemente tra gli sportivi dediti alla corsa)". In alcuni casi invece può essere provocato da fenomeni degenerativi: "La fascia plantare, anche con l'avanzare dell'età, si consuma e questo può provocare l'infiammazione". Quando si comincia ad avvertire il dolore in questa zona del piede è bene recarsi subito da un medico specializzato. "La diagnosi avviene in prima battuta attraverso la visita del medico, che individuerà la zona interessata e se l'origine del dolore è articolare oppure ossea. Poi ci sono le indagini strumentali ovvero l'ecografia e nel caso di dubbi anche la risonanza magnetica. Importantissimi però anche i raggi x che devono essere fatti stando in piedi per valutare la conformazione e l'appoggio".
I sintomi della fascite plantare
Il sintomo principale è il dolore associato a una certa rigidità del tallone. "Si avverte al mattino appena alzati quando si fanno i primi passi oppure dopo un periodo prolungato in posizione eretta o seduta o dopo un'intensa attività sportiva. Raramente si presentano gonfiori o arrossamenti". I sintomi principali si avvertono quindi a livello del piede ma può accadere di frequente anche che ci siano delle irradiazioni con conseguenze sulla colonna vertebrale. "Stiamo parlando di una struttura unica, che parte dal tallone e sale verso il tendine, il polpaccio e la zona lombare. Inoltre se il paziente cammina male a causa del dolore il rischio di ripercussioni sulla schiena si fa ancora più alto". Ignorare la fascite plantare potrebbe provocare un cronicizzarsi di quest'infiammazione. "Non ci sono rischi di gravi compromissioni, ma se non curata adeguatamente il pericolo è che dovremmo imparare a convivere con questo dolore, che a ogni minima sollecitazione potrebbe ripresentarsi.
I rimedi: la terapia e gli esercizi
Riposo. Il primo rimedio per curare la fascite è non sottoporre a ulteriori sforzi e tensioni il piede. "Le cure poi vengono attuate in progressione. Si passa da una modifica delle calzature che comporta l'utilizzo di scarpe con appoggio morbido e che abbiano un maggiore e più comodo spazio per scaricare il peso". Poi si passa a terapie antinfiammatorie locali. "Se la fascite stenta a guarire si possono usare le onde d'urto oppure nei casi più difficili anche delle terapie infiltrative con farmaci o con derivati della medicina rigenerativa quali PRP( concentrati piastrinici) o cellule staminali". In alcuni casi si può ricorrere alla chirurgia, ma non bisogna spaventarsi perché si tratta di un intervento mini-invasivo. "È un trattamento percutaneo che consiste in un forellino di soli 3mm (non necessita neanche di punti di sutura e si fa in day hospital) attraverso il quale si esegue una sezione della fascia plantare. La ripresa è immediata, il paziente può camminare da subito e il recupero è più che rapido". Infine ci sono gli esercizi. "Sia durante la fase di trattamento medico che in seguito all'intervento gli esercizi sono fondamentali. Si tratta semplicemente di allungamenti della catena posteriore e stretching che interessano il tendine, la fascia plantare e tutta la colonna".