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Fai sexting? Potresti essere narcisista o manipolatore

Fare sexting – inviare messaggi espliciti, fotografie o video a contenuto intimo – è una pratica sempre più diffusa, anche tra i giovanissimi, che ci dice qualcosa di noi. Secondo una ricerca dell’Università La Sapienza chi manda messaggi di questo tipo tende a essere narcisista, manipolatore oppure psicopatico. Ne abbiamo parlato con l’autrice dello studio Mara Moreli.
Intervista a Dott.ssa Mara Morelli
Ricercatrice presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica dell'Università di Roma La Sapienza
A cura di Francesca Parlato
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Narcisisti, machiavellici e a volte anche psicopatici. Chi fa sexting (chi ama inviare messaggi espliciti contenenti anche fotografie di parti intime) quasi sicuramente possiede una di queste tre caratteristiche. A rivelarlo è uno studio scientifico pubblicato dal Multidisciplinary Digital Publishing Institute e curato dagli psicologi dell’Università La Sapienza di Roma e i ricercatori dell’Università di Huddersfield nel Regno Unito. A raccontarci i risultati della ricerca, per la quale sono state intervistate oltre 6000 persone tra 13 e 30 anni, provenienti da 11 paesi diversi (Italia compresa) è la ricercatrice Mara Morelli, del Dipartimento di Psicologia Dinamica e clinica della Sapienza e prima firma dello studio. "Studi precedenti avevano evidenziato che i tratti di personalità maggiormente associati al sexting fossero di alta estroversione e bassa coscienziosità spiega – quindi un’alta capacità e tendenza alla socializzazione e un’alta assunzione del rischio. Questo studio ha invece voluto analizzare alcuni tratti di personalità definiti “oscuri”, ovvero disadattivi"I tratti oscuri sono quelli definiti dal modello della Dark Triad e comprendono tre aspetti molto precisi della personalità. "Narcisismo, machiavellismo, e psicopatia. Quando tutti e tre questi tratti sono presenti si ha a che fare con una personalità “malevola”. Ed è venuto fuori che coloro che fanno sexting hanno tratti narcisistici e machiavellici, e in alcuni casi specifici, anche psicopatici (ossia antisociali)".

Perché il sexting piace

Mandare messaggi espliciti oppure foto intime è una pratica sempre più diffusa soprattutto tra i giovanissimi. "Gli studi presenti in letteratura dimostrano che si fa sexting per diversi tipi di motivazioni – continua Morelli – In primis per divertimento e gioco con gli amici. In seconda battuta per scopi sessuali e quindi per flirtare o iniziare una relazione sessuale con un potenziale partner (anche occasionale) e poi per rinforzare l’immagine corporea e per ricevere feedback dagli altri in merito all’adeguatezza del proprio corpo e per capire se si è sufficientemente attraenti". In tutti questi tre casi il sexting si configura come una pratica legata alla sperimentazione e alla costruzione della propria identità sessuale. C'è però un altro motivo per cui le persone fanno sexting: "Fortunatamente si tratta di una minoranza, ma alcune persone scelgono di fare sexting con il solo obiettivo di fare del male all’altro o per ottenere qualcosa in cambio dalle immagini inviate (soldi, ricariche telefoniche etc). Una motivazione di questo tipo delinea un quadro più preoccupante e pericoloso per sé e per gli altri". 

Il sexting e la dark triad

Narcisismo, machiavellismo e tratti psicopatici. Se rileggiamo le motivazioni che spingono a fare sexting ci rendiamo conto di come a ognuna di queste corrisponda un preciso tratto della personalità. "Questo studio mette in luce il fatto che i giovani facciano sexting per soddisfare alcuni bisogni che derivano da tratti individuali. Il narcisista potrebbe fare sexting per soddisfare il proprio senso di grandiosità personale e per mettersi in mostra, il machiavellico per la sua tendenza a manipolare gli altri, mentre il giovane con tratti psicopatici tende a fare con più probabilità quello che definiamo "sexting aggravato" per mancanza di empatia e insensibilità emotiva nei confronti degli altri".

Le tre tipologie di sexting

Ma non tutto il sexting è uguale, nello studio dell'Università La Sapienza sono state infatti prese in esame tre tipologie di sexting diverse: quello sperimentale, che riguarda la condivisione di immagini proprie con persone con cui si ha una relazione e che è finalizzato alla sperimentazione e alla scoperta della propria sessualità, poi c'è quello a rischio e quello aggravato. "Il sexting a rischio è quella forma di sexting che si mette in atto quando si è sotto effetto di alcol, sostanze o con persone sconosciute o conosciute solamente online. Quello aggravato invece, si riferisce sia alla perpetrazione di  violenza che alla vittimizzazione". Tra le forme di sexting aggravato è ricompreso anche quello non consensuale (ossia l’invio di foto di altri senza il loro permesso a terze persone) e il sexting sotto pressione (ossia l’invio di messaggi quando si ricevono pressioni da parte di amici e/o del partner). "Ciò che differenzia il sexting a rischio da quello aggravato è proprio la presenza in quest’ultimo dell’intenzione di fare del male all’altro. Dal nostro studio è emerso che narcisismo e machiavellismo sono maggiormente collegati al sexting sperimentale, il machiavellismo e la psicopatia al sexting a rischio, mentre le due forme di sexting aggravato (sexting non consensuale e sexting sotto pressione di altri) sono maggiormente collegate a machiavellismo e psicopatia e le persone che lo praticano hanno probabilmente una maggior propensione a fare del male all’altro perché disposti a qualsiasi cosa pur di raggiungere i loro obiettivi".

Faccio sexting con il mio partner. Mi devo preoccupare?

Il quadro che emerge è tutt'altro che roseo. Ma non bisogna per forza mettersi in guardia se abbiamo intrapreso una relazione con una persona che ama fare sexting. "Gli studi dimostrano che spesso le coppie che fanno sexting hanno livelli maggiori di intimità e passione. Fare sexting con il proprio partner può anche rafforzare il rapporto di coppia". Tuttavia, bisogna sempre essere consapevoli che purtroppo ci sono dei rischi nel momento in cui mettiamo le nostre foto e i nostri video a sfondo sessuale nelle mani di qualcun altro, anche se si tratta del nostro partner. "Se infatti la relazione non dovesse andare a buon fine possono sempre divenire uno strumento per mettere in atto una violenza (quello che si definisce revenge porn)". Scegliere di non fare sexting soltanto per paura è un atteggiamento però scarsamente funzionale. "Vi è un’elevata necessità di progetti di prevenzione nelle scuole secondarie volti a un’alfabetizzazione all’uso dei nuovi strumenti tecnologici e alla promozione di un atteggiamento prudente che prenda sempre in considerazione le conseguenze future delle nostre azioni: ciò non significa che i giovani non debbano fare sexting (è una nuova forma di espressione e sperimentazione della loro sessualità, uno strumento in più che un tempo non c’era) ma che debbano imparare ad adottare alcuni accorgimenti (ad esempio, evitare di inquadrare il loro volto in modo da non essere riconoscibili se le loro immagini dovessero essere diffuse)". Ma è forse ancora più importante educare i giovani ad avere rispetto del corpo proprio e degli altri, e spiegare che diffondere immagini private senza che ci sia il consenso della persona ritratta, è un reato perseguibile penalmente.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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