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È morto Peter Lindbergh, il fotografo di moda aveva 74 anni

Peter Lindbergh è morto a 74 anni, era uno dei fotografi più apprezzati al mondo, soprattutto nel fashion system, dove è arrivato a immortalare le più grandi top model di tutti i tempi. A dare la notizia è stata la famiglia attraverso il suo profilo social. A renderlo eterno saranno gli scatti iconici che lo hanno reso una leggenda.
A cura di Valeria Paglionico
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Peter Lindbergh è morto a 74 anni, era uno dei fotografi più apprezzati al mondo, soprattutto nel fashion system. Ha collaborato con moltissime riviste di moda, realizzato diversi spot pubblicitari, immortalato star e modelle di fama internazionale, preferendo spesso gli scatti in bianco e nero a quelli patinati. Ha perso la vita ieri sera ma solo nelle ultime ore la famiglia ha diffuso la notizia attraverso il suo profilo social, sul quale ha condiviso un toccante messaggio che recita: "È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Peter Lindbergh il 3 settembre 2019, all'età di 74 anni. Lascia sua moglie Petra, la sua prima moglie Astrid, i suoi quattro figli Benjamin, Jérémy, Simon, Joseph e sette nipoti. Lascia un grande vuoto". L'annuncio ha sconvolto tutti gli appassionati di fotografia, che non hanno perso occasione per lasciare messaggi di cordoglio sotto quelle parole. A renderlo eterno ora saranno gli scatti iconici che ha realizzato nel corso della carriera.

Chi era Peter Lindberg, il fotografo delle star

Peter Lindbergh, pseudonimo di Peter Brodbeck, nacque a Leszno nel 1944 e fin da giovanissimo ebbe sempre la passione per l'arte, tanto da aver avuto la prima esperienza lavorativa come vetrinista nei grandi magazzini Karstadt e Horten. Negli anni '60 si trasferì prima a Duisburg e poi a Berlino per approfondire gli studi artistici, frequentò infatti l'Accademia di Belle Arti della capitale tedesca. In quegli anni il suo idolo fu Van Gogh, preferiva ispirarsi a lui piuttosto che ai pittori "convenzionali" a cui si faceva riferimento nelle scuole d'arte. Poco prima di laurearsi, nel 1969, espose le sue opere alla Galerie Denise René. È però nel 1978 che arrivò la svolta, per la precisione quando, arrivato a Parigi, si innamorò della fotografia di moda. Negli anni successivi si trasferì a Düsseldorf e lavorò per due anni come assistente per il fotografo tedesco Hans Lux prima di aprire il suo studio nel 1973. Da quel momento in poi che cominciò a collaborare con il fashion system.

Oltre a stringere un rapporto profondissimo con Franca Sozzani, immortalò anche le top model più richieste dell'epoca che ancora oggi sono delle icone come Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell, Monica Bellucci, Linda Evangelista, Eva Herzigová, Cindy Crawford, Stephanie Seymour, Isabella Rossellini, Kate Winslet, Nastassja Kinski e Tatjana Patitz. Collaborò con moltissime riviste fashion, da Vogue a Marie Claire, fino ad arrivare a Interview e Harper's Bazaar. Ha inoltre raccolto le sue opere in diversi libri tra cui "10 Women by Peter Lindbergh" e "Peter Lindbergh: Images Of Women", è stato l'autore del celebre calendario del 2009 Dieux du Stade e ha realizzato il calendario Pirelli per tre volte. Il primo "The Cal" lo ha firmato nel 1996, facendo scalpore per le foto delle modelle "al naturale", il secondo nel 2002, quando ha scelto di puntare tutto su delle attrici piuttosto che su delle top. Nel 2017, inoltre, venne invitato a farlo ancora una volta, diventando l'unico fotografo in oltre 50 anni di storia a ricoprire per la terza volta questo ruolo.

L'iconica copertina con le top model degli anni '90

La fotografia di Peter Lindbergh è diventata iconica e leggendaria, ha introdotto una nuova forma di realismo all'interno di questo campo, rivoluzionandolo in maniera drastica e arrivando addirittura a ridefinire gli standard di bellezza. Fino a quel momento gli scatti di moda erano patinati e ritoccati in modo eccessivo, come se solo la bellezza "perfetta" potesse rendere la persona immortalata attraente e interessante. Per Lindbergh, invece, un fotografo non doveva eliminare i segni della vita e dell'esperienza che davano unicità a un viso o a un corpo, il suo compito era "liberare" le donne dal terrore della giovinezza e delle perfezione a tutti i costi, definendo epoca dopo epoca un diverso concetto di bellezza che rispecchiasse i cambiamenti umani e sociali. È proprio per rivelare l'animo delle persone, anche quelle più famose, che ha fotografato quasi sempre i suoi soggetti al naturale, dunque senza trucco. Non è un caso che una delle sue copertine più famose fu quella realizzata nel 1990 per British Vogue con le top Linda Evangelista, Naomi Campbell, Tatjana Patitz, Cindy Crawford e Christy Turlington, tutte immortalate in bianco e nero con indosso semplicemente con una camicia bianca da uomo. Quella cover ispirò George Michael, che si servì proprio di quelle modelle nel video di "Freedom '90", e Gianni Versace, che inaugurò l'epoca delle super top model in passerella.

Peter Lindbergh, l'ultima copertina è quella firmata per Meghan Markle

E' ormai risaputo che Meghan Markle è diventata guest editor per British Vogue, per la precisione per la September Issue, ma in pochi sanno che a firmare la copertina è stato Peter Lindbergh, che ha così portato a termine la sua ultima opera prima di morire. Il numero intitolato Forces For Change è dedicato alle figure femminili che negli ultimi anni hanno avuto un ruolo importante in fatto di cambiamenti sociali ed è per questo che il fotografo ha raccolto i ritratti di 15 donne famose che stanno rivoluzionando il mondo. Jane Goodall, Jane Fonda, Jacinda Ardern, Greta Thunberg, Salma Hayek Pinault e Michelle Obama, sono solo alcune di quelle che sono state immortalate in bianco e nero, il colore diventato un "marchio di fabbrica" del fotografo. Il motivo per cui lo ha scelto così tanto spesso? La bellezza delle modelle e di donne così tanto influenti è vicina alla perfezione, i colori avrebbero reso le foto troppo simili a delle "brutte pubblicità di cosmetici", mentre con il black&white ha mostrato la loro vera natura.

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