Elogio della noia: perché dovremmo passare più tempo a non fare assolutamente niente
La noia, questa sconosciuta. Abbiamo perso l'abitudine al dolce far niente, c'è sempre qualche attività che ci intrattiene: controllare la mail, pensare un tweet ironico da scrivere, aggiornare lo stato su Facebook, guardare la vita degli influencer. La noia è diventata un nemico da scacciare. Eppure la noia non ha mai fatto male a nessuno, anzi nei bambini ad esempio è un fondamentale stimolo per l'immaginazione e la fantasia. Ma siamo una società basata sul fare, dove ogni momento deve essere impiegato in un'attività produttiva o socialmente condivisibile e per questo la noia ci sembra così pericolosa. "Nella nostra società il far nulla equivale a perdere tempo. Per questo cerchiamo in ogni modo di occupare le nostre giornate, comprese quelle dei nostri figli che a 4 anni a volte sembrano dei piccoli manager vista la moltitudine di impegni a cui li sottoponiamo" ha spiegato a Fanpage.it lo psicologo e psicoterapeuta Davide Algeri.
Riempire il vuoto della mente
Quando stiamo realmente senza fare niente la nostra mente inizia a vagare, passa da un pensiero all'altro, può sviluppare pensieri creativi ma non solo. "La mente riempie il vuoto provocato dal non far nulla. Se siamo persone tranquille, senza particolari traumi e senza preoccupazioni, nel momento in cui si crea questo vuoto arrivano pensieri nuovi e creativi. Se invece ci portiamo dietro un bagaglio psicologico importante, se abbiamo dei trascorsi traumatici, lo stare senza fare niente spesso si riempie di ansie, pensieri, preoccupazioni". Molte persone hanno paura che il vuoto si inondi di ricordi o sensazioni negative e occupano il tempo in qualsiasi modo possibile. "Per questo è importante fare una differenza tra la noia e la tristezza. Molte persone temono la noia perché la associano a questo sentimento negativo".
A cosa serve la noia
La evitiamo come la morte, tentiamo di scansarla con tutte le nostre forze, ci rifugiamo nello smartphone, a scrollare tutti i social nella speranza di scacciarla via con l’inganno. Eppure la noia non è così spiacevole. Non è poi così terribile pensare di non avere proprio niente da fare e mollare il telefono, spegnere la tv e la radio anche solo per qualche minuto al giorno. "Annoiarsi serve a liberare la mente. Stare sempre a pensare a qualcosa ci sovraccarica, non ci fa stare bene". Non è un caso se molte persone soffrono di ‘decision fatigue‘, la fatica di prendere decisioni. "Ogni giorno facciamo scelte, ci assumiamo responsabilità che generano fatica mentale e che ci portano ad arrivare stanchi e sfiniti alla fine della giornata". Prendersi degli spazi di noia aiuta invece a liberare la mente. "La noia serve a creare uno stato di rilassamento e se sfruttiamo bene questi momenti può migliorare le nostre giornate. Quando ci annoiamo dobbiamo cercare di pensare solo al momento presente, un po' come ci insegna la mindfulness, senza pensare al futuro". E anche ai bambini bisogna insegnare ad annoiarsi. "Non bisogna occupare tutto il loro tempo. Non devono sempre fare qualcosa, questo tipo di modalità può generare stress, ansia e anche ansia ad prestazione. Se li spingiamo sempre a fare qualcosa nel momento in cui non riusciranno si sentiranno frustrati".
La noia e i social
E a proposito di decision fatigue, anche quando siamo sui social, quando scrolliamo in continuazione la home page di Facebook o Instagram in realtà prendiamo continuamente decisioni. "I social sono un momento di evasione soltanto all'apparenza. – spiega Algeri – Esercitiamo una scelta se scegliamo di leggere o meno un post, se vogliamo guardare o meno un profilo. I social network hanno un potere ipnotico e ci fanno perdere tanto, tantissimo tempo. E se ci facciamo caso ci accorgiamo che facciamo fatica a ricordare quello che abbiamo letto proprio per quest'effetto ipnotico che procurano". Questo non vuol dire che dobbiamo immediatamente cancellare il nostro account Instagram o il nostro profilo su Facebook, i social oggi sono sicuramente una parte della nostra quotidianità a cui non dobbiamo rinunciare, ma imparare a gestirli (possiamo ad esempio fissare un limite di minuti o ore giornaliero attraverso le impostazioni del dispositivo) e fare periodicamente un digital detox può essere sicuramente utile a migliorare la qualità della nostra vita. "Possiamo provare a decidere di staccare anche solo mezz'ora al giorno. Non chissà quanto tempo, ma proviamo a riporre il telefono e occuparci del momento presente, viviamo a pieno il momento in cui non abbiamo nulla da fare. Se stiamo sulla spiaggia guardiamo il mare o l'orizzonte. È un esercizio tutt'altro che facile, ma sforzarsi di passare del tempo a non fare assolutamente nulla servirà a immunizzarci alla noia, a smetterla di concepirla come una minaccia da cui scappare".
Allenarsi alla noia
E allora proviamo a praticare la noia a coltivarla e smettiamo di reprimerla. "La noia non è una sensazione spiacevole. Per questo dobbiamo prenderci del tempo per ascoltarla. Ai miei pazienti prescrivo sempre cinque minuti di noia al giorno". Un esercizio per allenarsi alla noia potrebbe essere quello di interrompere per un tempo piccolo (cinque minuti, il tempo di due canzoni) qualsiasi attività. "Ci si può mettere a guardare lo spigolo di un muro oppure il paesaggio fuori la finestra. L'importante è non fare assolutamente nulla". Anche lo sport può essere un momento per sperimentare la noia. "Quando si fa sport si riesce più facilmente a non pensare a niente e si stacca anche il telefono". E ora che siamo in vacanza possiamo anche provare a coltivare un hobby o un interesse accantonato da qualche tempo. "Annoiarsi vuol dire in fondo pensare a sé stessi. Ogni giorno invece facciamo cose per gli altri o per mostrarle sui social". Allora proviamo a scendere ogni tanto dalla ruota, bastano solo 5 minuti al giorno.